C. Garin b. M. Berrettini 6-1 3-6 7-6(1)
Christian Garin alza con merito il trofeo del “BMW Open” un mese dopo aver ottenuto il primo successo in carriera a Houston e conferma così un periodo di crescita che da oltre numero 200 del mondo un anno fa ha avuto un picco negli ultimi mesi portandolo oggi a ridosso dei primi trenta del mondo. Matteo Berrettini paga l’inizio sottotono in deficit di energie nervose dopo la semifinale giocata in mattinata contro Roberto Bautista Agut e dopo la vittoria a Budapest sette giorni fa, con questa finale chiude due settimane strepitose conquistando il best ranking a numero 31 del mondo.
È la finale più giusta quella che va in scena con un leggero ritardo per una debole nevicata caduta poco prima dell’orario previsto, per il percorso compito dai due per arrivare fin qui. Durante tutta la settimana entrambi hanno dimostrato uno stato di forma eccellente cedendo solo un set in quattro turni giocati e sfoggiando un rendimento altissimo al servizio. Nei primi game i valori vengono rispettati ma quando partono i primi scambi il primo a far valere la sua pesantezza di palla è il cileno che nel terzo game mette gran pressione in risposta costringendo Matteo a sbagliare più volte in uscita dal servizio fino a cederlo alla prima palla break. I colpi di Garin sono esplosivi e portano l’azzurro sempre più lontano dal campo e sempre più in affanno. Matteo si muove in ritardo trovandosi sempre a subire, con la prima palla non ingrana e cede nuovamente il servizio nel sesto game frutto di una sequenza di errori (tra i quali un doppio fallo sul 30 pari) che ne svelano la totale confusione. Un accenno di reazione nervosa si intravede nel settimo game durante il quale l’azzurro costringe il cileno ad annullare quattro palle break prima di riuscire a chiudere 6-1 al terzo set point.
L’inizio del secondo parziale è poco entusiasmante, entrambi lasciano per strada qualche errore e non dominano i propri turni dibattuta anche se fanno molta attenzione a non concedere palle break. Garin è più reattivo nei movimenti e costante nel rendimento mentre Matteo è più altalenante e il suo gioco dipende dalla prima di servizio che quando gli serve non se la fa mancare rimanendo attaccato al match. La sua tenacia viene premiata nell’ottavo game con il peso del match sulle spalle del cileno che inizia a dare segnali di insicurezza. Berrettini gioca con intelligenza, solido in difesa e pronto a passare all’attacco e Garin comincia a sbagliare cedendo il servizio alla terza palla break. Lo sguardo di Berrettini cambia e si accende e come per magia arrivano gli ace, fino a quel momento latitanti, e sono tre tutti insieme con i quali chiude a zero il suo turno di battuta e sigla il 6-3.
Ritrovato l’automatismo al servizio, nel terzo parziale l’azzurro concede il primo punto nel sesto game mentre su quello di Garin si gioca, anche se poco, un po’ di più. Il cileno però si mantiene lucido e non si fa domare. Gioca con ordine e nell’ottavo game approfitta di un calo di Matteo al servizio per portarglielo via. L’occasione di chiudere la partita, arrivata forse così velocemente, destabilizza Garin che non riesce a raccogliere in tempo la giusta concentrazione e si trova 0-40 quasi senza rendersene conto. Si risveglia, annulla le prime due palle break ma sulla terza Matteo passa ristabilendo l’equilibrio. Nel finale il livello del gioco si alza, entrambi dimostrano coraggio e carattere riuscendo a dominare tutte le emozioni che sentono e arrivano al tie-break. Un errore di Matteo in avvio lo condanna ad inseguire e il cileno dilaga non lasciandogli più alcuna possibilità di rimontarlo.
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