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WTA Miami, Pliskova furia ceca: Halep deve arrendersi, in finale avrà Barty

[5] Ka. Pliskova b. [2] S. Halep 7-5 6-1

È l’una di notte a Miami e tutto va più che bene, per Karolina Pliskova, che ha appena messo a segno un’ottima vittoria in una delle partite più importanti fin qui della sua stagione. La ceca ha capovolto il pronostico contro Simona Halep, bloccando la rumena nella sua corsa al rientro al numero 1 del mondo e approdando alla più importante finale dallo US Open del 2016.

Per Pliskova è una nuova dimostrazione di come tanto sia successo, in lei, negli ultimi 6 mesi. Una giocatrice che ora mentalmente sta vivendo molto meglio il proprio percorso tornando ad avere la stessa costanza che proprio dall’estate 2016 l’aveva portata 12 mesi dopo a diventare, in maniera comunque piuttosto rocambolesca, numero 1 del mondo. Grandi meriti a lei, per il livello di gioco, ma anche al team dietro di lei, ovvero al duo di allenatrici composto da Rennae Stubbs e Conchita Martinez. E oggi, contro la rumena, un 7-5 6-1 maturato dopo l’ennesima prova di alto livello del suo 2018. Non è stato un torneo facilissimo fin qui, con battaglie di tre set sia contro Alizé Cornet che Yulia Putintseva, fattori che potrebbero dare un’indicazione di cosa l’aspetterà sabato, ma nel testa a testa si è sempre esaltata mentre oggi ha vinto un braccio di ferro serrato nel primo set e poi ha dilagato.

La prestazione di Halep ha avuto alcuni bei picchi, soprattutto nella prima metà del set di apertura, e dopo una girandola di break ha anche potuto servire per il match sul 5-4, ma da lì Karolina ha trovato le marce più alte del suo motore e ha cominciato a vincere quasi tutti i punti per meriti suoi. Simona è sembrata abbastanza colpita dal ribaltamento del punteggio: da 5-3 a 5-7 senza avere colpe se non forse quella di aver messo di là, alla lunga, una palla che non dava problemi alla ceca. Saranno 23 i vincenti totali della numero 5 del seeding, anche oggi (ed è una costante in questo torneo) in positivo nel saldo tra vincenti ed errori non forzati.

Vinto il primo set non ha tolto il piede dall’acceleratore neppure al primo leggero scroscio di pioggia. I game consecutivi da 4 diventeranno 8, e solo sul 7-5 5-0 Halep riuscirà, dopo 2 ore di pausa a causa di un nuovo acquazzone, a tamponare la situazione. Qualcosa di temporaneo, perché pochi minuti dopo Pliskova chiudeva la sua partita senza problemi. A 27 anni Karolina è tornata a giocare una finale molto importante, e il fatto che ci sia Ashleigh Barty dall’altra parte non deve ingannare: i precedenti la vedono avanti 2-1, ma c’è da attendersi grande equilibrio.

[12] A. Barty b. [21] A. Kontaveit 6-3 6-3

Quasi 7 ore per completare un match durato effettivamente un’ora e 17 minuti. Questo è il paradosso della prima semifinale del WTA Premier Mandatory di Miami, dove Ashleigh Barty si è imposta abbastanza agevolmente contro Anett Kontaveit.

Un 6-3 6-3 che alla fine ha premiato la maggiore freschezza dell’australiana nei confronti di una estone che al di là del ritiro a favore contro Bianca Andreescu si era imposta 7-5 al terzo contro Su Wei Hsieh e al tie-break decisivo contro Ajla Tomljanovic. In generale, però, la maggior varietà della nativa di Ipswich oggi ha avuto la meglio. Kontaveit nei primi scambi aveva trovato una via tattica per compensare al gap, ma la prima interruzione per pioggia sul 2-0 in suo favore non le ha giocato vantaggio. Fin lì stava puntando alla profondità del dritto incrociato per avere una palla corta e aggredibile, non andando a stuzzicare il rovescio in slice dell’avversaria. Dopo le 3 ore di pausa, però, quel poco di buono fatto era stato neutralizzato.

Una nuova pausa sul 3-2 in suo favore e poi 5 game di fila per l’australiana, che viveva un secondo piccolo passaggio a vuoto solo sul 6-3 1-0. Brava Kontaveit a vincere un game lottato e portarsi 3-1, ma un game al servizio poco efficace sul 3-2 l’ha riportata in difficoltà, mancando una chance di 4-3 e servizio e perdendo gli ultimi due game dove era subito andata in svantaggio nel punteggio.

Romane comunque l’ottimo torneo per lei che ora sarà 14 del mondo, mentre l’australiana avrà la grande chance di vincere il titolo più importante per il proprio paese (maschi compresi) dallo US Open del 2011 finito nelle mani di Samantha Stosur.

Diego Barbiani

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