Non c’è pace per Novak Djokovic, che da Presidente del Council ATP, vive momenti di non serenità in una fase transitoria per il futuro organizzativo e dirigenziale del tennis.
Ieri durante la conferenza stampa dopo il semplice match contro Kudla, Bill Simons, noto giornalista di tennis, ora diviso tra Tennis Channel e Inside tennis, ha chiesto a Novak come mai considerasse Justin Gimelstob per un possibile ritorno nel board, dopo quello che è successo e la condanna per aggressione aggravata.
È venuto fuori che Djokovic non avesse nemmeno letto le carte del processo:
ND: “È stato dichiarato colpevole?”
BS: “Si è dichiarato tale, secondo le carte. Ha usato l’espressione “No contest”, che nella corte della California vuol dire rinuncia a difendersi, in pratica un’ammissione di colpevolezza. Quando il giudice gli ha chiesto se fosse a conoscenza di ciò, ha risposto “Sì”, per cui è colpevole.
ND: “Non ho letto le carte. Ho parlato con Justin che è un mio caro amico e ovviamente ho sentito solo quella parte della storia, la sua versione dei fatti. Però sento che tu mi stai attaccando”.
BS: “Non ti sto affatto attaccando, sto solo chiedendoti se avessi letto le carte, perché trovo strano che un condannato per aggressione rappresenti il nostro sport”.
ND: “Le leggerò, certo. Però mi sento attaccato per questo”.
Suona abbastanza strano che Djokovic, da Presidente del Council e dunque rappresentante del Board, non abbia trovato il tempo di leggere la sentenza in considerazione della scelta dei collaboratori per ridisegnare il futuro Council/Board.
Le polemiche dunque continuano tra uno scambio e un secondo turno all’All England Club, dove splende il sole ma probabilmente soltanto qua fuori.
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