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WTA Madrid: Bencic la spunta al fotofinish contro Osaka. Kvitova abdica contro Bertens

B. Bencic b. [1] N. Osaka 3-6 6-2 7-5

Il secondo confronto nel 2019 tra Belinda Bencic e Naomi Osaka, a Madrid, è stato molto diverso da quello visto a Indian Wells, ma ha confermato quanto di buono stia facendo la svizzera in questo 2019 e ha creato un bellissimo confronto, cresciuto con l’andare avanti dei game, contro la giapponese.

Osaka ha perso al fotofinish in un braccio di ferro serratissimo dove il fattore più bello, oggi, è stato probabilmente vedere entrambe crescere di livello nel terzo set. Potrebbe anche nascere una rivalità tra le due, perché per quanto visto finora Bencic sembra quella che più può creare problemi alla numero 1 del mondo, che ora vede molto a rischio la propria leadership. Simona Halep, vincente a inizio giornata con un doppio 7-5 contro Ashleigh Barty, deve vincere un titolo già portato a casa in due occasioni tra 2016 e 2017.

È mancata al servizio, Naomi, che viaggiava a una media del 70% di prime palle in campo nelle tre partite giocate alla Caja Magica ma che oggi ha servito molto male tra primo e secondo set. Bencic aveva le mani su entrambi i parziali, ma ha mancato il momento chiave nel primo set dove ha lasciato salire Osaka sul 4-3. La giapponese aveva messo 9 seconde di servizio tra il quinto e il settimo game, ma la sua avversaria le aveva strappato il servizio solo nel primo caso e sul 3-4 si è persa, cercando di stringere un rovescio incrociato con tutto il lungolinea libero sul 30-30 e commettendo un brutto doppio fallo sulla palla break. Osaka, con 3 prime e un ace sul set point, evitava di farsi riprendere e chiudeva il set 6-3.

Come detto, però, alla fine ha pesato tanto nell’economia del match i momenti in cui Osaka riusciva a giocare con la prima e quelli in cui metteva in campo una seconda. Lei faceva uguale, in risposta, saltando sopra i servizi della sua avversaria, ma Bencic riusciva non solo a difendersi con numeri più alti, ma anche ad approfittare di ogni circostanza favorevole. A fine primo set era molto scoraggiata, sapendo che quel punteggio se l’era creato lei, ma cancellando 3 palle break nel primo game del secondo parziale ha saputo poi indovinare due rovesci vincenti in apertura di secondo game che hanno costruito una nuova trama.

Osaka ha perso il servizio, Bencic cominciava ad alzare il proprio livello pennellando il campo con qualche rovescio di grande valore. Perdeva la prima sul 3-1, ma cancellava il piccolo passaggio a vuoto colpendo sistematicamente la giapponese in risposta e ritrovando subito 3 game di vantaggio. Un nuovo calo di Naomi e il set si chiudeva 6-2.

Il terzo set è di stato di qualità altissima fin quasi verso la fine. Osaka, che doveva fare qualcosa per cancellare le difficoltà al servizio, ha cominciato ad alzare prepotentemente il livello. Due palle break cancellate sullo 0-1, vincenti che fioccavano e uno status psicologico che ricordava quello dei momenti migliori, dei set decisivi contro Karolina Pliskova e Petra Kvitova, o contro Donna Vekic a Stoccarda. Bencic si è innervosita quando all’inizio del quinto game ha perso il quarto punto della partita a causa di un nastro e ha perso la concentrazione, cedendo il servizio senza troppo lottare. Il sesto game è stato il momento più alto dell’intero incontro: 9 minuti complessivi, occasioni che fioccavano da entrambi i lati e tanti, tantissimi vincenti. Il gioco era più che mai vivo, con entrambe a sfidarsi a chi riusciva a collezionare il punto più bello. Bencic c’era, sempre, nel momento in cui Osaka doveva servire delle seconde, ma i rischi presi dalla giapponese hanno quasi sempre portato il punto e alla fine, raccogliendo un rarissimo gratuito (se così si può definire) della svizzera ha allungato sul 4-2.

Non poteva finire lì, perché con un servizio così poco efficace (ci sono 12 ace, ma ci sono anche le tantissime seconde su cui è stata colpita) e ancora due turni di battuta davanti Bencic avrebbe avuto chance fino alla fine. L’errore, il vero e grave della numero 1 del mondo, è arrivato sul 5-3 e 40-40, quando Bencic si era quasi consegnata dopo un nastro che aveva accomodato la palla sul rovescio di Naomi che ha scelto però di andare sull’incrociato invece di colpire in lungolinea e mandando la palla sotto al nastro. Momenti, nulla più, ma che spaccano i ritmi di una partita che era diventata equilibratissima. Non sono bastati, a Naomi, 23 vincenti giocati solo nel set finale e una qualità inevitabilmente alzatasi: Bencic era sempre lì e senza neanche fare troppa fatica. Così, sul 5-4, ha giocato un bruttissimo game con un calo al servizio e un inizio ben poco rassicurante, sparando un dritto lungo di un metro. Non era probabilmente mai successo, ma lì si è messa da sola in difficoltà. La prima non c’era e oggi difendersi con la seconda era molto difficile. La svizzera ha sistematicamente aggredito e si è presa il break a zero, ha trovato forza e lucidità nel momento chiave e sul 6-5 ha azzeccato altre risposte che le hanno dato il comando del gioco, quando lo scambio riusciva a partire.

Alla fine, dopo l’ultimo errore della giapponese, Bencic si è lasciata andare in una grande esultanza. È la quinta vittoria su 5 uscite contro una top-5 nel 2019. Una scalata cominciata a Dubai e che ora la vede alla seconda semifinale in un Premier Mandatory, che vuol dire anche tanti punti nel ranking. Con questo risultato può veramente provare a fare un anno da top-5, almeno. Domani, il test più grande contro una Halep che va a caccia di qualcosa di molto importante, quel numero 1 che torna a scricchiolare sulle spalle di una Osaka sconfitta, delusa, e che ha lasciato il campo a testa bassa. Le si può dire poco e nulla del gioco, perché ha reso equilibrata una sfida dove partiva indietro sotto tanti aspetti, e sta crescendo di rendimento anche sulla terra, ma oggi quel servizio che tanto era stato efficace fin qui l’ha abbandonata.

Altri risultati

Simona Halep c’è, e continua la sua marcia a Madrid con un ottimo 7-5 7-5 ai danni di Ashleigh Barty. Se questa partita si fosse giocata un anno fa, sarebbe stato probabilmente un 6-2 6-2 in favore della rumena ma l’australiana ha dato gran filo da torcere in ogni set. Ieri raccontava alla stampa che questo era un test di grande valore perché Halep è forse la migliore interprete della terra battuta che c’è al momento nel circuito.

È superiore, Halep, sotto tanti aspetti ancora: ritmo, copertura di campo, efficacia nei colpi. Eppure Barty è riuscita a fare partita alla pari, rientrando sia nel primo che nel secondo parziale da un break di ritardo. Ha ceduto, in questo bel braccio di ferro, solo nei game decisivi dei due parziali, riuscendo però a strappare applausi per la qualità dei propri colpi e facendo ammattire, talvolta, la rumena con le smorzate e le continue variazioni. Se non altro, i quarti di finale raggiunti qui e l’ottimo inizio di stagione (22 vittorie, 4 sconfitte) le possono confermare che può essere veramente un 2019 importante per lei. Oggi, al di là di tutto, non c’era granché da fare contro un’avversaria che nei momenti chiave è spesso stata superiore.

Sloane Stephens si è sbarazzata abbastanza agevolmente di Petra Martic, mentre la vera sorpresa è arrivata inserita con Kiki Bertens che ha travolto Petra Kvitova. La ceca ha abdicato, da campionessa in carica, con un netto 6-2 6-3 subito in un’ora e mezza dove i suoi errori gratuiti sono stati tanti, ma la solidità e il ritmo dell’olandese sono stati altrettanto incisivi in un match che ha sorpreso un po’ tutti vista la storia tra le due che racconta spesso di partite finite al terzo set. Non è stato così stavolta, con Bertens che si è presa la sua rivincita dopo la sconfitta qui in finale un anno fa e quella a Stoccarda, due settimane fa.

Risultati odierni

B. Bencic b. [1] N. Osaka 3-6 6-2 7-5
[3] S. Halep b. [9] A. Barty 7-5 7-5
[8] S. Stephens b. P. Martic 6-4 6-3
[7] K. Bertens b. [2] P. Kvitova 6-2 6-3

Diego Barbiani

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