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Barty, un 2019 speciale: l’australiana è ai quarti di finale anche al Roland Garros

[8] A. Barty b. S. Kenin 6-3 3-6 6-0

Non sappiamo se ad Ashleigh Barty la terra battuta stia cominciando davvero a piacere. Quello che appare, però, è che stia imparando molto bene a gestirla e ad adattarsi al meglio anche alle diverse condizioni atmosferiche. Ieri ha vinto un’ottima partita in doppio qualificandosi ai quarti di finale con Victoria Azarenka, salvando tre match point a Belinda Bencic e Viktoria Kuzmova, con 33 gradi e caldo afoso, oggi con 15 gradi in mano e una pioggerellina leggera ha battuto in tre set la giustiziera di Serena Williams, Sofia Kenin (o Sonya, come a lei piace farsi chiamare).

Impressionante la crescita di questa ragazza, che ha appena compiuto 23 anni e che in questo 2019 si sta togliendo soddisfazioni enormi. Il suo quarto di finale al Roland Garros, sulla superficie meno adatta, può essere un tesoretto di punti molto importante per il resto della stagione e vuol dire arrivare a 28 vittorie su 33 partite in stagione con quarti di finale raggiunti praticamente in ogni torneo giocato. Sydney, Australian Open, Miami, Madrid e ora il Roland Garros. Ha mancato l’appuntamento solo a Indian Wells, perdendo agli ottavi nella partita fiume contro Elina Svitolina che si è imposta in tre ore e 12 minuti rientrando da 1-3 nel set decisivo e poi a Roma, dove fu travolta da un’ispirata (e più performante di lei sulla terra, se in giornata) Kristina Mladenovic.

Non era facile pensarla fino alle migliori 8 anche al Bois de Boulogne, anche perché nel suo ottavo c’era Serena Williams che anche lo scorso anno, con pochissimi match nelle gambe, riuscì a batterla in tre set. Era una scommessa per tanti, anche per lei probabilmente che sta scoprendo di poter alzare sempre più il limite e sa anche che questi ottimi risultati potrebbero spingerla molto in alto nella seconda parte di stagione. Intanto, però, c’è da gestire quello che è il miglior momento della carriera.

Oggi si è subito involata 5-1, guidando gli scambi e non dando modo a Kenin di costruire la sua partita come fatto contro Serena due giorni fa. Forse anche per la sua ottima mano e la buona varietà di cui dispone, Barty non ha mai dato modo all’avversaria di imporre ritmo e di farle giocare quei colpi che la mettevano costantemente fuori posizione. Kenin ha alzato un po’ il livello da 1-5 nel primo set, ha accorciato le distanze e ha poi preso vantaggio all’inizio del secondo chiudendo con un 6-3 a suo favore, ma nel terzo l’ottima partenza dai blocchi della numero 8 del seeding ha riportato tutta l’inerzia al di là della rete. Kenin, senza controllo del gioco, ha aumentato i gratuiti e non è riuscita a far suo neppure un game nel set decisivo.

Non è facile riemergere, mentalmente, dopo aver sconfitto una grandissima come Serena Williams. Non è roba da tutti, ma questo non declassa la vittoria dell’altro giorno. Semmai riporta alla mente il dato che l’ultima in grado di vincere il match successivo, a livello Slam, fu Garbine Muguruza nel Roland Garros 2014. La stessa spagnola, con Angelique Kerber e Naomi Osaka, ha poi vinto un Major battendo proprio la statunitense in finale. Questa però è un’altra storia. In ogni caso, Barty avrà un’altra americana sulla sua strada: Madison Keys, che è riuscita in quello che Naomi Osaka non ha potuto fare. La numero 14 del seeding, malgrado tanti game molto combattuti e scambi piuttosto lunghi, ha prevalso sulla strenua difesa di Katerina Siniakova vincendo l’incontro con un falso 6-2 6-4. La ceca, anche oggi molto generosa nel rincorrere ogni palla dell’avversaria, avrebbe probabilmente meritato almeno un long set giocato fino alla fine.

Diego Barbiani

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