[3] S. Stephens b. [WC] V. Azarenka 6-3 6-4
Messi da parte i problemi e i pensieri di un secondo turno complicato contro Anhelina Kalinina, Sloane Stephens è ripartita fortissimo vincendo una gran partita contro Victoria Azarenka. Quasi perfetta la prestazione della numero 3 del seeding, che ha forse sprecato qualche chance di troppo dal 3-1 e servizio nel secondo set perdendo i successivi tre game, ma il modo in cui è ritornata immediatamente in carreggiata dice tanto del suo stato di forma.
Da campionessa in carica, al rientro nella “sua” New York dove coronò 12 mesi fa uno dei percorsi più da film, probabilmente, degli ultimi anni di storia tennistica, Stephens non sembra avvertire minimamente la tensione e le responsabilità, fattore magari ipotizzabile alla vigilia pensando anche alla con cui la statunitense ha affrontato la propria carriera tennistica da quando è tornata in campo dopo il grave infortunio, ma metterlo in pratica rimaneva un discorso all’apparenza più complesso. Eppure, questi primi tre turni lasciano tante buone indicazioni, primo tra tutti che Sloane è in grande fiducia non solo da un punto di vista mentale ma anche di gioco.
Oggi, nel 6-3 6-4 ad Azarenka, ha avuto il pallino del gioco in mano per un set e mezzo grazie a un modo di essere in campo che sovrastava il tennis della sua avversaria. Il palleggio della bielorussa era molto più corto e veniva regolarmente investito dalla forza e dalla pesantezza della palla statunitense che giostrava liberamente le azioni. Un tennis fluido, molto efficace, e subito c’era l’allungo. Conservato con cura il break nel terzo game, Stephens ha poi trovato la via del raddoppio sul 5-3. Azarenka era senza grandi soluzioni se non quello di provare e riprovare vie per mandare la sua avversaria fuori posizione, probabilmente uno dei fattori più complicati del tennis femminile attuale. Sloane, la miglior versione almeno, è una giocatrice che si muove in campo e quasi non ci si accorge: lo dicevamo anche a Parigi, quando raggiunse la finale, e lo ribadiamo ora. Una copertura del campo perfetta e senza quasi sforzarsi, con una stabilità coi piedi che le permette spesso di trovare un impatto ideale e dominare il gioco.
Quando la situazione sembrava ormai scritta, Azarenka ha tirato fuori tutto l’orgoglio e ha dato un senso alla sua giornata. Netto il cambio di marcia dall’1-3 di ritardo nel secondo set, quando ha cominciato a dare più spinta e più peso a una palla che cominciava ad atterrare molto più spesso oltre la metà campo avversaria. Subito ripreso il break di ritardo, è stata molto importante la serie di punti che l’ha portata all’aggancio sul 3-3, recuperando da 0-40 e rendendosi finalmente protagonista. Il suo problema principale, però, rimaneva il dritto con cui ha concesso tantissimo e neppure nel momento migliore ha saputo contenere gli affanni. Da quella parte cercava più una traiettoria carica, per avere la palla buona sul rovescio e attaccare, e una Stephens un po’ in difficoltà ha perso il secondo turno di battuta. Sul 4-3 e servizio Azarenka è arrivata la pioggia che ha forse spezzato il momento positivo della bielorussa, ma da qui a parlare di peso specifico importante ci sarebbe voluta ben altra situazione.
La numero 3 del seeding è ripartita molto forte, e vincendo da protagonista gli ultimi tre game ha chiuso l’incontro. Adesso per lei Elise Mertens, che la sconfisse negli ottavi di finale a Cincinnati. Per la belga il successo 6-3 7-6(4) contro Barbora Strycova vale anche lo scollinamento di quota 3000 punti nella Race, la classifica che considera i risultati dal primo gennaio. Ancora ottava, la belga continua a sperare in un sogno che adesso si chiama “Singapore”.
[7] E. Svitolina b. Q. Wang 6-4 6-4
Successo in due set per Elina Svitolina, che archivia abbastanza bene la pratica Qiang Wang e torna in una seconda settimana Slam dopo 2 tornei di assenza. Questa Svitolina è una giocatrice molto più pimpante di quella che giocò sia a Parigi che a Wimbledon anche se il rammarico per quella bocciatura importante contro Mihaela Buzarnescu al Roland Garros rimane un macigno nella sua stagione. Se non altro l’ucraina ha trovato la forza per reagire al primo vero momento delicato da quando nel febbraio del 2017 ha messo piede in top-10.
L’obiettivo per lei, in questo US Open, è provare ad arrivare il più avanti possibile e nel suo caso specifico vorrebbe dire approdare tra le migliori 4, fatto mai avvenuto in un Major. Proprio qui, un anno fa, veniva rimontata da 4-2 nel set decisivo contro Madison Keys perdendo 7-6 1-6 6-4 contro la futura finalista.
Oggi la prestazione a tratti è stata molto convincente, anche se un paio di cali nel rendimento al servizio ci sono stati. Pesa soprattutto quello avuto sul 5-3 nel secondo set quando veniva da un parziale di 16 punti vinti negli ultimi 18 e ha perso malamente quel game che poteva darle la vittoria, buttando al vento alcuni dei punti compreso un dritto non chiuso sul 15-15 che le ha complicato la vita. Poco male, però, perché dopo il cambio campo ha raccolto i regali di una cinese che di colpo si è fatta nervosa e non è riuscita a costruire alcuno scambio. Adesso la numero 7 del seeding affronterà Anastasija Sevastova, che ha battuto Ekaterina Makarova 4-6 6-1 6-2 confermando l’ottimo feeling con New York dove negli ultimi 3 anni ha sempre raggiunto gli ottavi e, nel 2016 e 2017, si è spinta fino ai quarti di finale.
Altre partite
Karolina Pliskova ha vinto una bella partita sul Louis Armstrong, teatro di tante uscite eccellenti da inizio torneo. 6-4 7-6(2) il punteggio finale contro Sofya Kenin, motorino instancabile e che aveva tutto per mettere in difficoltà la ceca evidenziando l’enorme differenza negli spostamenti. Bravissima, invece, la numero 8 del seeding a resistere e a difendersi piuttosto bene, trovando anche grande incisività col proprio servizio. Ben 11 gli ace messi a segno, scollinando quota “10” per la prima volta dalla sfida contro Anastasia Pavlyuchenkova al secondo turno del torneo di Eastbourne. La statunitense, classe 1998, ha abbastanza da recriminare perché in entrambi i set era avanti 4-2 e soprattutto nel secondo ha avuto altre chance: prima due per salire 5-2 e servizio, poi altre due (consecutive) per andare 5-4 e servizio. In entrambi i casi, Karolina ha chiesto e ottenuto tanto dal proprio colpo preferito che per tanto tempo era rimasto debole e non riusciva a garantirle il giusto numero di punti gratuiti. Adesso, per lei, Ashleigh Barty che ha battuto 6-3 6-4 la sorpresa Karolina Muchova, in una sfida molto divertente per la varietà di tennis proposto e che ha visto la vittoria della più esperta tra le due. Occhio, però, a quello che potrà essere il cammino della ventiduenne di Olomuc da qui in avanti.
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