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Fognini due, un “nuovo” vecchio Fabio

C’è un Fognini nuovo dentro un Fognini antico.

Sembra ne sia convinto anche lui, che si firma Fogna 2 sullo specchio della telecamera che appone l’autografo del vincitore all’impresa della giornata. Fogna 2 La riscossa? Nothing is impossible, diceva lo slogan di un suo antico sponsor, che lo ha mollato senza riflettere su quanto veritiero fosse quel motto tirato fuori in chissà quale brain storming. Niente è impossibile, nemmeno battere Rafa Nadal nella “sua” Monte-Carlo in un modo che lo stesso Federer avrebbe ritenuto fuori dalle sue possibilità, se non addirittura fuori luogo.

Una tempesta di pallate. Una pièce teatrale molto vicina a una commedia degli equivoci, nella quale Rafa ha cercato di recitare nei panni di se stesso senza riuscirvi. Fogna Due spuntava dal nulla, ma sempre nel posto giusto, sul lato di campo azzeccato, con il colpo migliore che potesse tirare, con le idee chiare di uno che, quando gioca il suo tennis migliore, si eleva di venti centimetri dalle terre che soffocano e rallentano i comuni mortali.

Uno che si permette persino di dominare il vento, il Fogna, lasciando che i suoi colpi di traverso siano guidati dalla bolina più spericolata e gli affondo di rovescio in lungo linea, colpiti di piatto, si lascino trasportare dalle lunghe folate che giungono di poppa.

La novità è lampante, Fogna Due è in una finale Masters 1000, la sua prima. Incontrerà la sorpresa Lajovic, il serbo di scorta promosso protagonista. Fabio era giunto due volte alla semifinale, una a Monte-Carlo l’altra a Miami (battuto proprio da Rafa), dunque l’impresa compiuta dev’essere letta come una promozione, che lo spinge per una volta a contatto con il tennis dei più forti, quello che ha sempre saputo di poter agguantare, ma alla fine gli è sempre sfuggito dalle mani. Stavolta è lui il favorito. Del resto, ha battuto Rafa, e non potrebbe essere altrimenti.

Match condotto con estrema lucidità. Manovre eseguite il più delle volte con i piedi sulla riga di fondo. Colpi esplosivi, e addirittura un otto a zero forgiato dal 4-3 per Rafa nel primo  set, al 6-4 5-0 in favore di Fognini. Lì, sul 40-0 in favore di Fogna Due, con tre match point ormai in canna, Rafa si è scosso e ha racimolato due game. Fabio è rimasto calmo e a chiuso nel successivo turno di servizio.

Nadal in quindici partecipazioni al Masters di Monte-Carlo aveva ottenuto undici trofei e quattro sconfitte. Un dominio talmente marcato da escludere qualsiasi altro potenziale favorito. Ma la sedicesima partecipazione è finita con la quinta sconfitta, e il perché è semplice. Un Fognini così non lo aveva mai incontrato.

Daniele Azzolini

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