[31] F. Verdasco b. A. Murray 7-5 2-6 6-4 6-4 (Simone Milioti)
Sarà lo spagnolo e testa di serie Fernando Verdasco a sfidare Juan Martin del Potro nel prossimo turno. Il madrileno ha avuto vita abbastanza semplice contro un Murray ancora non al meglio, ma anche in virtù della splendida prestazione che la tds numero 31 del torneo ha mostrato in campo. Seconda vittoria quindi per lui che ha un record davvero negativo contro Murray avendoci perso ben tredici volte.
Già il primo set si apriva con break e contro break, al terzo e quarto gioco, Verdasco scappa, ma Murray recuperava subito, facendo già capire che sarebbe stato tutt’altro che un match semplice. Altro break e contro-break al sesto e settimo gioco, stavolta a provare l’allungo era stato lo scozzese. I due continuavano a stuzzicarsi seguendo lo stesso copione, Murray col solito gioco attendista da fondocampo, Verdasco molto più propositivo e incisivo come solo poche volte col dritto. Il primo set si decideva all’undicesimo gioco, quando Murray subiva il secondo break del set e Verdasco serviva confermando lo strappo e chiudendo 7-5.
Il secondo, approfittando di un momento di black out totale di Verdasco da metà set in poi, era un assolo di Murray che allungava con doppio break, dopo che ancora i due si erano scambiati i servizi in modo ravvicinato. Nel terzo a prendere il largo immediatamente era Verdasco, Murray piuttosto falloso anche a fine partita più il conto dei doppi falli supera quello degli ace e quello degli errori è ben superiore ai vincenti. Verdasco abbastanza concreto col servizio si riporta avanti di un set.
Al cambio campo, visto il caldo che si registra quest’anno a Flushing Meadows, vengono concessi ai due giocatori i 10 minuti di heat policy. Al ritorno in campo, i due riprendono il solito copione, l’equilibrio dura sino al settimo gioco, sul 3-3 Verdasco piazza il break a zero contro un Murray che sembra davvero molto stanco, sia fisicamente che mentalmente. Verdasco sale 5-3, Murray riesce a stargli sotto e nel decimo gioco mette pressione allo spagnolo. Fernando al momento di servire per il match si blocca un attimo, è costretto a salvare prima due palle break sul 15-40, un doppio fallo e un errore non forzato lo portano in questa brutta situazione. Le annulla col servizio e si procura un match point che però spreca con un dritto in corridoio. Murray molto generosamente ne approfitta conquistato il punto a rete, terza palla break, ma Verdasco nonostante non abbia messo la prima in campo spinge la seconda, attacca col dritto e chiude il punto a rete, Murray non può far alto. Verdasco annullerà altre due palle break, sempre spingendo coraggiosamente, seguirà un altro match point annullato, prima di chiudere l’incontro alla terza opportunità, finalmente giocando una prima in campo.
[3] J.M. del Potro b. D. Kudla 6-3 6-1 7-6(4) (Simone Milioti)
Tutto abbastanza tranquillo per del Potro che supera senza perdere mai la battuta Denis Kudla in poco meno di due ore di gioco. Match totalmente dominato dall’argentino che mantiene buonissime percentuali al servizio, 73% di prime in campo con cui realizza l’85% di punti. Quasi il doppio dei vincenti per il campione dell’edizione 2009 e Kudla tranne nel terzo set, dove è riuscito a non subire break, mai realmente in partita.
Il primos set si apriva col break di del Potro, Kudla evidentemente ha cominciato un po’ bloccato, iniziava lo show di Delpo al servizio che coronava un ottimo primo set chiudendo con un secondo break al nono gioco. Nel secondo ancora allungo iniziale per del Potro, ancora un doppio break e un vantaggio importante, e non recuperabile dal povero Kudla, sul 4-0. Il terzo tutto sommato è il set in cui Kudla ha visto più palla, ben 9 i punti vinti in risposta sui 15 totali dell’intero match, lo statunitense riesce a salvare l’unica palla break, concessa nuovamente al primo gioco, e trascinare l’incontro al tie-break. Qui del Potro non lascia però scampo, allunga per l’ultima volta 6-1, poi spreca giusto qualche match point per poi chiudere 7 punti a 4.
Prossimo turno sarà già tutt’altra storia per l’argentino che troverà Verdasco, tutt’altra pasta di giocatore rispetto a Kudla. Lo spagnolo lo farà muovere di più e se giocherà proposito prendendo il campo per delpo sarà dura. Ma l’argentino partirà comunque favorito e sicuramente potrà farsi aiutare dagli impressionanti numeri al servizio.
[9] D. Thiem b. S. Johnson 6-7(5) 6-3 5-7 6-4 6-1 (Giorgio Cammarosano)
Sono stati necessari 5 set e quasi 4 ore di gioco a Dominic Thiem per riuscire ad avere la meglio sul californiano Steve Johnson, numero 31 del ranking e fresco finalista nel 250 di Winston Salem. L’austriaco, in un match non bellissimo ma ricco di capovolgimenti di fronte, sotto due volte di 1 set ha saputo sfruttare il maggior tasso tecnico a disposizione, che gli ha permesso di arrivare più preparato nei momenti decisivi.
Su un campo numero 17 piuttosto pieno, la partita scorre via piacevole pur senza offrire – nella fase iniziale – particolari scossoni al suo naturale andamento. Se infatti il servizio aiuta molto Johnson, la risposta fa da contraltare, dal momento che soprattutto con il rovescio l’americano non riesce ad essere pericoloso. Proprio un back di rovescio fuori di quasi 2 metri offre a Thiem una palla break sul 5-5, che Johnson annulla con un collaudato servizio e dritto. Si arriva così inevitabilmente al tie-break, dove Johnson, che sinora aveva vinto appena 4 punti sul servizio dell’avversario, mette a segno subito 2 mini break per portarsi sul 3-0. Thiem risponde bene sui due servizi successivi dell’americano e si riporta sotto, ma sul 5 pari manda inspiegabilmente fuori un facile dritto a campo aperto che offre a Johnson la possibilità di servire per il set; l’americano non se lo fa ripetere due volte e con un perfetto serve&volley chiude il primo parziale.
Tutt’altra musica però nel secondo set, perchè Thiem non è intenzionato a ripetere lo stesso errore. L’austriaco risponde bene e conquista subito il break in apertura, che difende strenuamente per tutta la durata del set. Il numero 9 del seeding è anche fortunato nel settimo game: Johnson si procura infatti una palla break (la prima del match), che Thiem annulla grazie ad un gran dritto. L’americano in quel frangente inciampa col piede destro e si procura una leggera distorsione che lo obbliga al MTO. Quando 10 minuti dopo rientrerà in campo ancora claudicante, Thiem non avrà difficoltà a conquistare i 2 punti finali, e chiudere poco dopo anche il set.
Chi si aspetta una strada in discesa per l’austriaco, è costretto a ricredersi, perché Johnson sostenuto dal pubblico di casa rientra prepotentemente nel match, e senza concedere nessuna palla break – ma al contempo sprecandone quattro consecutive nel decimo game – si guadagna il terzo set, quando tutti ormai pensavano di assistere ad un secondo tie-break. Il gioco dell’americano si affida ovviamente ancora al dritto, sempre profondo, ma anche lo slice di rovescio risulta adesso più fastidioso per Thiem, che sul 6-5 con una scriteriata discesa a rete offre a Johnson 3 palle per il set. All’americano basta la prima per portarsi 2 a 1.
Tempo di ritornare in campo dopo la pausa, e come nel secondo set, Thiem capisce che non può più distrarsi: ruba il servizio alla prima occasione e senza strafare – non ci saranno altre palle break nell’intero parziale – riequilibra nuovamente il match.
Ma Johnson è stanco, il caldo si fa sentire e le sventagliate di Thiem a tutto braccio obbligano il californiano a correre da un estremo all’altro del campo. L’austriaco strappa subito il servizio grazie ad un bellissimo quanto fortunato rovescio lungolinea, che vola in cielo prima di atterrare esattamente all’incrocio delle righe. È la chiusura virtuale del match, Johnson si fa brekkare ancora due volte e con il 6-1 finale Thiem accede meritatamente al terzo turno.
[WC] S. Wawrinka b. [Q] U. Humbert 7-6(5) 4-6 6-3 7-5 (dalla nostra inviata a New York, Cristina Pozzoli)
Stan Wawrinka batte il caldo e il qualificato Ugo Humbert dop oltre due ore e mezza di gioco sotto al sole cocente, segno di una ritrovata condizione mentale e atletica che partita dopo partita diventa sempre più consistente.
Alle 11.00 locali, orario di inizio delle partite della terza giornata a Flushing Meadows, il sole è già rovente e si registrano oltre 40 gradi con il 50% di umidità. Con queste condizioni meteo è quasi impossibile stare seduti, figuriamoci in campo, e il gioco inevitabilmente ne risente.
Il primo set regala poche emozioni, a parte due palle break annullate da Wawrinka nel terzo game, una con lo schema classico servizio e dritto vincente inside-out e l’altra con un ace di seconda, il servizio domina il gioco. Humbert, mancino, è dotato di due fondamentali profondi e veloci con i quali sposta lo svizzero che, non potendo giocare con i piedi ben saldi al terreno come piace a lui, quando lo scambio va oltre i tre-quattro colpi al massimo sbaglia. Diverso il discorso quando Stan riesce ad imprimere subito gran pesantezza alla palla utilizzando bene le diagonali per aprirsi il campo. Al tie-break lo svizzero è sempre davanti, spreca due mini break di vantaggio con altrettanti gratuiti e sul terzo che è anche un set point, Humbert gli toglie ogni pensiero commettendo doppio fallo.
Nel secondo parziale Wawrinka è subito in difficoltà costretto ad annullare tre palle break tirando due seconde vincenti e un passante di rovescio incrociato e nel quarto game trova la chiave per strappare il servizio al francese inchiodandolo nell’angolo destro a suon di rovesci lungo linea uno più pesante dell’altro ma paga subito lo sforzo commesso e restituisce il servizio. Il caldo si fa sentire sempre di più, ai cambi di campo Stan continua a rovesciarsi in testa bottigliette d’acqua per calmare i bollori ma non basta, la mente è annebbiata dal caldo, gli errori continuano copiosi (se ne conteranno 35 contro i 23 di Humbert alla fine del primi due parziali) e nel nono game cede nuovamente il servizio mandando il francese a servire per il set che, più lucido di lui, non si fa scappare l’occasione provocando l’ira dello svizzero che spezza in due la racchetta con il ginocchio beccandosi l’inevitabile warning.
La partita sembra girare dalla parte del francese all’inizio del terzo set. Wawrinka boccheggia e cede il servizio in apertura ma poi ha una reazione d’orgoglio dirompente che si traduce in dodici vincenti e quattro game consecutivi in suo favore che gli aprono la strada per il 6-3 finale.
Dopo i dieci minuti di pausa concessi per le estreme condizioni meteo nel quarto set il servizio torna a farla da padrone riproponendo le trame del primo parziale. Pochi scambi, qualche vincente e qualche errore e prime palle che garantiscono punti facili a entrambi. L’equilibrio si spezza nel nono game, Humbert apre con un doppio fallo e Wawrinka con grande astuzia lo fa giocare proponendogli palle senza peso sulle quali si incarta cedendo il servizio. Sembra fatta, Stan serve per chiudere ma pasticcia, concede tre palle del contro break, annulla le prime due con due vincenti dei suoi (rovescio incrociato vincente e dritto inside-in tirato con i piedi fuori dal campo e dal corridoio) ma sulla terza sbaglia con il dritto e cede il servizio. Potrebbe demoralizzarsi ma non lo fa, strappa nuovamente il servizio al francese lottando con i denti e poi alla seconda occasione di servire per il match non fallisce e chiude 7-5.
[25] M. Raonic b. G. Simon 6-3 6-4 6-4 (Aldo Cutaia)
Tutto liscio in questo secondo turno per Milos Raonic, che si sbarazza con autorità di un comunque generoso Gilles Simon. Il francese ce l’ha messa tutta, ma i troppi gratuiti e la differenza di pesantezza di palla non gli hanno permesso di fare partita pari.
Il canadese non perde tempo a far capire a Simon che dovrà temere parecchio la sua aggressività in risposta. Raonic cerca di girare intorno al dritto per fare male al primo colpo, e quando può, raggiunge la rete per mettere pressione. Non perde tempo a cogliere subito il break e salire 3-0. Il francese, non troppo reattivo con le gambe, sembra schiacciato dal gioco violento e immediato del canadese, che al servizio, dopo aver annullato una palla break, non concede più nulla. Si aggiudica il set 6-3.
Il secondo set vede un Simon più dentro al match, che riesce a dare continuità alla serenità trovata nel finale di primo set. Gli viene meno faticoso tenere Raonic lontano dalla riga di fondo e con i lunghi scambi imbastiti dalla parte del rovescio, prova a sfiancarlo. Il canadese si accorge di essere in difficoltà nello scambio di ritmo nella diagonale di sinistra, per cui sceglie di affidarsi molto di più al back, in attesa di poter colpire con il dritto. Simon non riesce a sfondare sulla sinistra e ricacciato indietro, si espone alle accelerazioni di Raonic, che sfrutta l’occasione nel settimo cogliendo il break. Annullata una palla del contro break, chiude il secondo parziale 6-4.
Il terzo set non cambia le carte in tavola, ma si limita a mostrare l’affievolirsi della resistenza di Gilou, che non ha evidentemente la forza di opporsi alla morsa di Raonic. Il break arriva in apertura, assicurando al canadese la tranquillità per gestire il finale di match.
Prova convincente di Milos Raonic, che scaccia le perplessità che si erano addensate dopo la partita con Carlos Berlocq. Il canadese, che si sta avvicinando sempre più al livello di due anni fa, incrocerà Stan Wawrinka in un match che si preannuncia il più prestigioso di tutto il terzo turno.
D. Medvedev b. [15] S. Tsitsipas 6-4 6-3 4-6 6-3 (Giovanni Putaro)
Non è evidentemente ancora pronto, Stefanos Tsitsipas, ad arrivare in fondo ad un Grande Slam, nonostante la prima finale 1000 persa contro Rafa Nadal poche settimane fa. La promessa greca esce prematuramente dagli US Open per mano del suo collega Next Gen Danill Medvedev al termine di una partita discreta e abbastanza rapida. L’iniziale equlibrio viene rotto proprio da Tsitsipas, sottotono con la prima di servizio, che, nel labirintico nono game, dopo aver avuto la palla per chiuderlo e portarsi 5-4, va ai vantaggi e, con un gratuito, manda il russo a palla break. L’annulla, ma ripete il copione altre quattro volte e, al termine dell’ennesimo errore non forzato si consegna al russo, che mette in cascina il primo set.
Nel secondo, Tsitsipas fa ancora peggio, se possibile. Perde la battuta in maniera arrendevole nel terzo game e non riesce ad avere occasioni in risposta, anche grazie al solidissimo servizio di Medvedev, che non gli fa fare mai più di un 15 e poi bissa il break e, con esso, i set di vantaggio. Potrebbe anche chiuderla in tre, visto che strappa la battuta ad uno Tsitsipas visibilmente sconfortato, salendo 4-2, ma si deconcentra, non facendo più male col servizio e scendendo di rendimento nello scambio. Questo permette al greco di infilare quattro giochi di fila ed allungare la questione, con quello che è facilmente confondibile come scatto d’orgoglio, certo, forse un po’ lo è, ma che va identificato come regalo del russo.
Abbastanza confusionario l’inizio della quarta frazione, in cui Medvedev, issandosi 2-0 prova a stroncare le speranze di rimonta di Stefanos, che continua a metterci del suo sparacchiando qua e là i fondamentali, ma che si rimette nuovamente in carreggiata approfittando di qualche esitazione dell’avversario. La sua idea di base, cioè quella di aprirsi il campo con profondità e potenza non è sbagliata…il problema sopraggiunge alla realizzazione pratica, perché il ragazzo non riesce ancora a controllarsi e, soprattutto, a capire quando forzare e quando no, finendo per sparare fuori, ad esempio, un dritto, in una circostanza in cui non c’è assolutamente bisogno. E, infatti, puntualmente, si fa brekkare di nuovo. Medvedev, lanciato sul 4-1, stavolta non perdona e congela la pratica, approdando al prossimo turno.
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