Per l’Italia tennistica, nonostante gli assurdi trionfalismi di parte della stampa, o quello che è, nostrana e le disinterassitissime, ci mancherebbe, celebrazioni di dirigenti e dintorni, finalmente il 2018 è finito. Sotto il tappeto di inutili vittorie nei “250” e di una miracolosa e irripetibile semi del Roland Garros, sono finite le mille sconfitte di un movimento del resto del tutto marginale rispetto al tennis che conta davvero. E il primo turno di un semplice torneo come quello di Doha, ma dove per via del calendario si presenta qualche giocatore di classifica migliore del trentesimo posto, diventa insormontabile per i bravi ragazzi italiani, che sbarcano il lunario girando il mondo. Mica male in fondo, beati loro.
Il problema è che pure le nostre speranze – ma i 22 anni di Berrettini non sono certo i 21 di Zverev per dirne una – ogni tanto danno la sensazione di crederci poco. E in un primo turno qualsiasi, contro vecchie volpi del circuito, finiscono col fare una figura come quella di, appunto, Berrettini, che alle prese con Bautista Agut ha racimolato cinque miseri game, e solo perché dopo nove game imbarazzanti per l’italiano lo spagnolo ha tirato un po’ il freno a mano e si è accontentato di portare a casa il match senza infierire e rilassandosi nei turni di risposta. Certo, questi tornei valgono un po’ come allenamento, ma c’è di che essere sconfortati.
E per quanto si possa lodare il senso del sacrificio di Lorenzi, anche la sua carriera non sembra avere più nulla da chiedere che qualche giro di giostra col carrozzone ATP. Le sconfitte di Lorenzi sono da tempo oltre al livello di guardia, se si considera che l’italiano ha vinto la miseria di 6 soli match nel 2018. L’anno scorso dopo Doha erano arrivate due vittorie a Sydney, quest’anno andrà peggio, purtroppo.
A completare l’opera ci ha pensato Andreas Seppi, che ha resistito quasi un set contro quel matto di Rublev, che è andato due volte sotto di un break, ha rischiato di perdere il primo concedendo un set point all’altoatesino e poi ha improvvisamente cambiato passo cedendo la miseria di 8 punti in sette game e mezzo, mettendo a segno prima un parziale di 13-0 e poi appunto uno di 27-8. Il talento russo si è poi riposato un game e ha chiuso facilmente la vicenda in quello successivo. Buon anno, il 2019 non potrà essere peggiore.
Primo turno
A. Rublev b. A. Seppi 7-5 6-1
[5] N. Basilashvili b. A Ramos 6-1 1-6 6-1
N. Jarry b. R. Haase 6-7(7) 6-4 7-6(4)
[7] R. Bautista Agut b. M. Berrettini 6-1 6-4
[8] F. Verdasco b. [LL] P. Lorenzi 6-3 6-4
[WC] T. Berdych b. P. Kohlschreiber 6-4 7-6(5)
[Q] M. Marterer b P. Gojowczyck 6-1 6-4
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