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WTA Stoccarda: Azarenka fa l’impresa contro Pliskova, Osaka e Bertens ai quarti

[1] N. Osaka b. S. W. Hsieh 6-4 6-3

Qui a Stoccarda devono ancora conoscere bene Naomi Osaka. È vero che si tratta dell’attuale numero 1 del mondo, che è la vincitrice degli ultimi due Slam, che ha richieste da ogni parte del mercato tra oriente e occidente, ma in questo bacino centroeuropeo non ha ancora un asset da vera star.

Oggi, con il suo esordio assoluto da leader del ranking WTA e il marchio Nike addosso, hanno dovuto programmarla come secondo match della giornata, alle 13:30, il primo buono per le televisioni e non quello che sarebbe stato il migliore, alle 18:30. Malgrado tutto, da queste parti, una sfida tra Andrea Petkovic e Angelique Kerber non viene superata da nessun altra. Neppure Maria Sharapova, nel momento in cui dominava la scena alla Porsche Arena, avrebbe potuto scalzare il “Kerberazzi”, come tutti qui identificano le due giocatrici di casa nell’unione tra “Kerber” e “Petkorazzi” (il modo in cui Andrea fino a qualche anno fa si faceva notare con i suoi passi di danza a fine partita) più atteso di tutti.

Osaka può diventare un punto di riferimento qui in Germania, ma serve per lei costruirsi un po’ di fama e un successo relativamente comodo contro Su Wei Hsieh non può che indirizzarla sui giusti binari. Il match non era affatto facile, se non altro perché la giocatrice di Taipei è stata l’ultima a batterla e sulla terra ci sono ancora tutte le incognite di capire l’adattamento alla superficie. Il 6-4 6-3 finale è stato un po’ una sorpresa, perché le due fin qui avevano sempre dato vita a grandi battaglie, molto divertenti, equilibratissime, tutte protrattesi fino al terzo set. Un contrasto di stili piuttosto unico perché nessuna cerca le diagonali come fa la giapponese, eppure Hsieh ha tutte le qualità per controbatterla stringendo ancora di più il campo, creando situazioni che poche volte vediamo su un campo da gioco.

Il primo set ha visto proprio Su Wei uscire molto meglio dai blocchi. Un primo punto portato a casa tra smorzata e lob vincente è stato l’antipasto di 20 minuti di ottimo tennis. Osaka, che ha cominciato forse più trattenuta, si è salvata prima da 0-15 e poi, sull’1-2, da 0-30 in un game dove ha servito poche prime e Hsieh ha mancato la grande chance sulla palla break mandando lunga la risposta sulla seconda. Per il resto Su Wei ha ben poco da riproversarsi: nei primi minuti, soprattutto, i suoi allunghi sulla diagonale di dritto riportavano al di là della rete palle molto tese e veloci, difficilissime da rigiocare, mentre l’anticipo estremo sul rovescio toglieva a Osaka la facoltà di comandare l’altra diagonale.

Sul 2-2, però, un brutto turno di servizio di Hsieh con un calo sostanziale rispetto ai minuti precedenti ha dato il break a Osaka, che ha cominciato ad alzare il livello soprattutto al servizio: 2 ace consecutivi nel game per il 5-3, importante prima al centro sul 5-4 30-30 e poi punto costruito molto bene con la chiusura a rete per il 6-4. Hsieh ha avuto una falsa partenza a inizio del secondo parziale, cedendo subito la battuta, ma si è tenuta quantomeno in scia annullando una chance di 3-0 e servizio con un servizio e voleè di difficoltà mille, ma riuscito con la nonchalance che solo lei può mettere. Avrebbe avuto forse bisogno di più fantasia, ma dall’altra parte c’era una Osaka cresciuta tanto e divenuta in controllo della situazione. Non andava più costantemente verso le diagonali, ma continuava invece a sperimentare un servizio in slice a uscire da destra che su questi campi potrebbe diventare un’arma interessante. Hsieh ha avuto un’ultima chance sul 3-4, quando da 40-15 è arrivata sul 40-40, ma da lì in poi Osaka ha spinto bene salendo 5-3 e poi strappando un’ultima volta la battuta, chiudendo così la pratica.

Adesso, per lei, Donna Vekic che ha superato 6-1 7-5 Daria Kasatkina. Con questo risultato, inoltre, è certa di mantenere il numero 1 al termine di questa settimana.

[WC] V. Azarenka b. [4] Ka. Pliskova 4-6 6-3 6-4

Straordinaria Victoria Azarenka, che è venuta a capo di una grande partita contro Karolina Pliskova in oltre due ore di lotta punto a punto e in condizioni che per entrambe non potevano essere facili. Per la bielorussa si trattava infatti dell’ultima partita del giorno in una condizione che per lei non era affatto ottimale, essendo rientrata due giorni fa dall’Australia.

Chiunque abbia fatto la traversata mondiale di quel tipo, 24 ore tirate, saprà che ci vuole all’incirca una settimana per tornare perfettamente a posto e riprendere il ritmo. La testa, verso la sera europea, comincia a martellare dalla stanchezza e ieri, alla prima domanda dopo la vittoria contro Vera Zvonareva, la più banale su come sta, aveva risposto: “Come sto? Non ho idea. Non so che ora sia, non so cosa stia succedendo, nulla”. Oggi, che per la prima volta è dovuta arrivare fino alle 8 di sera prima di scendere in campo, avrà dovuto cercare di riambientarsi il più possibile ma si è presentata in campo con una cattiveria agonistica enorme.

Come dicevamo ieri: tutto ciò dimostra quanto ancora lei creda in un rientro ad alti livelli che sembra per molti impossibile, eppure lei si sta dannando l’anima per farcela. Ed eccola, anche oggi, rientrare in una partita che a un certo punto sembrava molto compromessa, sul 6-4 1-0 15-40. Aveva giocato un ottimo primo set praticamente fino alla fine, rispondendo al fuoco della sua avversaria con prime di servizio incisive e rimanendo agganciata nel punteggio fino al 4-5, quando prima un doppio fallo e poi uno schiaffo di rovescio sbagliato l’hanno costretta al break che è valso anche il parziale per la ceca. In quel momento, con tutta l’inerzia dalla parte della ceca, l’eventuale break per il 2-0 sarebbe stato molto probabilmente decisivo. Azarenka, invece, è rimasta aggressiva e si è salvata, prendendo poi un iniziale vantaggio ma confermando il break soltanto due game più tardi. Sul 5-3, ancora tanta pressione in risposta davano la parità alla ex numero 1 del mondo.

Pliskova, anche lei, non veniva da un momento brillante. Dopo la trasferta in America, chiusasi con un fastidio alla coscia che l’ha condizionata nel secondo set della finale di Miami, la ceca è tornata a casa e ha avuto problemi di salute, costretta ad antibiotici e a essere in bilico fino all’ultimo per questo evento dove era anche campionessa in carica. Questa situazione si è manifestata dalla metà del secondo parziale fino ai primi game del terzo, quando gli errori banali erano forse aumentati, e soprattutto al servizio non aveva più sicurezze. Dalla seconda metà del set decisivo, però, è riuscita ad alzare il livello e a portare la sfida fino ai palpitanti game finali. Ottimi riflessi, da parte sua, per conquistare una palla break per servire per il match sul 4-4 30-40, ma altrettanto brava la sua avversaria a risalire la china malgrado un servizio dove la prima stava un po’ venendo a meno.

Sul 4-5 Pliskova ha sbagliato l’approccio al game, perdendo immediatamente i primi 2 punti. Scesa sotto 15-40 ha provato a risalire ma al secondo match point la bielorussa ha chiuso a braccia alzate. Enorme il boato del pubblico, quello rimasto dopo il derby tra Petkovic e Kerber, che ha preso a cuore il percorso di Azarenka e la volontà di giocare qui malgrado l’odissea vissuta negli ultimi 5 giorni tra 3 sfide massacranti in Fed Cup, un viaggio di 24 ore, altre due partite molto tirate qui. Prima o poi, forse, l’enorme stanchezza la colpirà. Le auguriamo il più tardi possibile perché sta tornando a riassaporare vittorie che mancavano da tempo, almeno in questo livello.

Altre partite

Impressionante prestazione di Kiki Bertens, che rientra da un set e un break di ritardo per battere una Belinda Bencic che ha cominciato molto bene la sfida ma che ha forse sbagliato un po’ troppo verso la fine. Tanto merito però all’olandese, che a un certo punto ha lasciato completamente andare il braccio al servizio e ha portato a casa la prestazione record di 20 ace in una singola partita.

Quando in conferenza stampa le è stato fatto notare che sta tenendo una media molto più alta nel numero di ace nella singola partita (eravamo sui 4-4,5 di media negli ultimi 3 anni, ora siamo a 7,3), Bertens ha raccontato che durante l’ultima off season ha lavorato molto su questo fondamentale per renderlo ancora più incisivo, cercando soprattutto di aumentare la rotazione della palla e il ritmo al servizio, con un’attenzione particolare anche alla potenza impressa dalle gambe.

Non è stato affatto facile, in ogni caso, perché Bencic stava portando la partita esattamente dove voleva, rientrando sul 3-4 nel primo set cancellando 4 palle break e poi approfittando di un game al servizio piuttosto irregolare di Bertens che con due doppi falli trascinava la sua avversaria fino alla parità e poi veniva portata sulla difensiva e costretta all’errore dalla svizzera che chiudeva il set e saliva 1-0 e servizio nel secondo set. La prima reazione di Kiki è stata di dare più spinta al dritto, poi di capire che anche in una giornata non perfetta poteva trovare qualche arma per contrastare e portare la propria avversaria fuori dalla famigerata comfort zone.

Questo è successo prima sul 4-3 nel secondo set, poi sul 2-2 nel terzo, quando è riuscita a prendersi i due preziosi break che a poco a poco l’hanno condotta alla vittoria. Raccontava, sempre in conferenza stampa, che non si è mai sentita veramente bene in campo, ma che ha visto sul tabellone luminoso posizionato proprio sopra che era arrivata a 14 ace. Sapeva che il proprio record personale era soltanto uno più su e ha cominciato a forzare ancor di più, mettendone a segno 6 negli ultimi 3 turni al servizio.

Da quel lato di tabellone è uscita, nel primo match di giornata, Laura Siegemund. La campionessa del 2017 si è piegata 6-4 6-2 di fronte ad Anastasija Sevastova.

Risultati

[1] N. Osaka b. S. W. Hsieh 6-4 6-3
D. Vekic b. D. Kasatkina 6-1 7-5
[WC] V. Azarenka b. [4] Ka. Pliskova 4-6 6-3 6-4
[8] A. Kontaveit b. A. Pavlyuchenkova 6-3 6-2
[7] A. Sevastova b. [WC] L. Siegemund 6-4 6-2
[6] K. Bertens b. B. Bencic 4-6 6-3 6-4
[5] A. Kerber b. A. Petkovic 6-2 6-4

Diego Barbiani

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Diego Barbiani

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