Si chiama Cori Gauff, detta “Coco”, e la data di nascita è 13 marzo 2004. La nativa di Atlanta è parte di quella nuova generazione WTA che, nelle rispettive categorie, ha dominato.
Dayana Yastremska, Olga Danilovic, Amanda Anisimova e Anastasia Potapova hanno trovato le prime finali WTA, e i primi titoli, portandosi in top-100. Marta Kostyuk ha fatto sei mesi da top-50, come rendimento nella Race, prima di calare e non giocare anche per rispettare la Age Eligibility Rule (si applica alle tenniste minorenni, che devono rispettare un numero prestabilito di tornei in base all’età). Whitney Osuigwe ha esordito allo US Open e ha ottenuto la wild-card per l’Australian Open 2018 e Dasha Lopatetskaya ha vinto 18 delle prime 20 partite da pro malgrado sia classe 2003.
Adesso tocca a lei, Gauff, allenata da papà Corey, già passata alla ribalta un anno fa per la finale raggiunta allo US Open junior a 13 anni e mezzo e questo anno vincitrice del torneo junior del Roland Garros. È transitata al numero 1 di categoria diventando la più giovane “di sempre”, ma il virgolettato è d’obbligo visto che per quanto sembri il valore è molto relativo dato che alla stessa età Martina Hingis raggiungeva la vetta del ranking WTA e cominciava a far incetta di Major. La statunitense sembra aver capito già molto bene il ragionamento, tanto che ha già in testa l’idea di non giocare più tra le under-18 e fare subito il salto tra le professioniste.
Il ragionamento è molto simile a quello che Kostyuk spiegò ai giornalisti a Melbourne, nella conferenza stampa dopo aver passato il terzo turno di qualificazione: lo juniores può prepararti fino a un certo punto, ma rimane una categoria che chi può puntare veramente in alto deve abbandonare il prima possibile. Non offre nulla, e a conti fatti una volta che si è fatto l’exploit non c’è più nulla di stimolante se non il bonus per le giocatrici che terminano in top-5 perché ricevono il bonus di 4 tornei in più da disputare nell’anno successivo, quando ancora saranno soggette alla AER. Intervistata da Colette Lewis, giornalista che segue molto da vicino le vicende dei tennisti junior ai grandi tornei, Gauff ha detto: “Sotto 4-2 nel terzo set ho ripensato a quello che mio papà mi ha detto prima del torneo: “Ok, questo è forse il tuo ultimo torneo junior che giocherai, prova a dare qualcosa per cui la gente si ricorderà di te”. Tutti ora si ricorderanno di me per essere una lottatrice, almeno negli junior. Vediamo che cosa il nuovo capitolo avrà in serbo per me”.
Gauff ha battuto in finale 6-1 3-6 6-4 Qinwen Zheng rientrando da 2-4 nel terzo set, dopo aver rifilato un netto 6-0 6-0 a Diane Parry in semifinale. Alta 1,76, molto atletica e potente, con un servizio che può già toccare i 180 chilometri orari e un corpo ancora tutto da sviluppare nel processo di crescita. Ora, punta già in alto: “Al momento penso di giocare solo tornei ITF pro per alzare il mio ranking e vedere se riesco a prendere qualche wild-card nei vari tornei. L’obiettivo è essere in top-100 alla fine del 2019. Molti pensano io abbia giocato qui per essere numero 1, in realtà volevo solo conservare la top-5 per i tornei extra in palio”.
A fine 2016 fu Potapova a mettere in atto questa decisione e nel giro di un anno e mezzo era già alla prima finale a livello WTA (dopo aver preso punti ranking per la prima volta a marzo 2017), adesso è in top-100 e il prossimo anno debutterà all’Australian Open senza passare dalle qualificazioni. Lo scorso anno Kostyuk, ora lei, divenuta la più giovane vincitrice di uno dei più importanti tornei junior della stagione dal 1995 quando a imporsi fu Anna Kournikova.
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