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Roland Garros: Pliskova passeggia. Fallimento Mladenovic contro Martic

In una giornata al Roland Garros dove la vicenda relativa a Kiki Bertens ha segnato inevitabilmente il corso degli eventi soprattutto per quanto riguarda la parte bassa del tabellone, tutto il resto del programma si è svolto senza particolari scossoni.

Tutte le teste di serie hanno passato il turno a eccezione dell’olandese, che ha rivelato in conferenza stampa tra le lacrime di aver contratto un virus ieri notte che l’ha fatta stare malissimo allo stomaco, costretta anche a vomitare diverse volte prima di scendere in campo e ritrovatasi al quinto game senza energie e con le braccia che tremavano.

PLISKOVA PASSEGGIA, SVITOLINA NEPPURE SCENDE IN CAMPO

Karolina Pliskova ed Elina Svitolina sono le big che hanno avuto la giornata più agevole, con la ceca che dopo il 6-2 6-3 contro Madison Brengle ha inferto un netto 6-2 6-2 a Kristina Kucova grazie a 8 ace complessivi e grande sicurezza generale, raggiungendo la settima vittoria consecutiva. Come lei al terzo turno, ancor più facilmente, Elina Svitolina che ha approfittato del ritiro a inizio giornata di Kateryna Kozlova.

Adesso la strada dell’ucraina si fa molto ripida. Al terzo turno avrà Garbine Muguruza, che in mattinata ha dato un netto 6-4 6-1 a Johanna Larsson e in caso di approdo al quarto turno avrebbe molto probabilmente Sloane Stephens, che si è un po’ complicata la vita contro Sara Sorribes Tormo (conduceva 6-1 3-0) chiudendo comunque 6-1 7-6(4). Per la statunitense, ora, Polona Hercog che ha vinto la maratona contro Jennifer Brady per 6-3 6-7(8) 6-4.

Diverso il discorso della ceca che si troverà davanti una delle migliori protagoniste della terra battuta di questa stagione: Petra Martic. La croata ha letteralmente spazzato via dal campo Kristina Mladenovic, sconfitta 6-2 6-1 in un’ora scarsa di gioco.

MLADENOVIC, UN FALLIMENTO CHE FA RIFLETTERE

Diciamo così: poteva perdere, ma la stesa presa da Mladenovic in casa, contro Martic, è molto pesante. A incidere su questa situazione ci sono anche state tutte le parole della vigilia rilasciate anche da Sascha Bajin, il suo allenatore, e da qualche addetto ai lavori che si era immediatamente sbilanciato ai primi risultati buoni della francese che dopo quasi 2 anni aveva raccolto (a Roma) un quarto di finale di alto livello.

È bastato pochissimo perché in molti tornassero a vedere in Mladenovic una potenziale e pericolosa mina vagante nello Slam di casa, e francamente qualche indizio c’era. Non tanto i recenti risultati, ma la sensazione che la terra possa realmente esaltarne alcune caratteristiche tra cui un gioco molto vario e ragionato, volto ad attaccare come anche a far giocare male le avversarie, intercambiabile nelle sue fasi e molto redditizio. E dunque, all’inizio di una collaborazione importante e con un coach di grande spessore, l’influenza positiva si stava manifestando nel parziale di 11 vittorie e 3 sconfitte complessivo in cui aveva battuto avversarie che erano apparse in ottima forma nei primi mesi della stagione come Ashleigh Barty e Belinda Bencic.

Il punto, che forse non tutti hanno colto, è che una Mladenovic di buon livello è potenzialmente superiore a entrambe, su terra battuta. Molto dipende dal momento della francese, e siccome a Roma era in grande fiducia, eccola emergere in quel caso con parziali anche netti (6-2 6-3 all’australiana, 6-2 6-1 alla svizzera intervallati da un set perso 6-2). Quando però si era trovata di fronte ad avversarie o di alto spessore generale (Petra Kvitova) o in un grande momento sulla terra battuta (Martic e Maria Sakkari) era sempre uscita sconfitta. Contro la croata, a Istanbul, aveva battagliato oltre tre ore prima di arrendersi; contro la greca è stata travolta perdendo 11 degli ultimi 12 game giocati.

Malgrado tutto, Bajin probabilmente nel tentativo di continuare la sua opera di lavoro mentale per portare la sua allieva al pieno potenziale, aveva avvertito che loro sarebbero andati a Parigi per provare a vincere il titolo e che da adesso Mladenovic doveva avere rispetto per tutti ma doveva capire che loro vanno ai tornei pensando di ripartire solo alla domenica, dopo la finale. In questo quadro forse fin troppo speranzoso, la beniamina del pubblico aveva cominciato con un 6-2 7-6 a Fiona Ferro con un secondo set non brillantissimo e oggi, di nuovo contro Martic, la stesa sotto ogni aspetto del gioco. Petra ha meritato la vittoria fin dal primo momento, mostrandosi coraggiosa e concentrata, attaccando e spezzando il ritmo, ricavando anche tanto dal proprio servizio e spegnendo troppo presto i sogni di Mladenovic di tornare protagonista in casa.

BENCIC SI RIPRENDE A UN PASSO DAL BARATRO, MA DEVE CONCLUDERE DOMANI

Sembrava girare tutto storto a Belinda Bencic, che dopo un set e mezzo era in balia di un’ottima Laura Siegemund e si vedeva vicina ad abbandonare il Roland Garros. Indietro 4-6 2-4, però, la svizzera ha trovato la forza di reagire e cominciare la propria rimonta, tirando fuori anzitutto tanto carattere per scuotersi da una situazione molto difficile e dove stava mancando anche a livello di emotività. Eppure, a un passo dal traguardo, ha cancellato tutto diventando molto fallosa e lamentandosi continuamente, fino ad arrivare alla sospensione dopo il doppio fallo che ha restituito anche il secondo break di vantaggio.

La tedesca, bravissima nel suo gioco d’attacco che su terra battuta ha la sua massima espressione, stava impacchettando un ottimo risultato maturato nel primo parziale grazie al break sul 5-4, al quinto set point, e nel secondo parziale con turni di battuta piuttosto agevoli e un break sul 3-2. Bencic, spalle al muro, ha trovato subito il controbreak che ha annullato buona parte della differenza che si stava vedendo tra le due ma soprattutto ha ridato vita alla numero 15 del seeding che ha cominciato a trovare sempre più soluzioni aggressive verso le diagonali e ha portato la sua avversaria a innervosirsi, perdendo un nuovo turno di battuta sul 5-4.

Aggiudicandosi il quarto game consecutivo, ai vantaggi, Belinda portava tutto al terzo set dove riusciva a sfruttare l’inerzia e ad allungare sul 2-0. La partita era tutt’altro che finita perché la tedesca c’era, pur scivolando indietro di un doppio break sull’1-4, è riuscita a risalire la china approfittando anche del black out della sua avversaria. Dopo aver chiesto lei informazioni su quando si sarebbe sospesa la partita per oscurità, al momento in cui l’incontro è stato sospeso (6-4 4-6 4-4) è sembrata essere la più infastidita dalla decisione, probabilmente conscia del fatto che in quel momento aveva tutta l’inerzia a favore e avrebbe probabilmente chiuso nel giro di una decina di minuti visto come Bencic si stava buttando via da sola a livello psicologico. E invece, domani, si ripartirà da zero con una gara a sprint e probabilmente Belinda rientrerà in campo nella versione migliore.

Diego Barbiani

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