J. Millman b. [14] F. Fognini 6-1 4-6 6-4 6-1
Troppo brutto per essere vero, ma Fognini è questo, prendere o lasciare e, purtroppo, nel primo pomeriggio newyorkese siamo stati corretti a prenderlo così come Flushing Meadows ce lo ha consegnato, privo di mordente, a parte un piccolo bagliore di luce di un secondo set vinto alla sua maniera. Poi buio pesto e per di più contro un avversario, l’australiano Millman decisamente alla sua portata, almeno sulla carta.
Ed invece sul ribollente cemento del Queen’s, al campo numero 5, il “canguro” ha dimostrato di averne di più del talento di Arma di Taggia, di avere più fame, oltre a godere della sciagurata scelleratezza tennistica del nostro giocatore, capace di donare su di un piatto d’argento, senza peraltro fare nulla per evitare il succitato disastro tennistico, il primo e quarto set nei quali Fognini ha pensato bene di non giocare, rimediando la miseria di soli due giochi.
Duole dirlo, una prova davvero incolore, di quelle che non ti aspetti, a maggior ragione quando, dopo aver lasciato un set di vantaggio a Millman, il “Fogna” aveva rimesso in pari la situazione con un 6/4 che aveva lasciato ben sperare per il futuro. Niente di tutto questo è Millman, alla fine, ha finito per godere di tanta generosità riuscendo a portare a casa un match per trequarti regalato: 6/1 4/6 6/4 6/1 il punteggio finale e addio agli Us Open di una nutrita ma fragile pattuglia italiana.
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