Fognini manca l’appuntamento con la storia fermandosi al quarto match point nella finale di Chengdu contro il redivivo Bernard Tomic che non vinceva un torneo da 3 anni, fallendo cosi, almeno per ora, l’obiettivo della quarta vittoria in un anno che nessun tennista italiano ha mai centrato (Barazzutti e Bertolucci si fermarono a 3 nel 1977).
In compenso un altro record è stato stabilito in settimana: per la prima volta nell’Era Open ci sono ben 7 over 30 tra i top Ten. In settimana infatti hanno girato la boa dei 30 anni sia Cilic che del Potro che si aggiungono ai vari Federer, Nadal, Djokovic, Anderson e Isner.
L’avvento di Alexander Zverev, che nel 2017 era stato il primo tennista under 21 a chiudere l’anno tra i Top Ten da quando nel 2009 vi era riuscito del Potro, aveva dato slancio al cambiamento generazionale salendo fino al numero 3 della classifica e trainando il gruppo dei tennisti che sono stati poi a novembre brillanti protagonisti a Milano delle Next Gen Finals, dando la sensazione di poter imitare le gesta del tedesco. In realtà ad oggi ciò non è ancora avvenuto; Chung, il vincitore delle Finals, si è bloccato, Coric non riesce a compiere il salto definitivo nonostante sia stato il più precoce, il trio russo Khachanov, Rublev e Medvedev veleggia intorno alla 30sima posizione, Shapovalov manca ancora della necessaria continuità, l’americano Donaldson è rientrato nell’anominato; nel frattempo sono sbocciati altre talentuose promesse come il greco Tsitsipas (classe ’98) e il giovanissimo australiano De Minaur (classe ’99) che però devono ancora dimostrare di saper vincere. E così nel frattempo l’età media dei senatori che occupano l’Olimpo del tennis maschile, capitanati dal mitico trio che dominava nello stesso ordine già 10 anni fa, sale ai massimi storici rompendo il tetto dei 30 anni:
In campo femminile, a Wuhan, dove erano presenti 14 delle prime 16 giocatrici del mondo, abbiamo assistito ad un ecatombe di teste di serie come non si è mai visto in un torneo Premier di questa importanza (con la sola Barty, numero 16, approdata ai quarti ed eliminata in semifinale), di cui ha approfittato quel ciclone della bielorussa Sabalenka che ha divorato tutte le avversarie incontrate sul suoi cammino facendo così un ulteriore passo avanti in classifica dal 20simo al 16simo posto. Questa giocatrice, classe ’98, ha margini di miglioramento notevoli ma già adesso fa paura a chiunque (ha vinto 7 degli ultimi 9 confronti con giocatrici top ten a partire da giugno) ed è plausibile pensarla in corsa per il Master di Singapore, laddove passasse anche il durissimo esame che l’aspetta questa settimana nel Premier Mandatory di Pechino dove, sulla strada l’aspettano in sequenza (in base alle previsioni) Muguruza in cerca di riscatto, la Garcia, campionessa uscente, Carolina Pliskova o Ostapenko e in semifinale la Wozniacki prima di sognare una finale perché no con la giapponese del momento, Naomi Osaka.
Altri numeri della settimana:
1 – Prima vittoria in carriera per il giapponese Nishioka che ha vinto il torneo di Shentzen.
2 – Entrambi provenienti dalle qualificazioni i tennisti che hanno vinto i due tornei in programma nella settimana: Tomic e Nishioka.
3 – Le sconfitte consecutive subite da Simona Halep: finale a Cincinnati, primo turno all’esordio sia agli Us Open che a Wuhan.
4 – I tornei vinti in carriera da Bernard Tomic: Sydney 2013, Bogotà nel 2014 e 2015 e Chengdu la scorsa settimana.
5 – Gli scontri diretti vinti dalla Cibulkova contro la Halep (bilancio complessivo 5-2).
6 -I match vinti dalla serba Krunic contro tenniste italiane: contro la Vinci a Wimbledon, a Bucarest e a Linz nel 2015 e a Roma nel 2018, contro la Errani a Wimbledon 2015 prima del successo contro la Giorgi della settimana scorsa a Wuhan. Di contro una sola sconfitta contro Sara Errani a Bucarest nel 2016.
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