Si è conclusa con una finale dominata la favola di Margarita Gasparyan, quasi in lacrime dopo aver completato una settimana che l’ha vista tornare ad alzare un trofeo WTA 3 anni dopo Baku nell’estate 2015.
6-2 6-1 il punteggio con cui la russa ha travolto la connazionale Anastasia Potapova sfruttando quel po’ di esperienza in più dovuta ai tanti tornei alle spalle nel circuito maggiore contro una ragazzina di appena 17 anni che per quanto stia facendo bene è pur sempre alle prime armi e molti frammenti della singola partita ancora devono entrare nel suo bagaglio.
Oggi, Gasparyan ha chiuso un piccolo (grande) cerchio: dopo i 3 interventi al ginocchio, i 15 mesi di totale inattività tra una riabilitazione quantomai delicata e il pensiero di voler smettere di giocare e la necessità di ricominciare a camminare passo dopo passo, quasi dovendo imparare nuovamente come si fa. Dmitry Shakhov, giornalista russo, lo scorso anno andò a Mosca per l’ultimo torneo WTA prima del Master nel tentativo di salutare qualche vecchio amico in quello che sarebbe stato l’ultimo torneo di tennis seguito da inviato prima di cambiare sport. Approfittò del rientro di Gasparyan dopo oltre un anno, e del grande silenzio della russa nel lungo periodo di riabilitazione, per chiedere cosa fosse successo. Senza entrare troppo nei dettagli, Margarita disse: “Dopo la terza operazione ho pensato seriamente di smettere. Non mi sentivo bene, per il primo mese non riuscivo quasi a camminare perché la gamba mi faceva molto male. Mi hanno consigliato uno specialista in Austria, che ora è diventato il mio fisioterapista, che lentamente mi ha riportato a correre e a saltare e quando ho rimesso piede in campo per la prima volta è stato per me un momento incredibile”.
Il rientro non è stato facile. Il suo basso profilo e la sua origine non le ha permesso aiuti da parte dei tornei come capitato invece ad altre giocatrici come per esempio Sloane Stephens all’inizio della sua cavalcata straordinaria un anno fa. Essere statunitensi, con i tanti tornei sul suolo americano, aiuta molto da questo punto di vista. Essere russi, con appena un paio di tornei (e di basso livello) nel circuito è un altro discorso. Al di là di questo, Gasparyan sta compiendo una rimonta a grande velocità: ancora ferma al numero 1115 lo scorso maggio, lunedì sarà dentro le prime 140 del mondo. Numero 299 a inizio settimana, ha portato a termine alcune battaglie a Tashkent di cui esserne orgogliosi ed è diventata la seconda giocatrice dal ranking più basso di sempre a vincere in un evento del circuito maggiore dal successo di Angelique Widaja a Bali, nel 2001, da numero 597 del mondo.
Tutto sembrava essere concluso al secondo turno, quando si era trovata sotto 0-4 e 0-30 al terzo set contro Tatjana Maria, salvo divenire protagonista di una straordinaria rimonta fino alla chiusura con un perfetto lob di rovescio sulla riga per il 7-2 nel tie-break. Da lì sono seguite due vittorie con altrettante rimonte da un set sotto, contro Fanny Stollar e Mona Barthel: prima di questa settimana, nelle 28 occasioni in cui aveva perso il primo set aveva ottenuto soltanto un successo (contro Sara Errani a Melbourne, nel 2016). Infine, oggi, il netto 6-2 6-1 contro una ragazzina di tanto buon prospetto quanta inesperienza. Potapova ha concluso male una settimana che deve rimanere con molte più luci che ombre, e avrà probabilmente tutto il tempo di moderare un carattere ancora troppo “da junior” dove la concentrazione spesso vacilla e se ci sono un paio di errori sopraggiunge un enorme scoramento che le impedisce di esprimersi come vorrebbe. Gasparyan, dal lato suo, ha giocato la partita perfetta, senza un calo, senza dare chance all’avversaria di prendere fiducia e provare a cambiare l’andamento del match: 4-0 di vantaggio immediato nel primo set, 4-0 nel secondo. Il servizio le ha dato una grande mano, con una traiettoria verso l’incrocio delle righe centrali che per tutta la settimana è stata un’ottima cassaforte: nessun avversaria è riuscita veramente a leggerle quel colpo, con la palla che al rimbalzo col terreno schizzava letteralmente verso l’esterno grazie al tanto slice messo al momento dell’impatto.
Adesso, nonostante il poco tempo a disposizione, Gasparyan potrà concentrarsi meglio su come raggiungere quota 600 punti nel ranking ed essere nel gruppo di giocatrici che daranno la caccia agli ultimi posti disponibili per il tabellone principale dell’Australian Open, suo obiettivo principale per questa fase finale di stagione. È distante poco meno di 170 punti e le opportunità non saranno più tante, ma in questo momento è vietato togliere il piede dall’acceleratore.
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