Domanda banale: che cosa ti stava passando per la testa indietro 1-5?
Beh, a dir la verità non credevo di poterla vincere. Ho giocato molto bene per un set e mezzo, poi la situazione ha cominciato a farsi un po’ complicata. Sono un attimo calata al servizio e lei, ovviamente, è cresciuta, cominciando ad approfittare di quanto fossi passiva. Colpiva molto meglio tutti i colpi, mi metteva pressione. Potevo andare 5-5, sicuro, e quel game ha fatto tanta differenza. Potevo giocare meglio nel secondo set, metterle un po’ di pressione in più quando ero avanti. Non ce l’ho fatta ed è rimasto nella mia testa a lungo. Ho perso l’inerzia del match, ho quasi perso la partita, poi improvvisamente ho avuto una chance. Nel tennis può succedere anche questo. C’è bisogno di fortuna, sicuro, perché qualcosa del genere può capitarti una volta nella vita. C’ho provato, mi sono detta “Vabbè, andiamo. Potrebbe finire tutto, ma provaci”. Ero col vento a favore, cosa che forse mi ha un po’ aiutato. Credo di aver giocato molto bene salendo sul 2-5. A quel punto al cambio campo pensavo: “Ok, dai, adesso proviamo a tenere la battuta e vediamo che succede”. Lei era 5-1, io sono risalita sul 3-5. Tante cose son successe in quei 2 game. E lì ho sentito che forse si stava creando una chance. Forse lei in quel momento ha sentito qualcosa, non so, però ero certa che la situazione era diventata qualcosa di martellante nella sua testa da cui non se ne liberava. Come dicevo, son successe tante cose in quel momento, e io ho visto una chance e c’ho creduto.
Considerando contro chi è avvenuta la rimonta, e come, come classifichi questa partita nella tua carriera?
Beh, sì, mi è capitato di fare delle rimonte, ma normalmente da un set sotto, o un break sotto, ma mai così. Questa è la miglior rimonta della mia carriera.
Serena ha detto che hai giocato da matti nei momenti decisivi del terzo set, la tua opinione?
Oh, beh diciamo che non voglio andare contro Serena (ride, nda). Sì comunque, come dicevo ho sentito che avevo un po’ di vento a favore quando lei serviva per il match e c’ho provato. Poi di nuovo, stavo servendo io, 5-4, eravamo 15-40. Era una situazione molto delicata, lei stava colpendo molto bene. Lei poteva chiudere con una risposta vincente, lei potrebbe essere letale subito, alle volte non hai neppure la chance di reagire e preparare un’opposizione. Nulla. Ho cercato di servire in maniera intelligente, forse provare un po’ a forzare la prima, e poi di nuovo dalla mia parte c’era un po’ di vento che penso mi abbia aiutato e ho provato a fare pressione. Sono stata coraggiosa in quei momenti.
Hai affrontato Serena con grande determinazione, mentre altre forse avrebbero avuto un po’ di timore. Pensi che questo ti abbia aiutato?
Sì, e anche prima di entrare in campo pensavo che sì, lei è la migliore di sempre, ma è comunque una giocatrice come me e non l’ho mai messa su un piano che per me fosse impossibile da battere. L’ho già battuta una volta, lei era numero 1 in quel momento, sapevo che avrei avuto occasioni ma avrei anche dovuto essere perfetta nel mio gioco in quei momenti. Penso onestamente che lei abbia giocato molto meglio di quando ci siamo affrontate a New York. Lì ci sono stati molti errori da parte sua, forse sentiva più la pressione in casa. Io cerco sempre di darmi una chance di vincere contro chiunque, anche perché durante tutto questo torneo mi sono sentita veramente bene e non c’era motivo per cui io non potessi pensare di poterla battere.
Da inizio della stagione sembra che tu stia trovando una maniera per portare dalla tua ogni partita. Che differenza c’è rispetto al passato?
Mi sento meglio quest anno, ma non saprei veramente il perché. Mi sentivo fin dall’inizio che questo 2019 poteva essere per me speciale. Con questa sensazione tutto è cominciato alla grande, spero possa continuare. Ho fatto qualunque cosa possibile per essere qui ed esserlo nel migliore dei modi: mi sono allenata sempre al meglio, cosa che in passato non sempre ho fatto. Poi ho giocato queste ultime due partite in maniera eccezionale, non sempre è successo fin qui di ripetere una prestazione di alto livello nella partita successiva, e farlo qui, nei tornei Slam, dove tutto è ancor più complicato. Già lo scorso anno mi sentivo un po’ meglio, verso fine stagione, a giocare questi tornei. Non ho mai dubitato di me stessa, ma ora sono felice.
Nelle prime 3 partite hai fatto un totale di 70 errori gratuiti. Nelle ultime 2, appena 18. Cosa è cambiato rispetto all’inizio?
Non saprei, forse non faccio più errori stupidi. Faccio più attenzione alle palle al centro del campo, o verso la linea del servizio. Forse è qualcosa che riguarda anche le mie gambe, così mi faccio trovare più pronta per le palle corte. Mi sono allenata tanto, perché alle volte dopo un mio buon servizio sembra quasi che mi addormenti. Ci metto molta più attenzione, cosa secondo me molto importante nel mio gioco. Mi sto sentendo veramente bene, poi è chiaro che ci sarà un po’ di pressione e forse sbaglierò qualcosa. Forse mi sentirò nevosa, ma sento che posso controllare meglio certe situazioni e dunque gli errori.
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