Che stress avevi prima di scendere in campo?
Stavo abbastanza bene a dire la verità. Mi dicevo più che altro “okay, vai in campo, forse sarà l’ultima partita della tua stagione, dai tutto e vedi cosa succede”. Penso di essere stata piuttosto solida fin dall’inizio, come lei. Mi spiace però di essermi dovuta ritirare. Non è mai facile o bello vincere una partita così. Adesso però posso riposare e prepararmi per domani.
Ti sembra surreale tutto ciò? Non eri qualificata, poi Halep si è ritirata e ora sei in semifinale.
Così è la vita (sorride, nda). Penso di essere stata un po’ fortunata, ma ero la prima fuori e quindi ho meritato di essere quella che è subentrata. Ora ho giocato tre belle partite e vediamo domani cosa succede.
A che punto del match hai avuto la sensazione che Naomi si fosse infortunata?
A essere sincera non avevo notato granché. Quando lei ha chiamato il fisioterapista ho pensato che nel punto precedente lei effettivamente non si era mossa per raggiungere la palla. Ma prima di lì non avevo notato nulla. Ho visto la sua partita precedente e mi sembrava stesse un po’ faticando col ginocchio, e oggi era fasciata ma penso a inizio match fosse ancora ok.
Hai dovuto giocare tutte le settimane dopo lo US Open. Noi in passato abbiamo visto in tante andare a caccia degli ultimi punti per la qualificazione e poi arrivare qui e avanzare in semifinale. Questo anno finora è stato il caso di Svitolina e Pliskova, come te. Pensi che avere avuto un ritmo così intenso possa aver aiutato il tuo corpo?
Per me è sempre molto importante giocare e farlo per un lungo periodo. Se il tuo corpo si sente bene, come nel mio caso, è più facile continuare. È piuttosto difficile mentalmente continuare a tenere un ritmo alto, ma alla fine forse ti aiuta pensare che sei a fine stagione e ogni partita potrebbe essere l’ultima. Ogni giorno sai che devi dare tutto.
Questa è stata la tua dodicesima vittoria contro una top-10 in stagione, hai raggiunto il risultato di Serena nel 2014, la seconda miglior performance negli ultimi anni.
Penso che sia la dimostrazione a me stessa che posso battere chiunque. È una sensazione molto bella. Forse prima li guardavo con troppo rispetto pensando di non poterli mai battere. Ora penso ancora che siano grandissime giocatrici, ma ho cominciato a batterle e posso provare a rifarlo. A livello di fiducia è stata una grande spinta.
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