[6] N. Djokovic b. [3] J. del Potro 6-3 7-6(4) 6-3
Novak Djokovic trionfa per la terza volta in carriera a Flushing Meadows conquistando il quattordicesimo Slam personale che vale l’aggancio a Pete Sampras. La vittoria del serbo contro Juan Martin del Potro cancella ogni dubbio, se mai ce ne fossero ancora stati dopo il successo a Wimbledon, del suo ritorno ai livelli più alti del circuito maschile con la possibilità sempre più concreta di tornare a dominarlo. Juan Martin del Potro ha giocato al meglio delle sue possibilità mettendo in campo oltre ai suoi potenti colpi anche il suo immenso cuore ma Nole oggi è stato semplicemente troppo forte.
La partita spettacolare e intensa rispecchia fedelmente il percorso compiuto da entrambi per raggiungere l’atto finale. Da una parte Novak Djokovic che ha dimostrato durante il torneo una solidità e una confidenza con la palla crescenti fino a presentarsi oggi ad un livello atletico e tecnico molto simile a quello che lo ha reso l’ultimo vero dominatore del circuito fino alla crisi sopraggiunta dopo la vittoria del Roland Garros 2016, inseguita con troppa ossessione. delpo dall’inizio ha esibito una condizione fisica perfetta e una fiducia notevole nel suo gioco in special modo dal lato del rovescio dove le percentuali di colpi giocati in back sono notevolmente diminuiti rispetto allo scorso anno. Le premesse sono subito rispettate. Parte Nole al servizio e nei primi game concede qualche punto in più del suo avversario anche se non arriva mai a difendersi ai vantaggi mentre l’argentino ha meno problemi a tenere i suoi turni di battuta. Gli scambi sulla diagonale destra, come ampiamente prevedibile, si risolvono per la maggior parte in favore di delpo mentre Nole raccoglie di più quando il gioco si sviluppa sulla diagonale del rovescio. Nell’ottavo game il serbo mette a segno con grande intelligenza il break. delpo rifiuta di scambiare con il rovescio spostandosi con i piedi sempre più verso il corridoio per colpire con il suo colpo migliore ma non gli entra il vincente, scopre il lato destro del campo, Nole cambia la direzione dello scambio costringendolo a giocare il dritto in corsa senza la giusta coordinazione e con tre errori consecutivi con questo colpo l’argentino cede la battuta che permette a Nole di servire per il set e chiuderlo senza troppi problemi.
Nel secondo parziale la superiorità atletica dell’ex numero uno del mondo, che gli permette di raggiungere agilmente quasi ogni palla giocata dal suo avversario, viene prepotentemente fuori. Nole gioca tutti i colpi a una spanna dalle righe senza sbagliare praticamente nulla ed esercita sull’argentino una pressione pazzesca da fondo senza farlo quasi respirare costringendolo a ricorrere più volte allo schema servizio-dritto per annullare due palle break e salvarsi. Inserito il pilota automatico il serbo impone un ritmo elevatissimo agli scambi e nel terzo game obbliga delpo a forzare troppo con il dritto portandolo ripetutamente all’errore e strappandogli il servizio. L’argentino è un leone ferito e reagisce con rabbia iniziando a tirare il dritto con una forza e una profondità impressionanti che Nole non riesce più a contrastare inanellando una serie di vincenti che valgono il controbreak nel sesto game e il sorpasso subito dopo. delpo è carico e ad ogni punto chiama il sostegno del pubblico che risponde con un boato dopo l’altro. L’ottavo game dura più di venti minuti di gioco stratosferico. Nole salva tre palle break e tiene il servizio dopo innumerevoli vantaggi. Cala inevitabilmente l’intensità, il servizio ritorna ad essere decisivo e gli scambi si accorciano portando il parziale al tie-break. Il momento è cruciale, nessuno vuole prendersi rischi e i due si scambiano servizi e regali fino al 4-4 quando delpo sbaglia un dritto centrale in un uscita dal servizio cedendo l’ultimo mini break a Nole che alza il livello di attenzione, gioca un colpo a destra e uno a sinistra con costanza disarmante, senza cercare le righe e senza mai dare l’impressione di poter sbagliare mentre lo fa delpo che, tradito dal dritto, cede il parziale.
Le possibilità di rimonta dell’argentino sono ridotte ad una debole speranza quando inizia il terzo set e si riducono ancora di più quando subisce il break nel quarto game. Come in precedenza arriva la sua poderosa reazione che, facendo leva sul dritto scagliato con una potenza che supera il limite delle umane forze, gli permette di rientrare in gioco mettendo a segno l’immediato contro break. Ma Nole non abbassa mai il livello, gioca sempre ad una spanna dalla righe e tiene tutto dentro. Dopo due ore di lotta intensissima resistergli è troppo anche per delpo che cede nuovamente il servizio nell’ottavo game. Nole mantiene una concentrazione glaciale e chiude al primo match point: il re di New York è lui.
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