[WC] V. Azarenka b. [5] E. Svitolina 4-6 6-1 7-5
Ci credeva soltanto lei, Victoria Azarenka, di poter ribaltare una partita finita, quasi chiusa, che Elina Svitolina doveva soltanto raccogliere. Il clima sul Campo Centrale del Foro Italico era pressoché spento, malgrado uno sparuto gruppo di irriducibili rimasti sulle tribune a fare un gran baccano nonostante un tempo infame, tremendo e crudele, protagonisti anche oltre le righe di tantissimi fischi piovuti durante la seconda sospensione e di boati al momento del rientro in campo delle giocatrici.
C’era voglia di vederle giocare, perché dopo un primo set così tirato vedere uno spettacolo interrotto a causa del maltempo lascia il groppo in gola, soprattutto coi prezzi folli che si devono pagare per vedere del tennis quest anno. Ebbene, alla fine chi ha avuto la forza di rimanere su quelle tribune a patire quel freddo si è goduto una battaglia enorme e carica di significati, perché la bi-campionessa in carica del torneo femminile è uscita di scena dopo una clamorosa rimonta della ex numero 1 del mondo.
Ci credeva soltanto lei, dicevamo, perché il clima che si respirava sul 4-1 e servizio e ancor di più su 5-2 e servizio per Svitolina, era quello di fine film, quando scorrono i titoli di coda e si incomincia a guardare l’orologio contando i pochi minuti che mancherebbero alla fine. Fortunatamente, però, in questo sport non esiste un limite di tempo, e c’è tutto il modo di provare un ultimo assalto.
Svitolina, malgrado un livello del proprio servizio crollato anche per la mancanza di ritmo partita e di due sospensioni per pioggia che hanno pesato più su di lei che sull’avversaria, aveva forse interpretato la miglior partita del suo 2019 per un set intero (il primo) e quasi tutto il terzo. Le è mancato un nulla, alla fine, perché sul 5-2 e servizio ha anche avuto match point, volato via con un brutto schiaffo al volo di dritto terminato ben oltre la linea di fondo, ma al di là di questo l’impresa di Azarenka è nata ben prima, quando si è rialzata sotto 0-3 e doppio break in quel set decisivo, consapevole di essersi messa lei in quella situazione con qualche brutto gratuito di dritto, e aver subito cancellato tutto cercando una ripartenza che è stata ripetuta poi tre volte, perché fino al quarto game alla battuta non era mai riuscita ad aggiudicarsi il turno.
Rispetto alla partita di Madrid, per non parlare di gran parte di quelle giocate a marzo in Nord America, Svitolina era apparsa molto efficace. Per la prima volta da tempo era sparita la fasciatura al ginocchio, poi i movimenti lungo il campo non sembravano mai pesanti. Probabilmente, e glielo auguriamo, il problema fisico è diminuito, e questa vittoria le sarebbe servita come il pane per provare a cementificare qualcosa in vista del Roland Garros, dove arriverà con 4 sconfitte consecutive sul groppone. Oggi, però, ha messo in mostra un gran tennis tra grandi sacrifici in fase difensiva, tanto ritmo e recuperi che finivano spesso negli ultimi centimetri di campo, con Azarenka che per buona parte del primo e del terzo set non riusciva a sfondare. Giocava profondissimo, cercava di aprirsi il campo, eppure l’altra era sempre sulla palla e quella tornava sempre indietro. Il dritto andava un po’ a sprazzi, ma nei momenti in cui riusciva a farlo viaggiare era spesso un vincente. Poi c’era il cuore, grande, di chi non avrebbe mai mollato di un centimetro.
Il primo set è scappato per un game perso sul 4-5, il secondo è stato paradossalmente dominato con 19 degli ultimi 20 punti vinti dall’1-1 30-15 per la sua avversaria che ha sbagliato tanto, deconcentrata, fin dalla prima ripresa dopo la sospensione per pioggia. Nel terzo, però, Svitolina aveva riportato il livello di gioco ai picchi del primo, intenso parziale e Azarenka sembrava non riuscire a starle dietro. Nel complesso non stava sbagliando troppo, ma era dall’altra parte che non arrivava alcun regalo e c’era sempre un’ottima difesa. Per lei era tutto più complicato, perché più andavano avanti e più Svitolina trovava coraggio di affondare i colpi con alcuni dritti vincenti di grande coraggio e qualità. In questo bilanciamento perfetto tra solidità e aggressività, però, c’era un neo che nelle fasi finali è diventato un gran problema: il servizio. Malgrado tutto, malgrado i miglioramenti fatti soprattutto sulla prima palla, la seconda diventa molto vulnerabile se la situazione si fa pericolosa. Il braccio si irrigidisce troppo, e con se un po’ tutto il resto del corpo, creando differenze anche di 60-70 chilometri orari. Tra secondo e terzo set, l’ucraina ha messo insieme appena un punto vinto su 25 giocati con la seconda palla. Un mezzo disastro, soprattutto perché nelle fasi decisive non riusciva a mettere in campo la prima e Azarenka, che capiva di non poter attendere, entrava continuamente portandosi a casa il punto.
Al resto ci ha pensato la bielorussa, che dopo aver cominciato la grande rimonta con il break del 3-5 ha poi tenuto a zero il primo turno di battuta, per lei, del parziale e poi si è presa il 5-5 alla terza chance disponibile, cercando sempre più spesso la via della rete per non entrambe nei lunghi ed elaborati scambi che le proponeva la sua avversaria. Variazioni di ritmo, discese a rete, ha dovuto dar fondo un po’ a tutto il suo repertorio, Azarenka, per far suo anche il game del 6-5, preludio al successo fatto suo con un altro game vinto d’autorità in risposta.
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Da Monterrey a oggi ci sono 3 vittorie su 4 sfide finite al terzo contro le top-10. Non raccoglieva un numero così alto dal 2013, quando fece 4 vittorie su 6. Le altre due occason furono nel 2012 (7 vittorie su 8) e nel 2009, con 3 successi su 6. Adesso, un ottavo di finale molto importante contro Madison Keys o Danielle Collins.
Nell’ultimo periodo il tennis femminile ha vissuto settimane abbastanza travagliate. O meglio, le sue protagoniste principali hanno avuto diversi problemi più o meno noti. Una WTA incerottata, perché se è vero che come sosteneva qualcuno in un anno ci saranno soltanto 5 partite giocate al 100% è anche vero che molte delle big in questo momento non stanno riuscendo a esprimersi come vorrebbero.
LE NOTE NEGATIVE: WOZNIACKI SU TUTTE
Il caso lampante è forse quello di Caroline Wozniacki, che dalla scorsa estate avrà avuto sì e no un mese in cui è riuscita a stare in campo priva di problemi fisici. La off season rovinata, l’arrivo in Australia e un corpo che non rispondeva come doveva, poi un altro virus dopo l’Australian Open, la trasferta in medio-Oriente saltata, due buone settimane tra Miami e Charleston e ora di nuovo problemi. Il ritiro a Madrid è stato seguito infatti da un altro a Roma quando, al termine del primo set perso per 7-6(5) contro Danielle Collins ha alzato bandiera bianca per un dolore alla gamba sinistra.
Poco da fare: il fisico non le garantisce più di essere al 100%, fattore che per lei era fondamentale nel cercare di competere ai massimi livelli. Molto probabilmente l’artrite reumatoide sta influendo, perché nei primi mesi in cui avvertiva questo problema aveva forti dolori alle gambe, infiammate. Difficile dire con certezza se deciderà di scendere in campo a Parigi, per il Roland Garros.
Aryna Sabalenka, invece, preoccupa per un possibile problema alla spalla. Non ha ancora mai chiesto il trainer ma anche oggi, nel 6-1 6-4 subito contro Alizé Cornet, il livello della bielorussa è parso molto basso e con una prestazione fortemente condizionata dal servizio. I numeri sono impietosi e sebbene non siamo in possesso della verità, se si uniscono i puntini viene fuori una situazione ben poco tranquilla. Sabalenka, da che l’abbiamo vista a Indian Wells fermarsi nell’allenamento con Alona Ostapenko per un fastidio, una fitta, alla spalla ha elevato a dismisura il numero dei doppi falli. Fin da Charleston siamo spesso in doppia cifra, fattore che prima non arrivava praticamente mai. Oggi altri 12 a referto, con un numero che ora lievita di partita in partita anche perché Aryna si sta rivelando molto a disagio (e lo si sapeva) sulla terra battuta. La francese al secondo turno affronterà Carla Suarez Navarro, che ha battuto 6-4 1-6 6-3 Dayana Yastremska.
Infine, Ostapenko, ritiratasi dalla sua partita dopo un primo medical time out sul 2-4 nel primo set e dopo aver interrotto nuovamente il gioco dopo il primo punto nel decimo game del secondo. Finirà 6-2 5-4 per Mihaela Buzarnescu, con la lettone che è sembrata claudicante fin dai primi punti e che poi, su Instagram, ha chiesto scusa con un lungo post dove diceva di essersi sentita male fin dai momenti in cui è entrata in campo e che al momento del ritiro si è trovata con oltre 38 di febbre. Si tratta anche del primo ritiro per lei nel circuito maggiore, solo il terzo in carriera contando anche la parte juniores.
LE NOTE POSITIVE
Karolina Pliskova è forse la giocatrice che più di tutte ha mostrato segnali di ripresa. Anche lei aveva avuto molte difficoltà nell’ultimo mese perché dopo il fastidio alla coscia nella finale di Miami è tornata in Europa e ha contratto un fastidioso virus che l’ha tenuta sotto antibiotici per 2 settimane e ha bloccato completamente la preparazione alla terra battuta, fatta sì in Spagna con Conchita Martinez ma a ritmo veramente basso.
Il 6-3 6-4 di oggi contro Ajla Tomljanovic è un passo verso la direzione giusta. Forse le soddisfazioni non arriveranno qui, forse non saranno sulla terra rossa, ma in questo momento per lei è importante tener duro e portare a casa il più possibile. Agli ottavi, per lei, potrebbe esserci Madison Keys in un’altra sfida dove nessuna delle due andrà troppo per il delicato sulla palla. Se non sarà la numero 13 del seeding, allora la ceca dovrà correre parecchio contro Sofia Kenin, apparsa a suo agio su questo terreno.
Julia Goerges aveva fatto preoccupare a Stoccarda, rivelando che non sentiva più 3 dita del piede a causa di un’infiammazione ai nervi. La tedesca, che ha rifilato un netto 6-3 6-4 a Su Wei Hsieh, ha rivelato che si sta allenando senza dolore dallo scorso giovedì. Anche per lei, ora, è soprattutto un discorso di ritrovare una condizione accettabile al più presto anche perché è nella sezione di tabellone dove c’è Naomi Osaka.
Dopo lo stiramento patito nella finale di Istanbul, Marketa Vondrousova è tornata in campo e pur senza brillare ha superato 1-6 6-4 7-6(4) Barbora Strycova. Un successo molto importante per la ceca, classe 1999, che su terra rossa può dare il meglio di sé e che ora avrà di fronte Simona Halep. È vero che la rumena è la chiara favorita del match, ma l’ultima volta Vondrousova riuscì a batterla, a Indian Wells, studiando la partita molto bene in chiave tattica.
Risultati odierni
secondo turno
[WC] V. Azarenka b. [5] E. Svitolina 4-6 6-1 7-5
[4] Ka. Pliskova b. A. Tomljanovic 6-3 6-4
[8] A. Barty b. V. Kuzmova 4-6 6-2 6-3
primo turno
M. Buzarnescu b. A. Ostapenko 6-2 5-4 rit.
[16] J. Goerges b. S. W. Hsieh 6-3 6-4
[Q] A. Cornet b. [9] A. Sabalenka 6-1 6-4
C. Suarez Navarro b. D. Yastremska 6-4 1-6 6-3
M. Vondrousova b. B. Strycova 1-6 6-4 7-6(4)
D. Kasatkina b. [Q] I. C. Begu 6-2 7-6(4)
D. Collins b. [11] C. Wozniacki 7-6(5) rit.
[Q] K. Mladenovic b. C. Garcia 6-1 6-2
B. Bencic b. [12] A. Sevastova 2-6 6-3 6-2
[Q] M. Sakkari b. A. Pavlyuchenkova 6-2 7-5
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