[2] R. Federer b. [30] N. Kyrgios 6-4 6-1 7-5
Doveva essere la partita del giorno, invece siamo stati ben lontani dello spettacolo che Roger Federer e Nick Kyrgios avevano offerto a Madrid, Miami e anche a Praga, in quel match di Laver Cup che tutto era sembrato meno che un’esibizione mascherata. Il terzo turni dei sogni finisce invece in un’ora e 46 minuti: lo vince, anzi lo domina lo svizzero che lunedì avrà di fronte un altro australiano, il 29enne John Millman.
Dopo una prova un po’ opaca contro Benoit Paire, il numero 2 del mondo era chiamato al primo test delicato dei suoi US Open. Kyrgios, finito sotto i riflettori per il bizzarro e inopportuno coaching di Mohamed Lahyani nella sfida contro Herbert, fino ad ora gli aveva sempre strappato almeno un set. Stavolta non ci si è nemmeno avvicinato e non inganni il 7-5 del terzo parziale.
Di partita vera se n’è vista poca, per merito di un buonissimo Federer e per demerito di un Kyrgios sparito dal match all’improvviso. E dire che fino al 4-4 del primo set sembra lui quello più in palla: perfetto al servizio e più incisivo in risposta mentre dall’altra parte il suo avversario sbaglia qualche colpo di troppo e con la seconda non fa mai il punto. Nel settimo gioco allo svizzero servono 9 minuti e 4 palle break annullate per uscire da una buca pericolosissima.
A scavarsi la fossa da solo invece Kyrgios è maestro: un game scriteriato concluso con un serve&volley rivedibile gli costa break, set e di fatto anche la partita. Perché da qui in poi l’australiano esce dal campo mentre Federer prende fiducia e ne approfitta per sciorinare qualche perla con una punta di sadismo: un bellissimo dropshot e una risposta profonda gli valgono il secondo break di fila e una prima ipoteca sul secondo set.
Un set che diventa suo quando Kyrgios butta via anche il quarto gioco e persevera nel suo non tennis. Fa in tempo a evitare il bagel ma il risultato è impietoso: 6-4 6-1 in poco più di un’ora. In un match deludente la consolazione per il pubblico arriva a metà terzo set, quando Nick decide di dedicarsi ai colpi da esibizione che tanto gli piacciono.
Federer raccoglie la sfida e il settimo gioco diventa il più spettacolare della partita, forse dell’intero torneo. Un recupero di Federer ad aggirare il paletto si merita il titolo di miglior punto della serata ma è l’ultimo squillo: sul 5-5 arriva il break anche nel terzo set e pochi secondi dopo è già tempo di strette di mano a rete.
Lo svizzero per la diciassettesima volta in carriera è negli ottavi a Flushing Meadows, può essere più che soddisfatto per aver passato indenne quello che sulla carta era un terzo turno di fuoco e che invece ha superato con il minimo sforzo, conservando energie preziose in vista della seconda settimana. Per Kyrgios invece solita storia e quel “Ho bisogno di assumere un coach” esclamato a metà partita può essere spunto per qualche ulteriore riflessione.
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