[4] N. Osaka b. [6] E. Svitolina 6-4 6-1
Pur non giocando la miglior partita del suo torneo, Naomi Osaka è ancora una volta in semifinale. L’Australian Open si allinea allo US Open, a Tokyo, a Pechino, a Brisbane, i quattro eventi negli ultimi cinque giocati prima dello Slam down under dove la giapponese è arrivata almeno tra le migliori 4. Una costanza di rendimento importante, che la pone a oggi come prima favorita alla successione del trono di Simona Halep nella WTA.
Il 6-4 6-1 inflitto a Elina Svitolina infatti la pone momentaneamente al numero 1 della classifica mondiale, appena 40 punti avanti a Petra Kvitova. Inoltre, era da Kim Clijsters tra 2005 e 2006 che non c’era una giocatrice capace di vincere un Major e poi spingersi in semifinale in quello successivo: la belga trionfò a New York e poi arrivò tra le migliori 4 a Melbourne, ritirandosi nel terzo set contro la futura campionessa Amelié Mauresmo.
Forse Osaka si è fatta apprezzare maggiormente nelle rimonte contro Su Wei Hsieh e Anastasija Sevastova, dove anche a livello vocale era molto più presente in campo. Oggi è stata forse un po’ compassata, da questo punto di vista, eppure riusciva nel primo set a mantenersi avanti col servizio grazie ad alcuni colpi che ormai ha affilato molto bene, tra cui un dritto diagonale che faceva fare tanti metri in più all’ucraina, mandandola a colpire fuori dal campo. Svitolina per tutto il primo set ha espresso un buon livello di gioco, mettendo in campo le soluzioni migliori per dar fastidio alla giapponese: dopo 5 game il conteggio dei gratuiti diceva 7-1 per la numero 4 del seeding, fallosa ma comunque abile nel trovare alcune traiettorie sublimi.
Sul 3-2 il primo allungo, alla terza palla break, ma non ha saputo confermarsi. Lì come sul 5-3, ha ceduto per due volte il proprio servizio con diversi errori non forzati, vanificando un 30-0 sul 5-3 perdendo concentrazione dopo uno schiaffo al volo sul 30-15 in cui ha perso di vista la palla a causa del sole negli occhi ed è comunque voluta andare a tutta forza. Svitolina, rimanendo molto solida da fondo campo, difendeva e rigiocava palle anche molto profonde con grande agio, ma nel momento in cui la giapponese trovava l’apertura del campo era chiamata a trovare un jolly, cosa non spesso riuscita. Alla fine, il primo set lo ha perso in un beffardo turno di battuta dove era risalita dallo 0-40 ma un errore sulla parità ha dato a Osaka il quarto set point, realizzato. Lì si è giocato tanto della sua partita, e ancor di più nei primi due game del secondo parziale, quando la spalla già non a posto durante il match di terzo turno contro Shuai Zhang ha cominciato a infastidirla particolarmente. Due risposte mancate nel primo game, dal 30-30, in una fase in cui Naomi non spingeva particolarmente la battuta: una seconda di servizio a 112 chilometri orari, una a 123, l’ultima a 116. Poi, a inaugurare il suo primo game, due doppi falli consecutivi.
Scivolata indietro 0-3, ha chiesto l’intervento del fisioterapista, ma la sua partita di fatto è finita lì. In questo momento per lei è tutto fuorché facile, ancora in attesa di un vero exploit Slam e con tre quarti di finale Slam persi in condizioni beffarde: il primo, al Roland Garros 2017, non chiudendo un vantaggio di 6-3 5-1 e un match point al tie-break contro Simona Halep; il secondo all’Australian Open 2018 perdendo 6-4 6-0 contro Elise Mertens e un’anca che quel giorno ha ripetuto il percorso della spalla di oggi, resistendo un set e poi crollando. Ancora una volta rimane a guardare. Oggi è la giornata di Osaka, che con questo risultato intanto si assicura di diventare la miglior giocatrice nella storia del Giappone finendo almeno nelle prime 3 del mondo (il suo best ranking prima di oggi era numero 4, lo stesso di Kimiko Date e Kei Nishikori). E poi, adesso, almeno per 24 ore guarda tutte le altre dall’alto di un trono ideale.
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