È una domenica di prime volte a livello WTA, con due storie importanti che vengono da Bucharest e Losanna, tappe di passaggio con due eventi International dopo Wimbledon.
La più importante, probabilmente, è arrivata dalla Romania. Elena Rybakina, classe 1999, è la nuova campionessa al primo successo nel circuito maggiore che corona un bel percorso nelle ultime settimane.
Questo, per lei, è soltanto il settimo evento WTA nel tabellone principale e in almeno quattro occasioni ha raggiunto i quarti di finale. Dopo la semifinale di s’Hertogenbosch, la kazaka si è spinta fino in fondo dominando semifinale e finale. Ieri sera la netta vittoria per 6-3 6-2 ai danni di Martina di Giuseppe, che ha posto fine alla bella avventura della nostra azzurra (e, nel correggere un errore che abbiamo fatto dopo la sua vittoria nei quarti di finale, con questo risultato avrà accesso al tabellone principale del torneo di Palermo saltando le qualificazioni con uno special exempt). Oggi, invece, il netto 6-2 6-0 ai danni della beniamina di casa Patricia Maria Tig.
Assente dal circuito WTA negli ultimi 18 mesi, la rumena era tornata con la piccola Sofie al suo fianco, da neo-mamma, e dopo aver ricevuto una wild-card per le qualificazioni si è spinta fino all’ultimo atto con vittorie importanti ai danni di ottime giocatrici su terra come Anastasija Sevastova e Laura Siegemund. Nulla ha potuto, oggi, contro un’avversaria molto più in palla, probabilmente sfruttando anche le energie in più rimaste al termine di una settimana molto positiva dove ha anche eliminato (7-5 6-3) la numero 2 del seeding Viktoria Kuzmova.
Festeggia dunque il Kazakistan, che conquista il secondo titolo nel 2019 dopo Yulia Putintseva a Norimberga. Due atlete che avevano cominciato le rispettive carriere sotto la bandiera russa ma che entrambe sono state idealmente investite dalla potenza economica del Kazakistan che si è gettato su diversi talenti russi allora al di fuori dei primi 50 del mondo al maschile e al femminile (cosa che sta succedendo anche con Aleksander Bublik al maschile, ora in finale a Newport). A oggi, se nel maschile riescono a tenersi a galla con qualche buon talento ora in top10, nel femminile stanno entrando in una crisi molto importante perché adesso non avranno più top-40 come mai era successo dal 1996. Putintseva è ora all’intero di quel limbo mentre Rybakina salirà attorno al numero 65 del mondo. Soprattutto, in un momento così povero loro due, ma soprattutto Rybakina, potrebbero diventare un rimpianto.
A Losanna, invece, Fiona Ferro ha spezzato le speranze di Alizé Cornet di bissare il titolo dello scorso anno. L’ex numero 12 del mondo lo scorso anno si era imposta proprio in questa settimana, a Gstaad, nell’ultima edizione del torneo giocatasi nell’impianto dove si svolge l’ormai abituale evento ATP 250. La licenza è passata a Losanna e il trofeo è passato da una transalpina all’altra. Era dal 2009 che mancava un derby tricolore in finale, con Aravane Rezai che si era imposta a Bali dopo il 7-5 del primo set contro Marion Bartoli, costretta poi al ritiro. Oggi la giocatrice classe 1997 si è imposta 6-1 2-6 6-1 contro la giocatrice di Nizza, che a inizio settimana aveva battuto prima Martina Trevisan e poi Jasmine Paolini.
Oltre alle due giocatrici italiane, le vere star attese sono cadute quasi subito. Julia Goerges è stata vittima di un infortunio al polso che l’ha costretta, tra l’altro, a saltare anche l’evento di Palermo. Caroline Garcia è stata sconfitta al secondo turno contro Bernanda Pera, crollata poi proprio in semifinale contro Ferro, emersa vittoriosa da una rimonta quasi impossibile al secondo turno contro Mihaela Buzarnescu, in cui è rientrata da 1-6 2-5 per imporsi 1-6 7-6 7-5. Con questo risultato, Ferro salirà attorno al numero 75 del mondo, migliorando il precedente best ranking al numero 82.
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