[2] C. Wozniacki b. [4] P. Kvitova 7-5 3-6 6-2
Con un turno di ritardo, ma ancora pienamente in gara a Singapore, è cominciata la rincorsa alla difesa del titolo di Caroline Wozniacki. Le WTA Finals hanno di positivo, per tutte, che pur con una sconfitta (o talvolta anche due) l’esito del torneo non possa essere compromesso. Una formula atipica, pensata anche per lo spettacolo e per permettere agli spettatori di vedere le migliori 8 atlete (o gli 8 atleti nel maschile) in campo per quasi una settimana, ma che alle volte ha portato a veri ribaltoni nell’economia dei valori mostrati all’esordio.
Chiedete a Dominika Cibulkova, per citare l’ultima giocatrice in grado di vincere questo evento dopo aver perso le prime due partite (2016). In conferenza stampa, dopo la sconfitta contro Madison Keys, si sentiva già coi piedi sull’aereo pronto per andare verso casa, quando poi qualcuno le disse che ancora non era eliminata e lei, fin dalla reazione alla notizia, cambiò completamente atteggiamento. Giocò da indemoniata la partita contro Simona Halep, poi contro Svetlana Kuznetsova, coronando il suo cammino con la partita perfetta contro l’allora numero 1 del mondo Angelique Kerber. Come lei però anche Serena Williams, nel 2014, che subì una sconfitta pesantissima contro Simona Halep (6-2 6-0) eppure riuscì non solo a passare il girone ma anche a vincere il torneo con una sonora rivincita in finale contro la rumena (6-3 6-0).
La danese sa benissimo quanto in un girone così ci sia tempo per lei per trovare la forma migliore dopo un esordio imperfetto contro Karolina Pliskova. L’ostacolo vero era probabilmente oggi e, dopo una partita un po’ al di sotto del suo normale livello, ha saputo mettere in campo un tennis molto più vicino ai suoi standard. Sempre molto solida da fondo, nel tentativo di allungare gli scambi, mandare in posizioni scomode Kvitova, farle colpire tante palle in più del solito. In alcuni momenti la ceca, per chiudere, aveva bisogno di 6-7 accelerazioni, a dimostrazione che questo campo non è veloce. O, come disse una volta Maria Sharapova a proposito di un’altra grande counterpuncher come Agnieszka Radwanska: la velocità del campo conta nulla se l’avversaria ha due gambe che le permettono di essere ovunque.
La ceca ha giocato una gran partita per due set, forse il vero peccato per lei nel primo set è stato il non approfittare più di tanto delle varie seconde di Wozniacki. Soltanto nelle fasi finali del primo set la danese cominciava a cedere qualcosa con quel colpo, ma è stata bravissima a recuperare l’inerzia della partita nonostante il set point mancato sul 5-3. Kvitova era rientrata in maniera prepotente nel parziale fino ad arrivare alla palla break del 6-5, ma lì la numero 2 del mondo è riuscita a tamponare quest avanzata e a salire subito avanti in risposta con un ottimo vincente di rovescio in apertura di parziale. Sul set point, un brutto dritto di Kvitova le ha dato il 7-5.
Un po’ di confusione a inizio del secondo, con Kvitova altalenante nel rendimento tra servizio e risposta, vedevano la ceca portarsi comunque sul 3-1. In quel momento Wozniacki ha fermato il gioco per un medical time out dopo aver sentito una fitta al ginocchio. Nulla di grave, ma il secondo set le è scivolato di mano dopo che sul 3-3 Kvitova ha dato un nuovo strappo alla partita. Per raccontare quanto bene fin lì stesse facendo la ceca, ci sono i numeri a supporto: 36 vincenti e appena 26 gratuiti. Eppure, a inizio del terzo è arrivato il primo game veramente negativo della sua partita e Wozniacki, da lì, ha costruito il vantaggio. Con un parziale importante, tra velocità dei punti conquistati e impressione di superiorità fisica, la danese si portava avanti 2-0 rischiando anche il doppio break. Nel quarto game uno dei momenti chiave: sul 15-15 un lunghissimo scambio veniva girato con la solita bravura da Wozniacki, che con l’aiuto del dritto si creava poi l’occasione per chiudere a proprio vantaggio la situazione. Kvitova, in ginocchio dopo un tentativo disperato di contro-lob, e senza più fiato, tirava a occhi chiusi le successive tre risposte. Due sono entrate, portandola 30-40, la terza no. Da lì, la numero 2 del mondo è tornata padrona del proprio servizio, allungando successivamente sul doppio break di vantaggio e chiudendo la pratica in proprio favore.
(aggiornamenti a breve)
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