Nel quarto set sembrava quasi fossi tornato il vecchio Andy Murray prima dell’infortunio; è stato così anche per te?
Penso che parte del tennis che ho giocato oggi sia il migliore da quando mi sono operato o perlomeno da quando sono tornato. Ma ci sono stati anche momenti, in particolare nel primo set, dove non ho giocato particolarmente bene. Ho fatto parecchi errori quando conducevo e ora mi sento come se avessi potuto vincerlo ma non l’ho fatto. Poi anche verso la fine ho prodotto del bel tennis per cercare di recuperare ed anche lì sono tornato al vecchio me. Ma sai ci sono stati troppi alti e bassi per poter dare un giudizio positivo.
Le condizioni erano difficili, 4 set, il caldo… è difficile dare un parere ma in alcuni momenti sembravi soffrire ed essere in sfiducia. Quanto dura è stata per te giocare per 4 set, come stai fisicamente?
Il match è stato molto duro per me a causa del caldo e anche perché due giorni prima avevo giocato per oltre tre ore ed è ancora presto per me tornare a quei ritmi. Per quanto riguarda il corpo sai lui stesso ci protegge da determinati problemi come vesciche e simili perché più giochi più si formano calli a protezione e se ancora non li hai sono cose che pian piano verranno. Come ti dicevo è ancora presto per me per tornare a questi ritmi; ho fatto tutto giusto: ho inseguito ogni singola palla, non ho mai mollato e anche se non mi sentivo completamente a mio agio in campo sono andato dritto fino alla fine e ho combattuto.
Serena parlava di cercare di essere più comprensivi verso se stessi…so che è diverso ma quanto difficile è per te cercare di essere paziente quando si hanno così alte aspettative?
Parecchio. Cioè non avevo nessuna aspettativa di vincere questo torneo ma poi quando sono uscito dal campo e ho pensato agli errori che ho fatto nel primo set che potevo evitare e a quello che sarebbe stato se avessi vinto il primo in 35/40 minuti invece che perderlo dopo ben un’ora di gioco…ecco penso che sarebbe stato diverso. Dopo quella sconfitta mi sono scoraggiato e ho cercato di giocare in maniera più aggressiva producendo così parecchi errori che di solito non faccio. Quindi è difficile fare un bilancio quando non hai giocato abbastanza partite, non ti sei allenato quanto vorresti ed è dura una volta in campo prendere la giusta decisione. Quando ero più piccolo in alcune cose facevo davvero molto meglio. Bisogna riabituarsi di nuovo a questi ritmi e certamente questa mia mancanza di abitudine mi è costata un po’ di punti.
Sei arrivato alla vetta e poi ti sei infortunato gravemente e hai dovuto operarti: pensi di poter realmente tornare ai livelli di prima o hai qualche dubbio?
No, ci sono chiaramente dei dubbi a riguardo proprio perché non so come andrà. Quando mi sono fatto male ero numero 1 del mondo e 12 mesi dopo le cose sono completamemte cambiate, non sai esattamente cosa ti aspetta dietro l’angolo. Se le cose continuano ad andare così pian pianino ed il mio fisico continua a migliorare penso di poter tornare a competere ad alti livelli semplicemente perché non ci sono ragioni per cui non potrei. Ma quando continui a lavorare e a giocare sempre più tornei non sai come il tuo corpo risponderà e questo rende le cose più insidiose. Come il cammino che ho fatto l’anno scorso con molti alti e bassi finché non ho deciso di operarmi; penso sia normale avere questi dubbi.
Il fatto che DelPo, Novak e Roger siano tornati da infortuni ti è di aiuto? Anche il fatto che abbiano fatto dei gran ritorni come Rafa?
Sai tutti gli infortuni sono diversi, alcuni sono più seri di altri e certe parti del corpo fanno più fatica a recuperarsi di altre. Perciò preferisco guardare alla mia situazione e cercare di fare del mio meglio. Poi certo alcuni di loro, Juan in particolare, hanno avuto una serie di infortuni e sono riusciti a trovare un modo per tornare ma ci è voluto un sacco di tempo. Gli altri sì hanno avuto degli infortuni, quanto seri fossero è impossibile da sapere, ma molti di loro sono tornati e voglio far parte di quel gruppo.
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