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Federer, Nadal e le pernici di Enrico IV

La storiella è abbastanza nota. Stanco di essere rimproverato per le continue scappatelle Enrico IV chiese al suo confessore di rimanere con lui per un’intera settimana. Gli chiese quale fosse il suo piatto preferito e il prete non nascose la sua predilezione per le pernici. Così, il pranzo del primo giorno, vennero servite delle prelibatissime pernici per la gioia del confessore. Dopo un bel pomeriggio a cena le pernici vennero di nuovo riproposte, e accettate di buon grado. La stessa cosa si ripetà il giorno successivo e al terzo giorno il confessore cominiciava ad amare un po’ meno le cortesie del Re. E al quarto giorno sbottò: “toujours perdrix!”
Inutile spiegare l’apologo, spesso usato dai dioscuri della telecronaca che fu per raccontare l’ennesima finale tra sua maestà, Roger Federer, e quello a cui toccava fare il ruolo del villain, l’altro re, però della terra, the king of the clay, Rafael Nadal insomma. Così com’è abbastanza inutile soffermarsi troppo sulla rivalità – se proprio volete cercate la pagina su wikipedia – che ha attraversato questi ultimi quindici anni di tennis. Rivalità che si è giocata non solo sugli scontri diretti ma anche, diciamo così, su quelli indiretti, come numero degli slam, dei tornei vinti e cose così.  Eppure qualcosa tocca dirla, per cercare di comprendere come sarà il trentanovesimo atto di una sfida che Nadal conduce per 23 a 15. Partiamo quindi da un mero dato statistico: nelle sfide tra i due le cinque vittorie di fila, la serie aperta di Roger Federer, non sono mai diventate sei. Nadal c’era riuscito tre volte: dal Roland Garros 2005 a quello del 2006 (tra i due Dubai, Montecarlo e la famosa sfida di Roma); da Montecarlo 2008 a Melbourne 2009 (con in mezzo l’umiliante finale del Roland Garros e la famosa finale di Wimbledon, oltre che quella di Amburgo); e da Indian Wells 2013 a Melbourne 2014 (l’annus horribilis di Federer, che perse anche a Roma, a Cincinnati e addirittura alle Finals). Nel primo caso Federer ruppe la serie a Wimbledon, nel secondo, più modestamente, a Madrid, nel terzo comincià la sua serie a Basilea. Adesso tocca a Nadal cercare di interrompere la serie cominciata in un modestissimo pomeriggio a Basilea ormai quasi 4 anni fa e continuata nel solo 2017, a Melbourne, Indian Wells, Miami e Shanghai. Stavolta non si tratta di una finale ma anche questo conta quello che conta, cioè poco.
Forse conta di più capire come i due sono arrivati a questa ennesima tenzone. Entrambi non hanno ancora perso un set nelle tre partite precedenti e sia Federer che Nadal hanno superato avversari non troppo banali. Federer ha avuto Wawrinka ma quello che ha rischiato di più è stato Nadal, che nel quarto di finale contro Khachanov, complice un problema aha dovuto annullare un set point al russo prima di vincere in due tiebreak. Più in generale la sensazione era che se si fosse arrivato al terzo difficilmente Nadal l’avrebbe spuntata, ma per sua fortuna Khachanov non è Wilander e ha giocato in modo davvero scellerato il secondo set.
Ma le condizioni di Nadal sono il primo quesito della giornata. Rafa in conferenza stampa ha lasciato trapelare qualche dubbio anche se saremmo molto sorpresi di non vederlo stasera in campo. Fosse stato un altro avversario chissà, ma contro Federer quasi sicuramente lo spagnolo proverà a scendere in campo. Con quante possibilità di difendersi lo sa soltanto lui naturalmente, e la capacità di recupero del suo fisico.
Se aggiungiamo che in fondo si gioca sulla superficie preferita Federer tutto sembra far pendere la bilancia dalla parte dello svizzero.
Tatticamente Nadal probabilmente cercherà di anticipare ancora di più rispetto sia a quello che era ma soprattutto a quello che è stato in questi ultimi tornei sul cemento – da Melbourne appunto a Indian Wells – come è successo in questi ultimi incontri molto dipende dal servizio di Federer. Se Nadal non trova modo di complicarli la partita diventerà molto dura, perché Federer in fiducia può poi giocare rilassato i turni di risposta.
Rimane da dire che è il quarto incontro a Indian Wells – Federer è avanti 2-1 – e il ventunesimo sul cemento – sempre Federer avanti, 11-9 – numeri che naturalmente non dicono niente. Anche perché il fascino del tennis, dello sport, è che le spiegazioni sono valide ex post, prima puoi solo stare a vedere, del resto i giornalisti sono quelli che sanno sempre tutto prima, però dopo. E comunque quando, come oggi, si darà un’occhiata al campo numero 1 di Indian Wells si potrà vedere la storia del tennis in movimento. In fondo il confessore di Enrico IV si era stufato dopo il terzo giorno di fila, noi non vediamo questi due uno contro l’altro ormai da diciotto mesi. Ridateci le nostre pernici dunque.

Roberto Salerno

Nato a Palermo, ho scritto un paio di racconti, vari saggi, circa 700 articoli di tennis, ma vado fiero solo di qualche flash, di una in particolare. Sono stato inviato non è tutto questo granché. "è favorevole ad un discorso democratico, in cui tutti parlano e poi lui spiega i motivi per cui gli altri hanno torto"

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