[3] R. Federer b. [24] S. Wawrinka 7-6(4) 4-6 7-6(5) 6-4
È stata una partita molto bella, giocata da due giocatori che non sono certo nel loro prime time – e forse neanche nel second – ma che oltre ad avere un talento infinito hanno avuto l’amore per il tennis necessario per presentarsi ad un appuntamento così prestigioso senza far rimpiangere niente. Wawrinka alla fine ha pagato il fatto di essere un giocatore più “normale” dell’immenso fuoriclasse che era dall’altra parte della rete, capace di tirar fuori un S&V sulla seconda di servizio nella palla break che poteva rimettere in partita l’avversario, e tirar fuori una carezza che faceva morire la palla prima della riga di servizio. Ma naturalmente questo è solo uno dei tanti prodigi che anche oggi Roger Federer ha distillato per il fortunato pubblico del Suzanne Lenglen e in definitiva per noi tutti. Il 38enne che ogni volta che mette piede in campo batte un record, molto spesso il suo, (sapete chi ha giocato più quarti di finale slam di Federer? esatto, nessuno) è arrivato a Parigi in ottime condizioni di forma, preciso e veloce, con un dritto che senza essere devastante come una volta rimane un colpo difficile da controllare per gli avversari e con una solidità di rovescio che non è nuova ma che è sempre stata annacquata, diciamo così, dall’incredibile varietà di colpi dell’uomo di Basilea. Va dato atto a Wawrinka di aver tenuto la partita in bilico con cotanto avversario, anche se a dire il vero il punteggio poteva- e forse doveva – essere più severo, se solo Federer avesse sfruttato meglio qualcuna delle altre 16 palle break accumulate nei quattro set. Naturalmente molto merito va a Wawrinka, ma a volte Federer ha steccato colpi non certo più difficili del solito, tanto da far temere i suoi tifosi che fosse tornata la sindrome da palla break che ogni tanto ha colpito mister 20 slam. Ad ogni modo Federer ha vinto il tiebreak del primo set e sembrava lì che la partita potesse aprirsi, ma a primo passaggio a vuoto, frutto di scelleratissime scelte tattiche, dal 40-15 del terzo game è arrivato il break, che Wawrinka in qualche modo ha tenuto fino alla fine del set.
Sembrava che la bilancia del match potesse a questo punto pendere dalla parte di Wawrinka, perché Federer perdeva efficacia col servizio e cominciava anche a rispondere meno bene, tant’è che quando nel settimo game è arrivato il secondo break del match, la partita sembrava avesse trovato un suo padrone. Invece nel game successivo Federer è arrivato a 15-40 con uno scambio meraviglioso per il numero di variazioni che è riuscito a trovare e stavolta Wawrinka non ha fatto il solito mezzo miracolo, rimettendo in partita il numero tre del mondo. Di nuovo è sembrato che il match potesse cambaire direzione, perché Federer arrivava facilmente a 5-4 e riusciva per due volte a procurarsi un set point, solo che Wawrinka metteva sempre la prima e rinviava il tutto ad altri momenti. L’ultimo game di svoltaè stato forse l’undicesimo, quando Federer era costretto a salvare due palle break prima di concludere alla quarta occasione il game. Il tiebreak del terzo set Federer lo apriva con un altro dei suoi tanti capolavori odierni, una volée quasi in tutto a campo aperto dopo uno scambio meraviglioso che gli dava il primo mini break. Wawrinka sembrava sempre più sulla corde e cedeva un altro punto di servizio sull’1-4 e Federer andava a servire sul 5-2. Roger provava ancora una discesa a rete sulla seconda e come al solito veniva infilzato, cosa che permetteva a Wawrinka di rimontare un mini-break. Era un’altra risposta tirata un po’ così a dare a Federer i tre set point necessari a riportarsi avanti, dopo che i primi due erano stati annullati da due prime di Wawrinka.
L’unico scossone del quarto set era quello della pioggia che si annunciava fragorosa e che induceva a sospendere il match prima ancora che arrivasse, sul 3 pari. Grande lezione di strategia dell’organizzazione francese, ma tanto è inutile sottolinearlo, qui si preferisce il “siamo tutti uguali e gli italiani non sono da meno”, certo, come no. Alla ripresa, Federer perdeva il primo game, sarà anche l’ultimo. Giusto un pizzico di emozione al momento di chiudere, con la prima che si perdeva per strada, e poi l’ennesima semifinale, con Nadal come premio.
Ci sarà tempo per ripensare all’ennesimo Fedal, il primo a Parigi dopo 8 anni, oggi, una volta di più ci si goda questo fenomenale fuoriclasse, capace di far sembrare quasi semplice un’impresa che molti top10 si sognano. Non capite male, qui si parla di Nishikori…
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