Dopo la rinuncia del 2018, Serena Williams farà il suo rientro all’Australian Open. La 23-volte campionessa Slam riprenderà al corsa al record di Margaret Court a Melbourne, nel tentativo di cancellare le delusioni di Wimbledon e, soprattutto, della turbolenta finale dello US Open.
La statunitense è inserita nell’entry list del primo Major del 2019 assieme a tutte le protagoniste più attese. Ovviamente presenti Simona Halep, numero 1 del mondo, Caroline Wozniacki, campionessa in carica, e le osservate speciali Naomi Osaka e Aryna Sabalenka, come anche l’altra Williams, Venus, che andrà per i 39 anni.
L’unica italiana al via è Camila Giorgi, e malgrado Sara Errani sia al momento segnata nel tabellone di alternate (è la quinta, avrebbe bisogno di 5 forfait per essere dentro) verrà a breve tolta dalla lista perché sospesa fino al 10 febbraio a causa della vicenda doping che l’ha vista coinvolta. Chi invece a sorpresa non è presente nella lista di alternate è Svetlana Kuznetsova, a cui a questo punto è rimasta solo una chance: passare dalle qualificazioni. È quasi impossibile per lei (come per Lucie Safarova, quarta esclusa al momento e all’ultimo torneo in carriera) avere una wild-card per il tabellone principale se la policy è quella che ha proibito Francesca Schiavone, nel 2016, di raggiungere il record di apparizioni in un main draw Slam consecutive: premiare le giocatrici locali, perché coi soldi raccolti anche solo perdendo al primo turno possono finanziarsi i viaggi e le spese durante l’anno.
Salva, invece, CoCo Vandeweghe. La semifinalista del 2017 è l’ultima giocatrice a entrare nel tabellone principale, da numero 102, ma sarebbe stata fuori se Agnieszka Radwanska non si fosse ritirata. Questo perché dal 2019 il limite di giocatrici che accedono direttamente sono soltanto 104 (invece delle consuete 108) e tre giocatrici hanno usato il protect ranking: Timea Bacsinszky, Laura Siegemund e Bethanie Mattek Sands. Non fosse scalata a 101 per il ritiro della polacca, sarebbe stata la prima della lista di alternate.
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