[7] K. Bertens b. [8] S. Stephens 6-2 7-5
Kiki Bertens lo scorso anno sembrava la sorpresa del torneo di Madrid, giunta fino alla finale dopo una settimana esaltante e sconfitta soltanto dopo tre ore equilibratissime da Petra Kvitova.
Adesso l’olandese ci riprova, tornata a contendersi il titolo giungendo a un ottimo traguardo personale, lei che spesso aveva sofferto momenti di pressione e probabilmente per tutta la settimana, fin qui, ha cercato di pensare il meno possibile al fatto che questi 650 punti raccolti un anno fa fossero la cambiale più pesante che aveva da difendere seconda soltanto alla vittoria a Cincinnati.
“Andrò a Madrid mercoledì, lo scorso anno funzionò piuttosto bene mi pare, spero di ripetere la combinazione” diceva sorridente a Stoccarda dopo l’ottima partita sempre contro Kvitova, dove fu sconfitta soltanto da una grande reazione della ceca a inizio del terzo set. Ebbene, il “giochino” ha funzionato di nuovo. Un cammino quasi immacolato, con 5 game lasciati alla ceca nella personale vendetta ai quarti di finale, 3 ad Anastasija Sevastova agli ottavi, una che comunque mastica molto bene questi terreni. Oggi ne sono scappati 7, come al secondo turno contro Alona Ostapenko, ma la reazione nella seconda metà del secondo parziale merita forse la considerazione maggiore.
Il primo set, un abbastanza agevole 6-2, era maturato anche per demeriti di una Stephens abbastanza spenta. Lei, che già nel primo turno di battuta aveva salvato 4 palle break confermando il proprio, di break, ottenuto in apertura, aveva poi preso il comando del gioco allungando fino al 5-1 e chiudendo poi comodamente all’ottavo game. Nel secondo parziale la statunitense si è svegliata e ha alzato il proprio livello trovando più aggressività e spinta soprattutto in lungolinea, uscendo dalla lunga tela di scambi dell’olandese e colpendola di rovescio, sorprendendola, nella palla che è valsa il 4-2 e servizio. Confermando però una serata non particolarmente brillante, Sloane non ha mantenuto la battuta ritrovandosi subito l’avversaria col fiato sul collo. Al cambio campo sul 3-4, come ha riferito l’account Twitter di WTA insider Bertens ha parlato col proprio coach riferendogli di avere dolore in praticamente tutti i muscoli. Non c’è stato un vero momento di difficoltà fisica, almeno non è parso vedendola in campo, ma questo potrebbe probabilmente dare una spiegazione a un’esultanza inizialmente contenuta e dove poi sembrava non sapere se mettersi a ridere o lasciarsi andare a qualche lacrima.
Per lei, una nuova finale, vuol dire tantissimo perché può non solo salvarle il ranking fino ad agosto ma le consegna di nuovo la chance per competere per il titolo più importante della carriera. Questa volta, in caso di successo, arriverebbe anche il nuovo best ranking al numero 4 del mondo che vorrebbe dire essere la più grande tennista del proprio paese in termini di ranking in singolare. C’è molto da giocare, domani, e come è uscita fuori dal game sul 4-5 in cui è riemersa dallo 0-40 forse con qualche aiuto della sua avversaria, ma gestendo molto bene lei a livello mentale la situazione, fa pensare che non ci saranno grandi problemi e domani darà tutto quello che avrà per provare quella che sembra una missione impossibile: fermare Simona Halep che a sua volta, oltre al terzo titolo alla Caja Magica, andrà a caccia del numero 1 del mondo.
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