A. Anisimova b. [11] A. Sabalenka 6-3 6-2
Australian Open, ecco Amanda Anisimova. La diciassettenne statunitense mette a segno la prima, grande sorpresa del torneo eliminando una delle potenziali favorite alla vittoria finale, Aryna Sabalenka, giocando una partita dando sensazioni di disarmante facilità.
Classe 2001, ad appena 17 anni diventa la prima minorenne a fare il quarto turno in Australia dai tempi di Serena Williams nel 1999, la prima in assoluto da Caroline Wozniacki nel 2008. E quello che ha sorpreso maggiormente è stato l’atteggiamento in campo, tranquillo e quasi compassato, come se non stesse avvertendo di avere di fronte la numero 11 del tabellone e altra giocatrice in grande ascesa.
The kids are coming. Un 6-3 6-2 in un’ora scarsa di gioco, con la bielorussa che sotto 3-6 0-3 aveva il volto di chi non solo si stava prendendo una sconfitta clamorosa ma non aveva alcuna idea su come venirne fuori. E la cosa più pesante da digerire, probabilmente, è che non ha avuto grandi colpe in un risultato che la vede, a conti fatti, travolta. Ha perso il primo parziale malgrado fino al 3-5 15-40 avesse messo in campo il 75% di prime palle. E non stiamo parlando di una giocatrice che serve piano, o cerca di contenersi per evitare di farsi attaccare con la seconda, ma di una palla che viaggia tra i 175 e i 185 chilometri orari di media.
Arrivando a Melbourne Park, questa mattina, c’era la sensazione che malgrado il big-match tra Maria Sharapova e Caroline Wozniacki questo potesse essere forse altrettanto interessante. Anisimova è giovanissima, ma è già dentro la top-100 con una carriera alle spalle fatta di tante soddisfazioni, come il 6-4 6-2 rifilato a Petra Kvitova un anno fa, a Miami, o come il percorso che l’ha portata alla finale di Hiroshima dove da qualificata non concedette mai più di 3 game a set.
Fin dai primi game, poi, era chiaro che malgrado il pronostico fosse tutto per Sabalenka qualcosa stava già succedendo. Un turno di battuta non al meglio ha messo la numero 11 del seeding subito a dover rincorrere, ma Anisimova non le ha mai concesso di entrare in campo in risposta. Fisicamente paga ancora un po’ dazio, ma la qualità dei colpi è già di altissimo livello e quel rovescio sembra telecomandato, mentre il dritto è già un’arma importante. Oggi spesso si è messa in mostra andando a trovare accelerazioni letali, colpi che muovevano una Sabalenka un po’ sorpresa e un po’ in impaccio, che reagiva al servizio ma che non aveva punti facili da giocare. Sembrava come se Anisimova le avesse letto alla perfezione il colpo fin dal primo punto del match, perché non le ha quasi mai dato punti gratuiti, aumentando quella pressione che ha ribaltato, alla fine, l’inerzia dell’incontro. A inizio secondo set lei era sulle ali dell’entusiasmo, Sabalenka cercava invece un arrembaggio quasi alla disperata ma non riusciva a concretizzare la palla break sullo 0-2. Finirà poi all’ottavo game, nella maniera più incredibile.
Anisimova, nata il 30 agosto del 2001, ha chiare origini russe ma è di passaporto statunitense. Risiede in Florida e su di lei si sono già mossi da tempo quelli della IMG, l’azienda forse leader nella gestione dell’immagine degli atleti. Oggi, nel suo box, c’era quel Max Eisenbud che è anche l’agente di Maria Sharapova come lo è stato in passato di Na Li. Nomi importanti e ora la scelta di accompagnare, almeno da lontano, questa giovanissima ragazza alla conquista di un nuovo palcoscenico di primo ordine.
Nel febbraio del 2017 lei, assieme all’altro baby fenomeno Anastasia Potapova, furono parte di un piccolo momento simbolico a Curitiba, nell’ITF da 25.000 dollari brasiliano. La russa era in tabellone principale con una wild-card, da numero 853 WTA, mentre la statunitense, numero 711 del mondo, passò attraverso le quali vincendo entrambe le partite 6-0 6-0. Nel main draw, composto da 7 teste di serie dentro le prime 250 del ranking e con la numero 1 che era numero 89 del mondo (Irina Khromacheva), Potapova e Anisimova, ancora quindicenni, travolsero tutte. Batterono in due le numero 1, 2, 3, 5 e 6 del seeding con parziali nettissimi, dei 6-2 e 6-1 che fioccavano. In finale, vinse la russa 6-7(3) 7-5 6-2. Oggi, meno di due anni dopo, sono entrambe già in top-100 e con all’attivo già almeno una finale WTA. Potapova ne ha una in più (2), ma Anisimova ha gli ottavi di finale a Indian Wells e ora all’Australian Open. Una è dentro le prime 70 del mondo (Potapova), l’altra vicina all’ingresso tra le prime 60 (Anisimova). The kids are coming.
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