Pete Sampras diceva: “Non si può essere sempre al massimo per vincere; ci sono cinque giorni all’anno in cui puoi battere chiunque, cinque in cui puoi perdere da chiunque, per il resto devi arrangiarti”.
Abbiamo scomodato uno dei più grandi di sempre per dire che Matteo Berrettini questa cosa sembra già saperla: oggi ha vinto probabilmente la partita più difficile e importante della sua carriera e l’ha fatto riuscendo a rimanere a galla nella tempesta che Dieguito Schwartzman gli ha proposto, non sbagliando quasi mai, riuscendo sempre a dare fastidio al rovescio dell’azzurro che soffre quella palla profonda e piatta. L’argentino spinge sempre, sbaglia poco e su questi campi, data la statura, riesce a rimanere basso e a muoversi bene.
Tanti errori da parte di Berrettini, non tutti davvero gratuiti: è proprio il gioco dell’avversario a costringerlo a dover trovare qualche soluzione alternativa.
Di suo, Matteo ha sbagliato troppe risposte, procurandosi non tante occasioni sul servizio di Schwartzman e fallendo nel concretizzare quel vantaggio che ha avuto per chiudere il primo set; a quel punto la partita è diventata una lotta complicata nella quale Berrettini ha salvato tre match point nel quarto set.
Si regala quindi il primo ottavo di finale Slam della carriera, quello agognato e quello pronosticato dopo i tornei di preparazione sull’erba, terminati con vittoria e semifinale.
Attende ora Roger Federer, quello che lui ha definito il suo “idolo di sempre”. Chissà che non si possa sognare oltre.
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