Un Cecchinato pressocchè perfetto conferma di non essere una meteora.
L’impresa compiuta al Roland Garros lo scorso anno giungendo in semifinale non è stata casuale ed oggi appare ripetibile; rientra in un percorso che il tennista palermitano sta seguendo con sempre maggior convinzione e con una continuità di risultati foriera di una carriera che può diventare prestigiosa.
Al torneo di Buenos Aires ha conquistato il suo terzo torneo in carriera, sciorinando una serie di prestazioni molto convincenti, culminate con una schiacciante vittoria in finale su Schwartzman, beniamino di casa che in semifinale aveva eliminato l’austriaco Thiem, primo favorito del seeding. Il nostro tennista ha lasciato all’argentino soltanto 3 game in un’ora e sei minuti. In tutta la settimana, nei quattro incontri disputati, è stato in campo complessivamente 6 ore e un minuto lasciando in totale agli avversari (Garin, Carballes Baena, Pella e Schwartzman) 29 giochi in 8 set.
L’autorevolezza con cui Cecchinato ha domato i suoi avversari sottende una grande fiducia e la consapevolezza di avere potenzialità che giustificano grandi ambizioni; non a caso il bilancio delle finali fin qui giocate nel circuito maggiore vede un en plein di 3 vittorie in altrettanti finali.
Per effetto dei punti conquistati questa settimana, Cecchinato sale in classifica al 17esimo posto e diventa il quinto italiano di sempre da quando, nel 1973 ,fu istituito il ranking computerizzato. Supera in un colpo Camporese, Volandri e Seppi e si piazza al quinto posto alle spalle di Fabio Fognini:
In realtà Cecchinato, vincendo il suo terzo torneo all’età di 26 anni e 4 mesi, è più precoce del tennista di Arma di Taggia che raggiunse questo traguardo a 26 anni e 8 mesi (Vina del Mar 2014) anche se poi ha rimpinguato il bottino vincendone altri cinque, come si evince dalla specifica graduatoria aggiornata:
Da oggi a Rio de Janeiro parte la penultima tappa del circuito di tornei previsti sulla terra rossa in Sudamerica. È un ATP 500 che lo scorso anno vide l’approdo di Fognini in semifinale fruttandogli 180 punti, mentre Cecchinato che aveva superato le qualificazioni (era n.102 del ranking), uscì all’esordio per mano di Carreno Busta, incamerando ai fini della classifica solo 20 punti. Ne consegue che l’esito del torneo potrebbe anche impattare sulle gerarchie del tennis italiano giacchè alla vigilia Fognini, che occupa la 16sima posizione in classifica, vanta 2225 punti con un vantaggio di soli 134 punti nei confronti del tennista siciliano.
Il torneo di Buenos Aires invece ha confermato le difficoltà di Thiem a vincere quando parte da favorito: nei 18 tornei giocati dal 2016 in cui è stato prima testa di serie ha vinto solo 4 volte e in ben 10 occasioni è stato eliminato prima delle semifinali.
Il torneo di Rotterdam ci consegna invece due campioni ritrovati, Gael Monfils e Stan Wawrinka, che hanno onorato il torneo offrendo in finale uno spettacolo di altissimo livello.
Se il francese ha vinto il suo ottavo titolo (in 29 finali disputate) guadagnando in classifica 10 posizioni e risalendo al 23simo posto, lo svizzero si lascia definitivamente alle spalle i postumi anche psicologici della delicata operazione cui fu costretto a sottoporsi lo scorso anno e torna ad essere autorevolmente ambizioso dando una spallata importante a una risalita che lo ha fatto fa riemergere dagli abissi (n.263 dopo il Roland Garros dello scorso anno) riportandolo da questa settimana tra i top 50 (al numero 41) .
Nel terzo torneo della settimana disputatosi a New York abbiamo assistito alla prima vittoria in carriera del giovane americano Reilly Opelka (classe ’97) che guadagna 33 posizioni in classifica (da 89 a 56) diventando il quinto americano del ranking alle spalle di Isner (9), Tiafoe (29), Johnson (34) e Fritz (42). Da segnalare l’approdo in finale del canadese Brayden Schnur (classe ’95) che non aveva ancora vinto un match nel circuito maggiore.
Altri numeri
2 – Francia e Stati Uniti sono le due nazioni ad aver vinto in questo primo scorcio di stagione 2 tornei: Tsonga (Montpellier) e Monfils (Rotterdam) per i transalpini mentre per gli Usa si sono imposti Sandgren ad Auckland e Opelka a New York, entrambi al primo successo in carriera.
5 – I tornei vinti finora quest’anno da tennisti over 30: Bautista Agut (Doha), Anderson (Pune), Djokovic (Australian Open), Tsonga (Montpellier) e Monfils (Rotterdam).
8 – I tie break giocati da Opelka a New York nei tredici set disputati nell’arco del torneo. Bilancio positivo con cinque vittorie e tre sconfitte.
11 – Gli anni trascorsi dall’ultima vittoria di un argentino al torneo di Buenos Aires. L’ultimo a riuscirci fu Nalbandian nel 2008 battendo in finale il connazionale Acasuso.
WTA
Nel circuito femminile splendida prestazione della 23enne belga Elise Mertens che ottiene al torneo Premier di Doha la vittoria più importante della sua carriera superando in sequenza, a partire dai quarti di finale, tre Top Ten: Bertens (8), Kerber (6) e Halep (3), dopo aver affrontato avversarie di tutto rispetto anche nei primi due turni: la nostra Camila Giorgi e la spagnola Carla Suarez Navarro.
Per la tennista di Leuven trattasi del quinto trofeo conquistato in carriera in sei finali disputate. Recupera in parte i punti in classifica persi al termine degli Australian Open dove si è fermata al terzo turno, non riuscendo di conseguenza ad onorare la pesante cambiale che aveva in scadenza per effetto delle semifinali raggiunte nel 2018, e risale al 16simo posto.
Purtroppo abbiamo assistito all’ennesimo karakiri di Camila Giorgi uscita sconfitta dal match di primo turno contro la olandese Kiki Bertens, numero 8 del mondo, dopo averla strapazzata per lunghi tratti, aver vinto 6-0 il primo set ed essere stata avanti 5-1 nel tie break del secondo set.
Altri numeri
5 – Le tenniste entrate in tabellone come lucky loser: Arruabarrena, Hercog, Stosur, Kr. Pliskova e Riske, l’unica che è riuscita a superare un turno.
6 – I match vinti in carriera dalla Mertens contro avversarie Top Ten a fronte di 10 sconfitte. Prime delle tre vittorie di questa settimana, aveva raccolto gli scalpi della Cibulkova (10) a Pechino nel 2017, Svitolina (4) e Stephens (3) agli Australian Open e a Cincinnati nel 2018.
10 – La classifica aggiornata di Serena Williams che pur senza giocare rientra nell’Olimpo del tennis per la prima volta dopo la maternità. L’ultima presenza tra le Top Ten risaliva al 3 luglio 2017, alla vigilia del torneo di Wimbledon. La prima presenza della campionessa americana tra le Top ten risale al 5 aprile 1999.
12– Il best ranking della Mertens, ottenuto il 26 novembre dello scorso anno.
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