Serena Williams nella conferenza stampa dopo la finale dello US Open persa contro Naomi Osakan non ha ritrattato nelle accuse lanciate contro l’arbitro della partita, Carlos Ramos. “Non posso tornare indietro nel tempo, non posso sedermi qui e dire che non avrei dato del ladro all’arbitro. Lui mi ha tolto un game” ha detto l’ex numero 1 del mondo, “ho visto tanti uomini chiamare gli arbitri in vario modo. Io sono qui per lottare per i diritti delle donne e per tutte le cose collegate. Io gli ho detto “ladro” e lui mi ha tolto il game, questo mi è sembrato fosse un comportamento sessista. Lui non ha mai tolto un game a un uomo perché gli è stato detto “ladro””.
Ha poi continuato: “In quel momento è come se mi fosse esploso il cervello, ma continuerò a lottare per i diritti delle donne per avere gli stessi trattamenti. Cornet deve essere in grado di togliersi la maglietta in campo senza ricevere una multa. Questo è oltraggioso. Ho come sentito che lottare per questo sarà un esempio per la prossima persona che vorrà esporre le proprie emozioni, che vorrà esprimere se stessa ed essere una donna forte. Loro dovranno permetterlo dopo oggi. Forse non ha funzionato per me, ma funzionerà per la prossima persona che si troverà nella mia situazione”.
Ancora riguardo a Ramos: “Perché credo sia un ladro? Perché mi ha tolto un punto. Ha insinuato che io avessi barato quando in realtà non era così. Gli ho detto: “Guarda, conosci il mio carattere, mi conosci molto bene e sai che io non farei mai una cosa del genere, non chiamo mai neppure il coach in campo [nel circuito WTA, nda]. Lui mi ha detto che comprendeva la situazione. Quando mi sono seduta gliel’ho ripetuto il discorso. Gli ho detto che posso capire come mai sia arrivato al coaching, magari guardando nel mio angolo ha visto qualcosa e può aver pensato qualcuno mi stesse indicando qualcosa, ma non è così. Gli ho detto che preferirei perdere piuttosto che imbrogliare. Lui era ok, mi è sembrato che dopo questa discussione tutto si fosse risolto e ho pensato che la cosa fosse passata”.
Riguardo alla premiazione, ai fischi e alla sua richiesta di applausi verso Osaka, Serena ha commentato: “Mi sono sentita male. Io piangevo, lei piangeva. Non so se le sue fossero lacrime di gioia o di tristezza, però in quel momento ho pensato che non era così che ho vissuto il mio primo successo in uno Slam e non voglio che lei possa sentirsi così. Ho chiesto al pubblico di smetterla di fischiare perché questo era il suo momento e non lo meritava, io non lo meritavo, chiunque lì non lo meritava. Lei ha giocato in maniera meravigliosa e ha meritato di vincere”.
Infine un commento sul proprio coach: “Patrick Mouratoglou ha ammesso di aver fatto coaching? Strano, noi non abbiamo segnali per comunicare. È strano, forse mi ha detto “puoi farcela”. Ero dall’altra parte del campo e non posso dire. Devo verificare bene”.
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