[4] N. Osaka b. [6] P. Kvitova 7-6(2) 5-7 6-4
Dopo New York, Melbourne. Dopo lo US Open, l’Australian Open. Da est a ovest, Naomi Osaka. La giapponese ha vinto il secondo titolo Slam in carriera compiendo un’accoppiata che la spinge verso il gradino più alto della WTA. Da lunedì, infatti, sarà lei al numero 1 del mondo: la più giovane da Caroline Wozniacki nell’ottobre del 2010, ma con un biglietto da visita che è proprio delle più grandi.
Due Slam in quattro mesi, due vittorie in finale contro campionesse assolute come Serena Williams e, oggi, Petra Kvitova, che si vede raggiunta nel numero di Major vinti da una ragazza che sembra quasi impassibile, ma che portando il tennis femminile verso una nuova era.
Una partita bellissima, una finale carica di emozioni, a tratti rocambolesca, imprevedibile fino all’ultimo momento. Bravissima, strepitosa Kvitova a crederci fino alla fine, ma si è dovuta arrendere 7-6(2) 5-7 6-4 in due ore e ventisette minuti di grande confronto tra due fenomeni. E lo meritava tanto quanto la giapponese, anche semplicemente per un torneo condotto in maniera prodigiosa, lasciando solo 28 game in 6 partite e portandosi a un solo successo da quel numero 1 WTA che ancora le è sfuggito e che, per quel tennis meraviglioso che possiede, avrebbe meritato, e che forse non riuscirà ad avere un’altra opportunità così. Eppure si è trovata di fronte quel diavolo di una Osaka, la prima a riuscire a vincere i primi due Slam della carriera consecutivamente da Jennifer Capriati nel 2001. 18 anni fa.
Ha vinto Naomi, lo ha fatto non senza rischiare di vanificare lo sforzo di due set quasi perfetti, ma l’essersi ripresa a inizio del terzo set ha ricordato molto la semifinale contro l’altra ceca, Karolina Pliskova. E stavolta la situazione era forse più grave, perché non solo la giapponese era arrivata al match point ma erano 3 e consecutivi. In risposta non ha potuto fare granché se non forse sulla terza chance, quando non è riuscita a far cominciare lo scambio, ma sono tanti i meriti di una Kvitova che esce dal campo sconfitta, amareggiata, ma che non ha nulla da riproverarsi. Alla fine potrebbe averla tradita una minore lucidità atletica, uno 0-40 non sfruttato nel primo set sul 3-3 dove però ha giocato molto bene la sua avversaria, però la maniera in cui si è spinta fino alla fine, lasciando andare il braccio, tirandosi più volte su da situazioni delicate, lasciano intendere che ci sia ancora qualcosa di grande che possa fare. In fondo, Melbourne era forse il luogo più complicato per lei per far bene, ed è andata a un passo dal titolo.
Il match è stato vissuto punto a punto, con Kvitova che cercava di non infilarsi in scambi prolungati perché Osaka ne aveva di più nel controllo dei colpi, nell’agilità dei piazzamenti. Petra poteva cercare di leggere alcune traiettorie e anticiparne le intenzioni, ma quando lo scambio si allungava oltre i 6-7 scambi, Osaka sembrava sempre poterne venire fuori meglio. Colpiva spesso verso il dritto della ceca, il servizio funzionava molto bene e nel tie-break ha raccolto quanto di buono fatto con una risposta vincente di rovescio e un passante di dritto che hanno creato la spaccatura decisiva del 5-1.
La ceca nel secondo set sembrava partire meglio, ma dal 2-0 e 30-0 ha subito l’immediato rientro dell’avversaria che a suon di vincenti si portava avanti 4-2. Da lì è sembrato tutto pronto per il gran finale, ma sotto 3-5 Kvitova ha cominciato a crescere nella precisione dei suoi attacchi, Osaka non riusciva a chiudere malgrado i 3 match point consecutivi e in quel cambio campo la pressione sarà stata molto elevata. La giapponese infatti è subito partita in difficoltà e il nervosismo l’ha portata a perdere malamente il servizio e poi, a zero, quello successivo.
È uscita dal campo fortemente condizionata, quasi vicina alle lacrime per il nervosismo accumulato, ma dopo aver portato a casa il primo game del terzo ha cominciato a ritrovare il suo gioco. Il servizio è tornato alleato prezioso, il dritto lungolinea ha deciso, in maniera positiva, numerosi scambi. Ha salvato servendo bene una chance di 3-3, ha mancato un nuovo 0-40 sul 2-4 ma anche lì bravissima la sua avversaria. Sul 5-4 non ha tremato ed è subito andata 40-0. Fallito il quarto match point, al quinto ha potuto festeggiare. Due Slam consecutivi, appena 21 anni, nuova numero 1 del mondo. Strepitosa Osaka.
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