S. Kenin b. [10] S. Williams 6-2 7-5
Cade Naomi Osaka, cade Serena Williams. Si apre completamente la parte alta del tabellone femminile del Roland Garros, che se non fosse per la presenza di Simona Halep sarebbe un’occasione d’oro per chiunque si trovi in quel settore.
Sofia Kenin, statunitense di origine russa, ha completato un nuovo risultato contropronostico di questo Slam che sta mettendo in luce tantissimi personaggi delle seconde file che stanno riuscendo a farsi strada con prestazioni come quella di Kenin oggi, che ha sovvertito un pronostico molto simile a quello di Katerina Siniakova poche ore prima.
Per certi versi le due giocatrici non sono neanche troppo distanti, come linee di gioco. Kenin è bravissima nel leggere il gioco e nel far colpire male le sue avversarie, fattore che anche oggi ha inciso nel clamoroso successo contro una leggenda del tennis USA come Serena, ancora una volta sconfitta prematuramente in un Major e che è al quinto fallimento in un torneo di questo livello. Certo, “fallimento” è forse eccessivo per chi comunque abbia raggiunto due finali nel frattempo, ma Serena vuole quel 24 da matti. È forse la vera ragione per cui è tornata a giocare dopo la maternità, eppure ancora sembra mancare una vittoria che possa rinforzare quell’idea.
Oggi sono arrivati tantissimi errori non forzati e una sensazione di star male in campo nel cercare di forzare a tutta, evitare di allungare i punti proprio perché dall’altra parte c’era una ragazzina molto tosta, che per prima prendeva il vantaggio e non ha mai dimostrato di soffrire la tensione nei momenti più delicati: al servizio per il primo set, sul 5-2, e poi nel momento in cui ha chiuso a zero il decimo game del secondo parziale, quando era dietro 4-5. Sul 5-5 Serena ha avuto fretta, troppa foga, e con 4 gratuiti ha regalato il break alla sua avversaria che poi, con tutta la pressione possibile, è riuscita a tenere la battuta e portare a casa la vittoria più bella della sua vita.
L’ultima statunitense a battere Serena fu Sloane Stephens, nell’Australian Open 2013. In quella circostanza la ex numero 1 del mondo si girò una caviglia che la tenne poi fuori a lungo. Qui, nulla di anomalo. Solo la bravura tattica della sua avversaria che si è dimostrata superiore a una grandissima campionessa che ora sarà di nuovo costretta a una riflessione: Wimbledon è molto vicino, e forse rimane il terreno migliore per lei, ma la concorrenza si sta facendo molto agguerrita. Non c’è solo Osaka a poterla mettere in difficoltà.
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