[3] R. Federer b. D. Evans 7-6(5) 7-6(3) 6-3 (di Giovanni Putaro)
Nonostante la vittoria in straight sets, non è stata propriamente una passeggiata di salute, quella di Roger Federer contro Daniel Evans, per merito della splendido approccio che quest’ultimo ha avuto e mantenuto per larghi tratti dell’incontro. Ad un inizio solido, nel quale prevale la regola dei servizi ed una piuttosto rapida scorrevolezza risolutiva segue il primo (di due) squillo dell’elvetico, che porta ai vantaggi il suo avversario senza tuttavia mai arrivare a palla break. Per l’altro bisognerà attendere un pelino prima dell’inevitabile tiebreak, in cui Evans annulla un delicatissimo set point, dopo essersi complicato la vita senza mostrare comunque segni di cedimento. Questo perché riesce a tenere il campo, spesso costringe Fed a giocare un paio di metri dietro la riga del campo e si prende, giustamente, perché altrimenti non ne esci, rischi che vengono ripagati; aggiungiamo alla miscela il servizio, che più volte gli ha permesso di ottenere subito il punto o di aprirsi il campo e il risultato è fatto. Nel mezzo, spazio ad una breve interruzione di sei minuti, a causa di qualche goccia di pioggia.
Tornando al match, veniamo all’alquanto anomalo tiebreak, in cui i primi sei punti sono stati vinti tutti dal giocatore alla risposta, in maniera anche rocambolesca se vogliamo. Al cambio campo, sul 3-3, Federer incassa il guizzo di Evans, scivolando 5-3, ma, successivamente, con un pizzico di fortuna e tanto mestiere lo attira ripetutamente nei pressi della rete con lo slice, costringendolo a recidivi errori che gli permettono di infilare cinque punti di fila e vincere un soffertissimo primo set.
Il secondo parziale si apre all’insegna di un break, in favore del campione in carica, decisamente più sciolto, nell’espressione e nel tennis. Concede, però, situazione inedita finora, una palla del possibile controbreak, che però vanifica senza patemi. Da lì in poi è ordinaria amministrazione, fino al momento di servire per bissare il vantaggio, perché Federer, in un lieve passaggio a vuoto, con un doppio fallo, concede altre chance ad Evans di rientrare e, al secondo tentativo utile, lo fa con un bel passante, ristabilendo la parità che durerà fino al tiebreak…un altro. Stavolta l’elvetico agguanta la situazione dal principio, volando 3-0 e garantendosi un proseguo controllato, culminante con il doppio minibreak acquisito e la chiusura, dopo due ore.
Sembra essere la diretta continuazione di quanto visto finora, il terzo set, con entrambi i tennisti dediti a mantenere saldamente il servizio, ma, complici dei pasticci a tinta britannica sulla sua battuta, Federer rimette in piedi un quarto game in cui era sotto 40-0 e riesce a brekkare, allungando 4-1. D’altronde, quando ti fanno un regalo del genere, hai solo da scartarlo e a nulla serve l’ostinazione di un sicuramente ottimo Evans, perché al terzo turno ci va il numero 3 del seeding. Per Federer adesso ci sarà Fritz che sulla “1573 Arena” ha superato Monfils.
F. Tiafoe b. [5] K. Anderson 4-6 6-4 6-4 7-5 (eddi)
Non è proprio fortunato il rapporto tra Kevin Anderson e l’Australian Open, torneo dove è arrivato appena agli ottavi di finale, lui che è finalista di Wimbledon e US Open. Ma anche in questa edizione Kevin ha dovuto cedere il passo non solo ad un buon Tiafoe ma anche ad un fastidio al gomito, non sappiamo quanto grave, che da metà del secondo set ha ridotto notevolmente le possibilità del sudafricano. Fino a quel momento Anderson pareva in controllo del match, visto che dopo aver vinto il primo set era andato subito 3-0, ma proprio la palla break del terzo game faceva suonare il campanello d’allarme. Tiafoe recuperava lo svantaggio e con un paraziale di 5 game a 1 andava a servire per il set, con Anderson visibilmente allarmato. Tiafoe andava subito avanti anche al terzo ma Anderson era costretto a chiamare l’MTO che non migliorava di troppo la situazione. Tiafoe forse faceva l’errore di gestire il minimo vantaggio, dando modo ad Anderson di rimanere attaccato alla partita fino alla fine, e addirittura il sudafricano aveva persino due palle break nell’ultimo game e la possibilità di allungare la partita al tiebreak. Ma era forse un po’ troppo anche per il titubante Tiafoe, che alla fine infilava quattro punti di fila e chiudeva il match. Meglio così, soprattutto per Seppi, che ha una buona possibilità di arrivare agli ottavi.
[6] M. Cilic b. M. McDonald 7-5 6-7(9) 6-4 6-4
Ha faticato le pene dell’inferno Marin Cilic ma alla fine il finalista della scorsa edizione è riuscito ad avere ragione di Mackenzie McDonald, uno che l’anno scorso aveva portato al quinto set Dimitrov dopo avergli inflitto un 6-0 nel quarto. E anche quest’anno lo statunitense ha mostrato che potrebbe avere le possibilità per fare molto meglio di quanto non dica il numero 81 nel ranking, perché ha colpi pesanti e un’attitudine a non arrendersi che potrebbe fargli togliere più di qualche soddisfazione. Oggi è stato anche sfortunato perché il Cilic di questi tempi è un serio candidato per arrivare fino in fondo ed essere riuscito a strappargli il secondo set è una piccola impresa. A dire il vero il croato lo ha un po’ aiutato, visto che si è fatto recueprare un tiebreak in cui era sopra 4-0 e 6-3, ma la maggior parte del lavoro l’ha fatta McDonald che ha chiuso il set con uno splendido attacco sulla risposta di Cilic. Il Cilic di altri tempi avrebbe sentito la botta, questo qui invece ha approfittato del rilassamento di McDonald per andare subito avanti di un break nel terzo prima che saltasse completamente il servizio di entrambi. Ancora Cilic ha fatto valere la maggiore esperienza e alla fine ha portato a casa il set, resettando un po’ tutto e riconcentrandosi al servizio. Il break piazzato al nono game del quarto set era una specie di “classico” del giocatore sicuro, capace di alzare il livello proprio nel momento topico. Per il croato adesso ci sarà Verdasco, e prima di arrivare a Federer pure Khachanov. Ma questo Cilic non deve certo temerli troppo.
[2] R. Nadal b. M. Ebden 6-3 6-2 6-2
A chiudere il programma sulla Rod Laver Arena ci ha pensato Rafa Nadal che senza alcuna difficoltà ha spazzato via dal campo l’australiano Matthew Ebden, secondo giocatore di casa a cadere per mano dello spagnolo dopo la wild card James Duckworth. Tutto fin troppo facile per il numero 2 del mondo che curiosamente troverà sulla sua strada un altro tennista indigeno: al terzo turno gli toccherà il giovane Alex de Minaur, che ha battuto al quinto il qualificato svizzero Henri Laaksonen. Un test un po’ più impegnativo per un Nadal che fino ad ora non è giudicabile vista la qualità dei primi avversari. Contro il numero 27 del seeding l’asticella potrà alzarsi un minimo, anche se a giudicare dalle caratteristiche è difficile pensare in che modo de Minaur possa impensierire Rafa: in campo l’australiano è una trottola che non molla neanche un punto ma di fronte ha il giocatore più forte di sempre da quel punto di vista. Allo stesso tempo il fresco vincitore del torneo di Sydney non ha un colpo capace di scardinare la difesa del maiorchino. Vedremo se sarà davvero così.
Altri risultati:
Ancora una vittoria in tre set per Fernando Verdasco che dopo il talentino serbo Kecmanovic elimina anche il moldavo Radu Albot e si prepara a una sfida interessante contro Cilic. Sta diventando l’incubo della Melbourne Arena invece Roberto Bautista. Sulla Melbourne Arena stesso copione di due giorni fa, quando a venire battuto fu Andy Murray: avanti di due set lo spagnolo viene rimontato e poi la spunta al quinto, stavolta ai danni di John Millman, per il dispiacere del pubblico di casa. Al terzo turno Bautista sfiderà un giocatore che fino ad ora è passato sotto traccia ma che va tenuto d’occhio: è il russo Karen Khachanov, a cui sono bastati tre set rapidi per far fuori il giapponese Nishioka. Ha perso un set ma è comunque ai sedicesimi Stefanos Tsitsipas (vittoria al quarto contro Troicki), mentre lo statunitense Taylor Fritz estromette dal torneo la testa di serie numero 30 Gael Monfils e si regala un match contro Federer. Successo in quattro set per Grigor Dimitrov (ko Cuevas) mentre Denis Kudla sfiora soltanto la rimonta contro Diego Schwartzman che ora attende un Tomas Berdych tirato a lucido e oggi molto solido contro Robin Haase.
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