[16] M. Raonic b. N. Kyrgios 6-4 7-6(5) 6-4 (Piero Vassallo)
Quello che doveva essere il match clou della serata sulla Melbourne Arena si rivela un mezzo flop. Non c’è pathos, non c’è incertezza, non ci sono nemmeno troppi colpi memorabili nelle due ore servite a Milos Raonic per eliminare in tre set Nick Kyrgios e guadagnarsi un secondo turno suggestivo contro Stan Wawrinka. Venticinque minuti di equilibrio, poi qualcosa fa crack in Kyrgios: problema al ginocchio destro, non così grave da costringerlo al ritiro ma abbastanza per fargli perdere sicurezza, pazienza e concentrazione. Da lì in poi è un continuo brontolare, imprecare, vai e vieni del fisioterapista per rattoppare alla buona l’articolazione incriminata.
Le speranze del pubblico di casa si spengono di fatto alla fine del tie break del secondo set, quando diventa evidente che non ci sarà spazio per epiche rimonte come quella vista giusto ieri con protagonista un generoso Andy Murray. Chi non poteva desiderare esordio migliore è Raonic: il sorteggio gli ha offerto una patata bollente, lui ci ha soffiato sopra e se l’è mangiata. Un match indolore, convincente, un servizio solido e una condizione fisica di nuovo ottimale. Ora lo attende un Wawrinka omaggiato dal ritiro di Gulbis dopo un primo set non esattamente sfavillante, un altro banco di prova importante per capire se il canadese è pronto a tornare giocatore da primi 10. Resta la curiosità sulle condizioni di Kyrgios, se ne saprà di più nella conferenza post match, che probabilmente si rivelerà più interessante della partita stessa.
[8] K. Nishikori b. [Q] K. Majchrzak 3-6 6-7(6) 6-0 6-2 3-0 rit. (eddi)
Complicato ingresso nell’Australian Open per Kei Nishikori che ci ha messo un’ora e mezza abbondante prima di trovare la chiave per liberarsi – in verità poi abbastanza agevolmente – del numero 176 del mondo, il polacco Kamil Majchrzak. Il giapponese si è forse fatto distrarre anche dall’inizio lento dell’avversario, che concedeva subito una palla break, e poi però ha fatto un’enorme fatica a leggere il servizio di Majchrzak. Un passaggio a vuoto nel sesto game dava al polacco il vantaggio che risulterà decisivo per portare a casa il primo set, mentre nel secondo finalmente Nishikori riusciva un po’ a far partita anche in risposta ma incredibilmente andava di nuovo sotto di un break nel settimo game. Al momento di servire per portarsi 2-0 Majchrzak ha esitato concedendo il primo break del match a Nishikori. Non è bastato perché Nishikori nel tiebreak ha combinato dei disastri, riuscendo anche a perdere tre punti di fila quando è andato a servire per portarsi sul set pari. Nishikori perdeva persino la calma, scagliandosi con la racchetta contro la rete ma l’autonomia di Majchrzak finiva qui, perché Kai faceva un po’ di attenzione e infilava dieci game di fila, placandosi solo sul 4-0 del quarto set. Il polacco teneva altri due servizi ma in apertura di quinto Nishikori cedeva solo 2 punti su 12. Era sufficiente per far alzare bandiera bianca a Majchrzak che abbreviava la sofferenza, ritirandosi.
[4] A. Zverev b. A. Bedene 6-4 6-1 6-4 (Cristina Pozzoli)
Alexander Zverev comincia con una convincente vittoria il suo cammino a Melbourne. Il tedesco, numero quattro del seeding, impiega meno di due ore a spazzare via le timide resistenze di Aljaz Bedene, capace di tenere il suo ritmo solo nelle prime fasi della partita. Anzi, dopo sei game nei quali è il servizio a comandare il gioco, è lo sloveno a portarsi per primo avanti di un break ma è anche evidente che non sia suo il merito. Fin dall’inizio Zverev adotta una tattica molto aggressiva cercando spesso la via della rete e tenendo alto il ritmo degli scambi. Il tedesco gioca con i piedi vicini alla riga di fondo usando l’incrociato per aprirsi l’angolo ma a volte forza un po’ troppo e non sempre è preciso con le volée. È così infatti che cede il servizio nel settimo game ma è anche così che deve giocare a costo di commettere qualche errore. E infatti i frutti arrivano subito: Sascha risponde profondo e angolato mettendo subito i piedi in campo e i vincenti si susseguono a ripetizione. In un attimo mette a segno il contro break a zero e un parziale di otto giochi consecutivi in suo favore che valgono il primo e il secondo set. Nel terzo parziale è sempre Zverev a dominare la scena ma paga un piccolo passaggio a vuoto e con qualche errore banale nel terzo game e cede il servizio. Ma come nel primo set si riprende subito il break a zero e continuando a giocare con gran fluidità trova sempre più precisione nei colpi mettendo a segno l’allungo finale nel settimo game. Bedene resiste nel nono game annullando un match point ma poi Zverev ha la possibilità di servire per chiudere il match e lo fa senza farlo più giocare.
S. Wawrinka b. E. Gulbis 3-6 3-1 Rit.
Dura appena un’ora il match fra il lettone, numero 86 del mondo e lo svizzero, numero 59. Gulbis, dopo aver vinto il primo set servendo fortissimo sia nelle prime che nelle seconde, comincia a ralentare parecchio ad inizio del secondo set per un problema alla schiena. Problema che lo porta poco dopo al ritiro nel quarto game, quando di fronte ad un tiro incrociato a metà campi di Stan, non riesce nemmeno a muoversi. Wawrinka passa così al secondo turno dove troverà il canadese Milos Raonic.
[1] N. Djokovic b. M. Krueger 6-3 6-2 6-2 (di Giovanni Putaro)
Scende in campo come ultimo dei Fab 4, ma chiaramente come favorito per la vittoria finale. Novak Djokovic, superato l’iniziale tentennamento, batte il qualificato Mitchell Krueger in tre set, qualificandosi per il prossimo turno, dove troverà Jo Tsonja, in quello che potrebbe essere un test abbastanza affidabile per testare le sue condizioni.
Il serbo, come detto, parte contratto, soprattutto alla battuta e l’americano, che invece ha approcciato con buon spirito e senza troppa paura, ne approfitta per rosicchiare un break, che, comunque, cederà subito dopo. Nole pian piano, allora, ingrana, trova sicurezza nei colpi e, dopo aver sfiorato l’allungo sul 3-2 in uso favore, lo centra nell’ottavo gioco, garantedosi la possibilità di servire, e chiudere, il primo set.
Viaggia a briglie nettamente più sciolte nel secondo, Nole. Strappa il servizio in un primo game da undici punti e si ritrova un’autostrada dinanzi, che gli permette di bissare il break e il vantaggio nel conteggio dei set. Il povero Krueger tenta di difendersi come può, ma non è ovviamente sufficiente… il suo tennis è lento e prevedibile, un invito a nozze se hai di fronte uno come Djokovic, che, tuttavia, ci mette il suo per non chiudere definitivamente i conti, sciupando sette break point nel terzo parziale, cinque dei quali in un unico labirintico game da ventisei punti totali. Alla fine lo strappo avviene e Novak, dal 2-2, si aggiudica quattro game di fila, sigillando un match noioso e non particolarmente entusiasmante. Il sei volte campione è apparso leggermente opaco, ma, giustamente è ancora presto per trarre conclusioni e l’importante è andare avanti. Certo è che contro Tsonga, seppur non sia quello dei tempi migliori, è necessaria una prestazione ampiamente migliore.
[7] D. Thiem b. B. Paire 6-4 6-3 5-7 1-6 6-3
Si sa che l’Australian Open non è proprio lo slam dove Dominic Thiem gioca meglio e lo si è visto anche in questo suo esordio in quel di Melbourne nell’ultimo match di singolare maschile del primo turno. Bisogna anche dire però che l’austriaco non era stato fortunatissimo nel sorteggio perché d’altra parte della rete un tennista che è sì discontinuo ma allo stesso tempo parecchio talentuoso: Benoit Paire. Il francese da anni ci abitua a prestazioni in cui miscela senza problemi erroracci infami e vincenti meravigliosi mettendo a volte in difficoltà chi è più avanti di lui in classifica; oggi è stata una delle suddette performance e ne ha guadagnato lo spettacolo.
Dopo aver perso tre volte la chance di andare a servire per il primo set, il transalpino con un paio di rovesci sballati ha consegnato il parziale all’avversario; il quale ha mantenuto il controllo anche nel secondo set aspettando gli errori non provocati del francese, puntualmente arrivati. Era sembrato che il match fosse ormai segnato nel momento in cui Thiem ha avuto l’occasione di fare break anche nel terzo parziale ma Paire non ha voluto arrendersi e con bei colpi vincenti ha resistito e grazie ad un fortunoso nastro su una delle solite palle corti ha fatto suo il terzo set. Thiem dal canto suo ha accusato il colpo ed è letteralmente scomparso nel quarto parziale vincendo solo un game: ma l’austriaco ha saputo mantenere la calma nel quinto parziale e dopo aver approfittato di uno dei black-out dello sfidante ha strappato la battuta all’ottavo gioco; nonostante Paire abbia dato del filo da torcere fino alla fine annullando tre match point con due gran diritti e un altro fortunato nastro, l’austriaco ha fatto suo il match con uno smash e un diritto dell’avversario finito a rete.
Thiem ha disputato un ottimo Us Open e se vuole può dire la sua anche in questo primo slam dell’anno. Deve però alzare il livello altrimenti sarà molto difficile per lui arrivare almeno alle fasi finali.
Le altre partite
Poche sorprese anche oggi, anzi praticamente nessuna perché tutti i favoriti hanno vinto e anche abbastanza agevolmente. Daniil Medvedev ha concesso appena quattro game ad Harris e sembra già pronto per incontrare Djokovic al terzo turno. Anche David Goffin ha travolto il cileno Garin, Gilles Simon ha penato un set contro Fratangelo mentre Borna Coric ha finalmente vinto il suo primo incontro all’Australian Open superando Steve Darcis in tre set. Esordio positivo per Jo-Wilfried Tsonga, vincitore in tre set contro lo slovacco mancino Klizan e pronto a sfidare Novak Djokovic in un match “vintage”: i due si affrontarono sulla Rod Laver Arena nella finale del 2008. Il fisico tradisce ancora Thanasi Kokkinakis, costretto al ritiro dopo aver vinto il primo set contro Taro Daniel; sarà quindi il giapponese a sfidare Denis Shapovalov (tre set facili a Pablo Andujar) al secondo turno. Il quasi 40enne Ivo Karlovic non conosce limiti e batte il polacco Hurkacz, rischia grosso invece Hyeon Chung, semifinalista lo scorso anno: lo statunitense Klahn vince i primi due set al tie break prima di calare alla distanza e subire la rimonta del coreano. Buon successo per Lucas Pouille che evita insidie contro il kazako Kukushkin, infine si è giocato il primo super tie break al quinto set della storia degli Australian Open: lo ha vinto Jeremy Chardy eliminando il connazionale Ugo Humbert dopo 4 ore di gioco.
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