[1] N. Djokovic b. S. Caruso 6-3 6-3 6-2 (Fausto Consolo)
Dalle qualificazioni sino al Philippe Chatrier contro il migliore giocatore del mondo, passando per la grande vittoria su Gilles Simon, Salvo Caruso esce da questo Roland Garros a testa alta e tra gli applausi del pubblico parigino, ma oggi Nole Djokovic ha fatto valere il suo status di numero uno del ranking ATP vincendo in tre set apparentemente comodi. In realtà, il 26enne di Avola ha lottato e tenuto testa al più quotato avversario molto più di quanto non dica il 6-3 6-3 6-2 finale, dimostrando a tratti una buonissima tenuta degli scambi sulla diagonale preferita del serbo, quella di rovescio, e regalando anche qualche bel vincente ai presenti e ai telespettatori.
Il match si apre con Djokovic efficace al servizio e con un Caruso, ancora contratto, che fatica in risposta e fronteggia una palla break già nel secondo gioco, ben salvata con un vincente di diritto. Una volta rotto il ghiaccio, il serbo scappa via nel quarto gioco, il siciliano soffre la solidità dell’avversario sulla diagonale di rovescio e affossa in rete la palla break dopo di un estenuante “braccio di ferro”. Nonostante lo svantaggio, Caruso reagisce, diverte il pubblico recuperando una buona smorzata di Nole e ottiene subito due palle del controbreak, ma il numero uno del mondo continua a gestire i propri turni di battuta con grande autorità e ricaccia indietro il nostro connazionale. Sul 4-2 ci sono altre due palle break per l’avolese, una delle quali con un difficilissimo cross di diritto in controbalzo, ma delle ottime prime salvano ancora Djokovic, che amministra il vantaggio e si aggiudica la prima manche per 6-3.
In apertura di secondo set Nole prova subito a rompere l’equilibrio: stavolta l’azzurro è più solido negli scambi, salva due palle break e vince meritatamente un game da dieci minuti e dodici punti. Tuttavia, il break non tarda ad arrivare: due gratuiti consecutivi di Caruso, rovescio incrociato e inside in di diritto (entrambi lunghi), consegnano a Djokovic il 3-2 e servizio. Salvo prova a scuotersi nel game successivo urlando con rabbia, ma un bel vincente viene vanificato dal successivo errore su un attacco di diritto da metà campo: 4-2. Nel frattempo, “leitmotiv” della partita è sempre lo stesso: il serbo amministra nei propri turni di battuta e il nostro connazionale resiste, sopperendo alla mancanza di punti gratuiti dal servizio affrontando gli scambi senza alcun timore reverenziale e dimostrando buona abilità negli spostamenti, specialmente in avanti. Il parziale si chiude con un altro break a favore del numero uno del mondo: sul 15-40 Caruso gioca corto, Djokovic entra dentro il campo e conquista un altro 6-3 con una volée incrociata di rovescio.
Nella terza manche, il serbo inizia con qualche gratuito di troppo, ma fa valere ancora una volta la differenza di classifica e annulla con mestiere una palla break. Identica situazione, ma a parti invertite, nel quarto gioco: sul 15-40, Caruso fiuta il pericolo, alza il ritmo e vince quattro punti consecutivi, portandosi sul 2-2. Nel sesto gioco arriva l’allungo decisivo di Djokovic, il nostro portacolori perde lucidità e regala il break all’avversario mandando in sequenza un rovescio e un diritto in rete. Nonostante il match sia ormai compromesso, Salvo non perde la speranza e continua a incoraggiarsi a gran voce: sa bene che ogni secondo trascorso oggi sul Philippe Chatrier sarà tanto indimenticabile quanto prezioso per il futuro, ma testa e gambe non rispondono più. Finisce 6-3 6-3 6-2 in 2:04 ore di gioco.
Non si ripete dunque, a distanza di un anno l’impresa “sicula” sul rosso parigino, quando ad eliminare Nole fu Marco Cecchinato. Il serbo, che oggi sembrava soffrire il caldo torrido che imperversa su Parigi, attende negli ottavi di finale il vincente del match tra Struff e Coric.
[4] D. Thiem b. P. Cuevas 6-3 4-6 6-2 7-5 (Giovanni Putaro)
Era chiamato ad una prova convincente, la prima, qui a Parigi, Dominic Thiem, mentre quella maturata ai danni di Pablo Cuevas è un’altra partita opaca, con molti alti e qualche basso, riconducibile alla testa, più che al tennis, che, grossomodo, ha viaggiato sempre sugli stessi standard.
Thiem parte tutt’altro che bene, subendo un break in apertura, figlio di un ingresso in campo distratto e disordinato. Chiamato a rincorrere, inizia a martellare, inanellando certezze e game, ed infilando, dal 2-1 in favore dell’uruguaiano, una serie di cinque giochi ad uno che lo portano alla conquista del set.
Altro giro, stessa corsa, nel secondo parziale. La testa di serie numero quattro si concede un lieve blackout e tanto basta affinché perda un servizio che recupererà immediatamente dopo, anche perché, oggettivamente, Cuevas, pur essendo un terraiolo, pur dimostrandosi un buon giocatore, non ha le carte per impensierire Thiem: nello scambio non c’è storia e giusto qualche steccata o accelerazione frettolosa del giovane possono portare il punto all’uruguagio, che per rimanere ancorato ha solo da affidarsi alla battuta, sperando, in prospettiva, di mangiucchiare qualcosa in risposta. E molto più di qualcosa arriva nel decimo delicatissimo gioco, interpretato malissimo da Thiem, che concede break, set e parità.
È, sostanzialmente, l’ultimo momento in cui il match è rimasto in equilibrio nel computo dei set, prima della mattanza austriaca, in quei venti minuti di fuoco e strapotere della terza frazione che lo hanno visto issarsi 5-1 e, poi, chiudere 6-2.
Nel quarto, uno scoraggiato Cuevas cede il servizio a zero nel game d’esordio e tanto basterebbe a Thiem per archiviare la pratica, e invece ecco puntuale un altro buco di concentrazione, un altro irrigidimento, con, stavolta, anche tanto nervosismo, che porta all’insperato controbreak di Cuevas a metà manche. Thiem comincia ad essere discretamente falloso, ma fortunatamente per lui nell’undicesimo gioco Cuevas si scava la fossa da solo e, con un rovescio affossato in rete, concede il salvifico break decisivo all’austriaco, che al cambio campo non sbaglia e approda agli ottavi, dove affronterà uno dei due francesi rimasti a tener alta bandiera di casa: Gael Monfils.
[6] S. Tsitsipas b. F. Krajinovic 7-5 6-3 6-7(5) 7-6(6) (Giovanni Vianello)
La partita tra Tsitsipas e Krajinovic era stata interrotta ieri per oscurità nel terzo set, con Tsitsipas che conduceva per due set a zero ma era sotto di un break nel terzo set. Il greco ha sofferto di un avvio un po’ a rilento, andando sotto di un break nel primo set. Il gioco di Stefanos in quei frangenti era abbastanza spumeggiante, ma infarcito di gratuiti che hanno consentito al serbo di arrivare avanti 4-2 e servizio. A questo punto Tsitsipas ha ridotto i gratuiti ed il serbo è un po’ calato. Il risultato è stato il 7-5 finale in favore di Tsitsipas.
Nel secondo set si è visto un Tsitsipas davvero molto buono. Il greco ha servito bene (non ha offerto neppure una palla break) e giocato molto bene da fondo e già al quarto game si è portato avanti di un break, chiudendo la frazione con un 6-3. Il terzo set è stato molto combattuto, si sono contati 4 break fino al 5-5 della sospensione. Alla ripresa Krajinovic è stato bravo a vincere al tie break allungando la contesa. Grande lotta anche nel quarto, risolto di nuovo in volata: stavolta è stato il greco a vincerlo per 8 punti a 6. Domani sfida molto intrigante con Stan Wawrinka.
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