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ATP Dubai: Federer il centenario

[2] R. Federer b. [5] S. Tsitsipas 6-4 6-4

100 volte Roger Federer. Lo svizzero trionfa per l’ottava volta al Duty Free Tennis Championships di Dubai e mette così il sigillo sul titolo numero 100 in carriera, 18 anni dopo il primo, conquistato sul carpet di Milano il 29 gennaio del 2001. Adesso Jimmy Connor dista solo 9 lunghezze, e dopo lo spettacolo offerto tra ieri e oggi questo obiettivo non sembra più un miraggio così lontano. Grazie alla vittoria di oggi lo svizzero risale al quarto posto del ranking. Stefanos Tsitsipas, che ha probabilmente pagato le 3 ore di gioco contro Monfils di ieri o più in generale le 2 settimane senza mai fermarsi, non torna comunque a mani vuote da Dubai: oltre al ricco montepremi per il secondo classificato ($283,880), il greco entra per la prima volta in top 10. Non male per un ragazzo di 20 anni che meno di un anno galleggiava ancora intorno alla 70ma posizione.

Non è un caso forse che sia stata proprio Dubai il teatro di questo nuovo traguardo raggiunto dallo svizzero. Una città fatta di eccessi, dove l’opulenza degli Emiri campeggia e viene promossa ovunque, dal grattacielo più alto del mondo, al centro commerciale più esteso, alla prima pista di sci indoor di tutto il Medio Oriente. E tra questi superlativi Roger Federer sicuramente non sfigura.

Se c’era una finale che tutti avevano nel mirino, tra addetti ai lavori, appassionati o anche semplici curiosi, era questa, descritta come la “rivincita” degli ottavi di finale degli Australian Open. Una vittoria, quella di Tsitsipas, che tanto inchiostro aveva consumato sull’ancora avventato passaggio di consegne, tra il vecchio che tramonta inesorabilmente e il nuovo che avanza incurante del passare del tempo, perché ci sarà sempre un’altra occasione per dimostrare il proprio valore. Occasione che invece, nel caso di un quasi trentottenne alle prese con le più umane fragilità, ogni volta sembra poter essere l’ultima a disposizione. Anche se dopo aver ammirato il Roger di questi giorni, ci sentiamo di azzardare che non siamo ancora ai titoli di coda.

Un cielo terso in un’insolitamente fresca Dubai e un palazzetto tutto esaurito fanno da cornice all’ingresso in campo dei due finalisti, entrambi accompagnati da uno scrosciante applauso. Bastano però pochi scambi per rendersi conto che la maggior parte del pubblico è schierata con il sette volte campione, in cerca di un record che fa impressione solo a dirlo. Federer aveva già detto sia dopo la partita di Melbourne che ieri in conferenza stampa che era molto infastidito dal fatto di non aver mai strappato il servizio a Tsitsipas e quindi ha pensato bene di non perdere troppo tempo in schermaglie, aggredendo dal primo quindici il giovane neo-top10. Forse sorpreso, Tsitsipas perdeva un po’ di tempo a reagire e quando si riprendeva in buona sostanza il primos et era già perso, perché Federer è stato impacabile al servizio fino al 5-3, limitandosi a provare qualcosa quando doveva ribattere. Ma proprio sulla linea del traguardo intermedio Federer rischiava qualcosa. Nel decimo game andava 40-0 ma tre scambi splendidi di Tsitsipas lo trovavano un po’ impreparata e doveva addirittura salvare due palle break lo svizzero prima di chiudere alla quarta occasione utile. Federer provava anche nel secondo set a sorprendere Tsitsipas immediatamente ma stavolta il greco stava più attento e teneva a distanza lo svizzero. Il problema rimaneva, per Stefanos, il turno di servizio di Federer, che volava via con una velocità eccessiva. Nel momento clou, era stavolta Tsitsipas a cedere, gicoando un nono game disastroso, anche se Federer gli dava una mano con un incredibile recupero sul 30-0. Ma un doppio fallo e un dritto lungo consegnavano a Federer l’occasione di chiudere, e stavolta lo svizzero non sbagliava nulla, regalandosi, come già detto, un altro incredibile record.

Adesso è l’ora di Indian Wells, ma ci ptoreste scommettere quello che volete: Federer è già alla caccia di Connors, nonostante i titoli dello statunitense valgano quello che valgono.

Giorgio Cammarosano

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Giorgio Cammarosano

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