Con un po’ di mestizia dovuta all’ultima esibizione di Federer, forse stavolta veramente vicino alla fine di una carriera indefinibile per quanto abbia incantato il mondo, il tennis continua la sua corsa, tornando al calduccio dei palazzetti europei mentre fuori comincia qui e lì a nevicare. Si parte con i soliti “250”, poi sarà il turno di un paio di “500” e poi, dopo il tormentato “1000” di Bercy, ci sarà il solito gran finale londinese. Ma andiamo con ordine, e cominciamo a vedere cosa succederà la settimana che comincia domani e si chiude domenica 21. Si giocano tre tornei: ad Anversa, Mosca e Stoccolma e tornano in campo molti italiani. Cominciamo dal più noto, Fabio Fognini, che con innegabile acume ha compreso meglio di tutti cosa fare per costruirsi una classifica di prestigio, cosa evidentemente molto rilevante perché gli potrà dar modo di contrattare con sponsor da una posizione di forza e di avere sempre titoloni nella distratta e disinteressata stampa generalista (e anche quella specialistica un po’ più interessata…). Com’è noto il nostro giocatore piazzato meglio in classifica ha deciso di disertare il Masters 1000 di Shanghai per presentarsi al meglio a Stoccolma, città senz’altro più a misura d’uomo della megalopoli cinese, cosa che evidentemente conta. Fognini è l’unico italiano ammesso direttamente nel main draw e sarà la testa di serie numero 2, considerato che la 1 è di John Isner. Fognini avrà un primo turno agevole ma poi non è detto che le cose vadano per il verso giusto, perché Chung – che a Shanghai ha perso contro Cecchinato – se dovesse essere in buone condizioni fisiche non sarà un avversario semplicissimo. Dovesse farcela, in semifinale potrebbe trovare Tsitsipas, forse già troppo forte per Fognini, in ogni caso in ovvia corsia di sorpasso. A Stoccolma ci sono anche Donati e Arnaboldi, speriamo che almeno uno dei due arrivi nel tabellone principale.
A Mosca si gioca la Kremlin Cup, e per noi ci sarà la grossa soddisfazione di avere un italiano come testa di serie numero 1 e cioè Marco Cecchinato. Per motivi forse legati a quella storia sulle scommesse di un paio d’anni fa, alcuni commentatori sembrano infastiditi dai risultati del Cec. Il palermitano non ha un carattere semplice e nell’asfittico ambiente del tennis italiano questa pare la vera colpa, evidentemente credono che dichiarazioni sessiste e razziste siano meno gravi di una leggerezza commessa appunto un paio d’anni fa. Ad ogni modo, lasciando perdere queste miserie interne, Cecchinato guida un drappello di ottimi giocatori ma in un momento di grave imbarazzo: da Nick Kyrgios, in chiara crisi di gioco e risultati, ad Andrei Rublev, che pare non essersi ripreso del tutto dall’infortunio che lo ha tenuto a lungo lontano dai tornei. Oltre a Rublev c’è ovviamente tutta la nextgen russa, e cioè Medvedev e Khachanov che sono già abbastanza avanti e che l’anno prossimo troveremo protagonisti anche negli slam. Ci saranno anche Seppi e Paire, e speriamo anche Napolitano, che contro Horansky si gioca l’accesso al tabellone principale di un torneo che promette spettacolo.
Infine si gioca ad Anversa, torneo un po’ meno prestigioso degli altri due e che vedrà Edmund come testa di serie numero 1. Però anche lì non mancano i motivi di interesse a partire dal ritorno di Tsonga e dalla presenza di Raonic e Tiafoe. Nessun italiano nel main draw ma abbiamo il siciliano Caruso nelle qualificazione. Speriamo bene.
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