[7] S. Stephens b. [19] G. Muguruza 6-4 6-3
Un anno dopo, Sloane Stephens è ancora tra le migliori otto a Parigi. È un cammino abbastanza silenzioso, non perfetto, ma che fino a ora ha reso tanto.
Dopo il comodo esordio è seguito un secondo turno faticoso, un secondo set dove ha avuto bisogno di non disunirsi fino alla fine per chiudere contro Sorribes Tormo mentre al terzo turno ha raccolto una vittoria faticosissima in due ore e mezza contro Polona Hercog. Oggi ha speso quasi due ore, ma è venuta a capo di Garbine Muguruza che forse per la prima volta da tanto tempo a questa parte ha offerto una prestazione convincente e dove forse si faceva preferire in diversi momenti dell’incontro.
Stephens non è sembrata sempre al meglio delle energie. Spesso passiva, con il rischio di cominciare l’incontro sotto di due break e tanta fatica per rimanere in scia alla sua avversaria. Muguruza gestiva meglio i punti, era sempre lei a cercare le aperture verso gli angoli. Non era particolarmente devastante ma meritava il vantaggio di 3-1. Stephens, però, in una delle prime fiammate ha messo in azione il proprio rovescio lungolinea che le ha dato due punti chiave per l’aggancio sul 3-3. Da lì, è salita 4-3 senza crescere, giocando forse troppo centrale, ma colpendo abbastanza forte da far perdere il controllo alla sua avversaria.
Muguruza si è persa la prima di servizio sul 3-4, finendo per perdere un lungo game anche a causa di una smorzata troppo comoda per la sua avversaria, ma con buona determinazione ha subito ricucito il divario, salvo perdere per la terza volta consecutiva la battuta in un game dove Stephens l’ha messa nell’angolo, il destro, facendole perdere tanto campo e non riuscendo a gestire il top spin importante che la statunitense dava alla palla. Forse la spagnola avrebbe meritato di più, ma il punteggio alla fine diceva 6-4 per la sua avversaria.
Il secondo set iniziava in maniera ancora molto equilibrata ma Muguruza, costretta a inseguire, finiva per avere sempre più difficoltà a proteggere il proprio servizio. Per tutta la partita, poi, a Stephens riuscivano colpi difensivi estremamente profondi. Muguruza, spesso sorpresa, talvolta proprio fuori posizione, sembrava quasi incredula all’ennesimo colpo non rigiocato. Non stava faticando come in altre occasioni, ma a Stephens bastava poco per far suoi i punti e nei momenti cruciali veniva spesso fuori la sua fragilità nel gestire i punti, finendo in difficoltà nello scambio o concludendo con errori frutti di tensione. Così, sul 4-3 Stephens allungava nuovamente e dopo un lungo game al servizio, con 4 match point mancati, ha comunque trovato la chiusura.
Adesso, per lei, ci sarà Johanna Konta, che in poche settimane è sembrata aver trovato la perfetta sintonia con la terra battuta e dopo aver raggiunto la finale a Rabat ha bissato il risultato a Roma e ora ha travolto Donna Vekic 6-2 6-4 per la quarta vittoria consecutiva a Parigi. Per rendere l’idea: prima del 2019 era a 0 vittorie e 4 sconfitte nel tabellone principale del secondo Slam stagionale.
Infine, Petra Martic è riuscita al quinto tentativo a conquistare i primi quarti di finale Slam in carriera. A 28 anni la croata ha battuto 5-7 6-2 6-4 Kaia Kanepi e martedì giocherà contro Marketa Vondrousova nel quarto di finale meno nobile della parte bassa del tabellone. Eppure, considerato il grande momento di forma di entrambe, non sarebbe neppure sorprendente se finisse per essere la partita più bella di questa sezione.
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