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Australian Open: Serena Williams fa la voce grossa, Halep costretta alla resa

[16] S. Williams b. [1] S. Halep 6-1 4-6 6-4

Serena Williams ha ufficialmente cominciato il suo Australian Open. Dopo tre turni passati a rodare i muscoli e il gioco, in attesa di avversarie più quotate, la ventitré volte campionessa Slam ha ottenuto una importante vittoria contro Simona Halep. Applausi comunque alla numero 1 del mondo per come ha saputo rialzarsi dopo un primo parziale che avrebbe steso tantissime altre, ma nel terzo set ha pagato per un solo vero errore, creando una spaccatura risultata insanabile. Adesso, per lei, la leadership del ranking WTA diventa seriamente a rischio.

Intanto però c’è il match di questa sera, dve scendeva in campo come vittima sacrificale di un’atleta che fin qui aveva perso 9 game in 3 partite, e il primo set sembrava ricalcare perfettamente quell’andamento. Serena, malgrado una serie di game giocati con la testa ancora da tutt’altra parte, rimediava a un break subito in apertura e lasciava viaggiare la palla con grande eleganza. Colpiva bene, colpiva potente, si divorava un servizio ancora piuttosto tenero della rumena e dominava il campo, coi piedi ben dentro al terreno di gioco, e quella palla era impossibile per Halep poterla rigiocare e avere una qualche speranza di allungare lo scambio.

Un 6-1 netto, senza possibilità di replica. Per Halep in quel momento sembrava una questione di rimediare quanti più game possibili per evitare la figuraccia, invece dopo essere aver ripreso un break anche nel secondo è riuscita a crescere di livello e a fare la cosa più giusta tatticamente: spostare la sua avversaria. La fortuna di Serena fin qui è stata di non avere contro avversarie che potevano evidenziarne questa lacuna. Il dettaglio era evidente fin dall’esibizione di Abu Dhabi: adesso questo è il modo per renderla inoffensiva. Spostata lungo il campo, la numero 16 del seeding è andata in affanno e dopo tutto il grande insieme di vincenti sono cominciati ad arrivare tanti errori non forzati, sguardi più cupi, atteggiamenti come se fosse già in affanno dopo 3 spostamenti.

Halep è stata bravissima, in questa fase, a non sbagliare più un colpo. Non regalava, muoveva l’avversaria, e per Serena la situazione era improvvisamente molto più complicata. La rumena teneva i propri servizi fino al 5-4, dove approfittava di uno 0-30 e al primo set point completava l’aggancio. Servendo per prima, mantenendosi avanti, le possibilità per lei erano improvvisamente aumentate. La statunitense sembrava sempre in difficoltà non appena le veniva chiesto di fare qualche passo laterale, il che non potrà essere un buon segnale per il futuro ma è chiaro che lei sappia come nascondere certe pecche e sarà compito delle avversarie, come successo oggi con Halep, metterla a nudo per provare poi a colpirla.

Simona è andata molto vicina. Dopo aver interpretato un set e mezzo senza praticamente errori gratuiti ma pensando soprattutto a muovere l’avversaria, ha avuto la chance. Sul 3-2, in risposta, ha avuto 3 palle break. Su due di queste le prime di Serena hanno risolto il compito, ma in una, a scambio iniziato, ha cercato di essere improvvisamente aggressiva perdendo la misura di un dritto che non doveva essere colpito così perché la palla avversaria era molto profonda e con un rimbalzo sporco. Un punto, un errore, e la partita è poi girata. Una chance: lei non l’ha sfruttata, Serena sì. Si è decisa qui la sfida, con la campionessa americana che riusciva a farsi pericolosa in risposta approfittando di qualche seconda di troppo e sulla palla break causava il rovescio in rete della rumena che voleva dire sorpasso. Da lì era solo questione di tenere due turni di battuta, l’unico vero colpo che non l’abbandonerà probabilmente mai. Senza soffrire ha chiuso l’incontro con le braccia alzate. Adesso, Karolina Pliskova.

Diego Barbiani

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