Jannik Sinner b. Steve Johnson 1-6 6-1 7-5
«È tuo!», grida un tifoso dagli spalti, con la classica amara ironia capitolina, quando Jannik Sinner, perso per 6-1 il set d’apertura con Steve Johnson, recupera da 0-30 a 30 pari nel primo game del secondo. È solo una battuta, eppure sarà proprio tenendo quel servizio che il diciassettenne altoatesino si sbloccherà e avvierà una straordinaria rimonta. Che si rivelerà vincente, proprio come negli auspici di quel divertito ma in fondo speranzoso appassionato.
Sul centrale del Foro Italico, superato un comprensibile momento di smarrimento iniziale, Jannik, all’esordio assoluto in un Master 1000, non si è limitato a una bella difesa. No, ha cominciato a prendere l’iniziativa e ci ha creduto sempre più: persino quando, dopo aver restituito allo statunitense il 6-1, si è ritrovato sotto per 5-2 nel terzo. Qui ha dovuto anche fronteggiare un matchpoint, che ha annullato con una coraggiosa discesa a rete, e poi è salito in cattedra, infilando una serie di cinque giochi consecutivi senza concedere scampo al rivale, numero 59 del ranking mondiale. Al termine il punteggio di 1-6 6-1 7-5 ha sancito la più bella affermazione di una carriera appena in fase di lancio.
E dire che per un po’ si era temuto che l’inesperienza giocasse un brutto scherzo al talento di San Candido. Il primo set è scivolato via in un lampo e, se la reazione avesse tardato qualche altro minuto a palesarsi, il rischio concreto era incassare una sconfitta pesante. Invece Jannik non ha mollato, è riuscito a tenere i primi tre turni di battuta della seconda frazione recuperando da 0-30 e si è reso sempre più pericoloso anche in risposta, aggiudicandosi cinque giochi di fila dall’uno pari.
Il ruvido e poco fantasioso Johnson era sorpreso. Con ogni probabilità non si aspettava minimamente di essere trascinato al terzo. Lo statunitense ha comunque ritrovato un minimo di solidità e, dopo aver salvato una palla break nel terzo game, è stato lui a strappare il servizio a Sinner nel game seguente, salendo poi 4-1 e 5-2. Qui, come detto, ha anche mancato un’opportunità per chiudere l’incontro. Dopo aver subito il controbreak nel nono game, si è innervosito, tanto da rimediare un warning sul 5 pari.
Jannik non si è distratto, ha proseguito spedito la corsa e, sentendo che il momento era caldo e la preda vulnerabile, ha continuato a spingere con il giusto raziocinio. Non era il caso di invischiarsi in un pericoloso tie-break, meglio chiudere subito la pratica. Sinner ha disegnato il campo con i suoi fendenti e Johnson, sempre più falloso, è uscito con la testa dalla sfida. È significativo che anziché al teenager altoatesino, che avrebbe avuto ogni giustificazione del caso, un fatto simile sia accaduto all’esperto ventinovenne californiano.
Sinner, n. 262 ATP, ha messo in mostra un repertorio completo, privo di lacune significative, se non un servizio logicamente ancora non all’altezza dei top players. È in grado di portare a casa parecchi vincenti sia con il diritto sia con il rovescio, ha un buon ritmo, sa anticipare ed è dotato di un’ottima sensibilità di tocco, evidenziata nel chiudere in bello stile diverse volée. Soprattutto, la mentalità sembra davvero quella giusta. Jannik è già piuttosto bravo in ogni colpo, ma è consapevole di poter migliorare tanto ovunque, e questo è il miglior atteggiamento che possa avere un tennista della sua età (e non solo).
Intanto il sogno romano, cominciato nelle prequalificazioni, continua. Al secondo turno Sinner affronterà niente meno che Stefanos Tsitsipas, che atterrerà a Roma direttamente da Madrid, dove ha raggiunto la seconda finale Master 1000 in carriera. Sarà durissima, ma già il semplice fatto di arrivare a sfidare un top ten in un evento così prestigioso senza neanche essere maggiorenne rappresenta un successo memorabile.
Le parole di Sinner
Accolto da un applauso spontaneo all’ingresso nella sala per le conferenze stampa, Jannik ha conquistato tutti con il suo fare tranquillo.
«All’inizio non è stato facile», spiega, «c’era tanta tensione, tanta gente mi aspettava. Dopo il primo set sono andato in bagno e…» Jannik non termina la frase e lascia intendere simpaticamente che quella sia stata la chiave di volta, suscitando l’ilarità generale. Poi prosegue: «Mi sono preso un po’ di tempo ed è cambiata la partita. Devo ringraziare il pubblico, che mi ha tenuto su per tutto il tempo».
La tattica contro Johnson non è certo stata lasciata al caso: «Abbiamo guardato un po’ di suoi match, lui fa tanto slice col rovescio. Ciò nonostante, mi sono trovato in difficoltà, sono andato fuori equilibrio. Ho trovato comunque il modo di vincere, non è stato un match perfetto, ma ho capito cosa fare e sono molto felice».
Ora lo attende un top player come Tsitsipas, ma Sinner non si scompone e ne parla con l’abituale serenità. «Il prossimo match sarà ancora più difficile. Proverò a fare il mio gioco e, se c’è una soluzione, cercherò di trovarla».
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