[7] Ka. Pliskova b. [2] C. Wozniacki 6-2 6-4
“Caroline Wozniacki favorita principale alla vittoria” dicevamo al momento della presentazione e del sorteggio di queste WTA Finals che si sono invece aperte con subito due botti niente male. Le due maggiori indiziate alla semifinale sono costrette a rincorrere, e dopo che Elina Svitolina ha superato 6-3 6-3 Petra Kvitova ecco arrivare il 6-2 6-4 di una grande Karolina Pliskova contro Caroline Wozniacki.
Se la prova di Svitolina contro Kvitova è apparsa prima di macchie, questa si può dire forse ancor più efficace. Dieci palle break annullate su dieci concesse, quattro game di battuta su nove recuperati da 15-40, un servizio che ha inciso nei momenti giusti come sul match point finale dove è riuscita a chiudere la sua partita con un ace esterno.
Molto bene fin dall’inizio, la ceca, che col primo 15-40 salvato della sua partita ha difeso il primo turno di battuta ed è subito andata all’attacco. Non c’erano tanti vincenti, ma il piazzamento dei suoi colpi era tale da mettere spesso in difficoltà la danese. C’era anticipo, c’era cambio di direzione, c’era anche una buona dose di coraggio e di pazienza nel tenere lo scambio contro un’avversaria che all’inizio provava a impostare la partita sul suo ritmo, ma presto si è trovata a non avere le stesse certezze di sempre. Pliskova poi aveva bene in mente che cosa aveva dovuto passare lo scorso anno.
Proprio qui a Singapore aveva lottato come una dannata per oltre un set, aveva mancato un set point, aveva perso il primo parziale per 7-6 al tie-break dopo oltre un’ora. Quel giorno era sfinita, costretta a guardare quelle palle che tornavano sempre indietro in un campo che la connazionale Martina Navratilova definì senza mezzi termini “questa è colla”. Quest anno la sensazione non è chiarissima, perché sebbene Kvitova sembrava contenta della situazione si è intrappolata in una partita dai tanti errori contro un’avversaria molto più solida di lei. Pliskova invece non ha fatto valere granché questo fattore, ma ha saputo dirigere la partita secondo il suo volere, non cedendo di un millimetro anche grazie al prezioso supporto di Rennae Stubbs. Dopo averla definita ieri “la donna più positiva che conosca”, l’australiana è stata chiamata in ballo due volte tra fine del primo set e metà del secondo ed è stata al solito molto chiara: “Lei alzerà il suo livello, stai pronta. Stai andando alla grande, ma adesso comincia il difficile e dipende tutto da te”. Poi, sul 3-2 e servizio nella seconda frazione: “Respira, respira profondamente. Stai giocando in maniera magnifica, hai tutto sotto controllo, stai tranquilla”. Tanto lavoro psicologico per mantenerla sui binari giusti. E ha funzionato.
Dopo una partita passata a essere lei la protagonista principale e aver rischiato il secondo break di vantaggio anche nel secondo set, Pliskova ha avuto un attimo in cui è sembrata perdersi. Al momento di servire per il match, sul 15-15, non è scesa a rete in due occasioni e Wozniacki, esaltandosi in una delle rare circostanze del suo match, ha ributtato profondissimo il dritto. La mano sul volto era di chi sapeva il grave errore, ma ancora una volta da 15-40 ha avuto il coraggio di spingere col proprio tennis e trovare la via del vincente. La danese ha sbagliato forse troppo col dritto, ma come colpo più debole del suo repertorio era quasi immaginabile che in una situazione delicata perdesse per primo questo fondamentale. Adesso sarà chiamata all’immediata reazione: una nuova sconfitta contro Kvitova sancirebbe una quasi (clamorosa) eliminazione.
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