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Australian Open, femminile: Halep in ripresa, Venus Williams sconfitta. Ora la sfida a Serena

[1] S. Halep b. V. Williams 6-2 6-3

La miglior prestazione di Simona Halep all’Australian Open arriva nel momento forse più importante. La rumena gioca una partita di assoluto livello, malgrado una fasciatura alla coscia destra, contro Venus Williams approdando agli ottavi di finale dove affronterà l’altra Williams, Serena.

La rumena era molto in palla dopo le difficoltà dei primi turni contro Kaia Kanepi e Sofia Kenin, agevolata da un timing sulla palla e da una qualità del proprio rovescio che stasera erano al livello dei momenti migliori degli ultimi anni. Venus era costretta a lavorare tanto nello scambio e, in una serata non perfetta, non reggeva lo stesso ritmo, trovandosi a sbagliare tanto e a finire subito sotto pressione.

Halep aveva tutti i pezzi del proprio puzzle in ordine, incastrati alla perfezione. L’unica sbavatura il game perso al servizio sul 6-2 1-0. Per il resto era micidiale nel colpire i punti deboli di una statunitense che forse è arrivata un po’ scarica dopo le fatiche delle partite precedenti, ma che si è trovata senza armi. Rimaneva ferma quando Halep colpiva, non cercava bene la palla quando la numero 1 del mondo le rimandava indietro un colpo molto profondo e lei usciva dalla posizione di comfort.

Dopo aver dominato il primo set Halep ha controllato la situazione mantenendo con facilità i propri turni di servizio, poi sul 3-3 ha affondato il colpo. Salita 5-3 ha poi completato la partita. Tanti applausi, anche da parte sua, alla grande campionessa americana che all’alba dei suoi 39 anni esce dalla Margaret Court Arena. Nessuna notizia sul suo futuro che faccia pensare a un ritiro, ma l’età non può non essere un fattore mese dopo mese.

[16] S. Williams b. D. Yastremska 6-2 6-1

Tre partite vinte, nove game lasciati per strada. Il tabellone perfetto per Serena Williams che è agli ottavi dell’Australian Open senza aver mai ceduto più di due game a set, qualcosa che le permetterà di approcciare alla seconda settimana senza aver praticamente consumato energie, gonfiando se possibile la sua candidatura alla vittoria finale.

Tutto veramente bene per la statunitense, che anche contro Dayana Yastremska non ha avuto difficoltà raccogliendo i frutti di una giornata molto difficile da gestire, sotto il punto di vista emotivo, da parte della giovane ucraina.

Nativa di Odessa, come Elina Svitolina, Yastremska aveva raccontato già nella conferenza stampa di due giorni fa di come fosse già alta l’emozione di andare in campo contro qualcuna che lei ritiene una leggenda. Oggi, tutto questo, si è tramutato in un cortocircuito.  I primi game sono stati vissuti senza timing sulla palla, che per una come lei vuol dire praticamente tutto. Serena è fuggita sul 4-0, di fatto chiudendo tutte le porte a una possibilie partita.

L’ucraina si è trovata a dover gestire le proprie emozioni negative, cercando più che altro di non fare brutta figura per la prima volta su un campo così importante e contro un’avversaria di valore assoluto. Qualche bel punto l’ha spinta a vincere due game, a rimanere lì nei primi punti del secondo set, ma per fare partita alla pari sarebbe servito ben altro. Questo è tutto un vantaggio per la numero 16 del seeding in vista delle fasi finali del torneo, dove potrebbe arrivare piuttosto fresca, ma rimane sempre il rovescio della medaglia: le finali di Wimbledon e dello US Open sono state perse anche perché il cammino fin lì era stato piuttosto facile. Soltanto due volte su 12 partite complessive (dal primo turno alla semifinale di entrambi gli eventi) ha avuto test veramente significativi, e in entrambi venne portata al terzo. Soltanto altre due volte ebbe test potenzialmente importanti ma risolti agilmente.

Patrick Mouratoglou raccontava, dopo la sconfitta contro Angelique Kerber, che Serena perse quella finale anche perché non aveva avuto veri momenti critici da affrontare fin lì. Lo stesso però è successo allo US Open dove al di là della partita contro Kaia Kanepi (e prima contro Camila Giorgi) non aveva mai rischiato neppure il terzo set. Qui lo scenario sembra ripetersi: Tatjana Maria non ha le armi per competere con lei, Eugenie Bouchard non l’ha mai messa in difficoltà, Dayana Yastremska era ancora molto acerba. E al quarto turno? Simona Halep o Venus Williams. Potrebbe essere un primo momento importante, ma rimangono dei dubbi per la condizione fisica della rumena, apparsa molto in ritardo, e la sorella, che già ha speso tanto in due maratone al terzo.

[6] E. Svitolina b. S. Zhang 4-6 6-4 7-5

Elina Svitolina è ancora nel torneo, per il “come” però viene ancora difficile spiegarlo. È successo di tutto nel suo match contro Shuai Zhang, che aggiunge purtroppo per lei una nuova partita persa in maniera rocambolesca da una posizione piuttosto vantaggiosa.

La cinese ha questa pecca che non è mai riuscita a risolvere, nel corso della sua carriera a dir la verità sbocciata appena 3 anni fa proprio qui a Melbourne, quando pensava al ritiro dopo l’eventuale sconfitta al primo turno contro Simona Halep e invece ripartì, arrivando anche nei pressi della top-20. Gioca bene, ma non è mai stata in grado di fare lo scatto in avanti decisivo per ambire a qualcosa più di due titoli WTA e oggi, in una partita molto complicata da decifrare, ha mancato una ghiotta chance contro la numero 6 del seeding.

Avanti di un set, Zhang si vedeva costretta al terzo da un break di Svitolina nel decimo game, ma l’inizio della frazione decisiva era tutto dalla sua parte con un vantaggio di 3-0 e servizio. Un po’ la paura di chiudere, un po’ una Svitolina a quel punto costretta al tutto per tutto, e gli equilibri si ribaltavano completamente. Sul 5-3 per l’ucraina, l’aggancio sul 5-5: Elina non chiudeva i conti e Zhang trovava coraggio, coi propri colpi da fondo, per portarsi in parità.

Il livello non era alto, ma entrambe stavano cercando di arrivare in fondo con quello che avevano. Svitolina ha pensato soprattutto a non regalare più nulla, facendo muro e cercando di ribaltare lo scambio. Zhang, sotto pressione, era la prima a decidere di uscire dalla tela, cosa che non sempre le portava fortuna. Al servizio sul 5-6, costretta a salvare match point, è stata portata all’errore dall’avversaria, che poi dopo la consueta stretta di mano è tornata da lei per sedersi accanto e consolarla. Forse meritava di più la cinese, ma alla fine è stata soprattutto una battaglia di nervi, terreno dove Svitolina difficilmente crolla.

Altri incontri

Fuori la semifinalista 2018 Elise Mertens, sconfitta 6-3 6-2 da Madison Keys, mentre Anastasija Sevastova batte 6-3 6-4 Qiang Wang. La statunitense affronterà Elina Svitolina, mentre la lettone avrà Naomi Osaka.

Diego Barbiani

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