Ci si aspettavano, e ci si aspetta, grandi cose da questo martedì canadese e non si può dire che la giornata sia iniziata in sordina. Le prime due partite del resto vedevano in campo due pezzi grossi – finalisti e vincitori slam – e l’eterno favorito che non vince, Nick Kyrgios. Il quarto era Robin Haase, giocatore di enorme talento – altro che Fognini verrebbe da dire… – ma una sorta di epigono di Paire, cioè capace di dissiparlo come e quando vuole. In Canada deve avere i biortimi giusti, perché l’anno scorso arrivò addirittura in semifinale contro Federer, rendendosi protagonista di un celebre “my name is Robin” all’ennesimo spettarore che, durante il servizio di Haase, urlava il classico “Go Roger!” Quest’anno fin qui si è limitato a battere il solito Nishikori versione B, sfiduciato appena le cose si mettono male, incapace di mettere in campo un dritto, del tutto a disagio sulle innumerevoli variazioni dell’olandese. Nishikori ha resistito un set, perso quello ha provato a rientrare ma il primo a non crederci non era lui.
Discorso diverso, ma ormai classico anche questo, per quanto riguarda Kyrgios, che forse farebbe bene a non tornare in campo fino a quando non si sente a posto fisicamente. Il giocatore rimane una spanna sopra tutti gli altri – e quando si dice tutti, si intende tutti – e il modo con cui ha inflitto il 6-1 nel primo set a Stan è stato un po’ imbarazzante. Il fatto è che se l’altro decide di usare qualche accorgimento Kyrgios si stufa, comincia a sentire dolorini, si limita a gestire il suo servizio giocando in modo del tutto casuale su quello avversario. Che magari non avrà il talento di Nick ma a tennis sa giocare, chiunque egli sia, soprattutto se è uno che di slam ne ha vinti tre. Quindi a Wawtinka è stato sufficiente lottare per tenere la propria, di battuta, e poi attendere che Nick si stufasse definitivamente, sparacchiando un rovescio e un dritto in corridoio e poi producendosi in un S&V quasi imbarazzante. Solite cose insomma.
Hyeon Chung si ritira a poche ore dall’inizio previsto del match di primo turno contro Novak Djokovic a causa di un infortunio alla schiena. Sono mesi che il giovane coreano prova a rientrare nel tour senza riuscire a trovare continuità vittima di un impedimento fisico dopo l’altro e prende il suo posto il lucky loser bosniaco Mirza Basic. La partita perde d’interesse ancor prima di cominciare anche perché Djokovic, senza dover fare nulla di speciale, domina il gioco senza problemi. Break nel sesto game del primo set e nel settimo del secondo e partita senza storia. Mirza Basic fa quello che può, Djokovic il minimo indispensabile. Così poco però che dopo il break nel secondo set pensa che la partita sia chiusa e subisce immancabilmente il contro break arrabbiandosi non poco. La distrazione non fa danni e il serbo si riporta ancora avanti di un break nell’undicesimo game con la partita solo da chiudere. Ma non ci riesce, restituisce ancora il servizio e si arriva al tie-break. Nole non è il solito schiacciasassi, ha perso ritmo ma non così tanto da avere dei problemi. Gli basta controllare gli scambi e chiudere 7-3, grazie anche agli unici due doppi falli commessi da Basic in tutto il match.
Secondo turno
[6] M. Cilic b. B. Coric 6-3 3-6 6-1
[5] G. Dimitrov b. F. Verdasco 4-6 6-2 7-6(5)
Primo turno
[WC[S. Wawrinka b. [16] N. Kyrgios 1-6 7-5 7-5
S. Querrey b. A. Mannarino 6-2 7-5
R. Haase b. K. Nishikori 7-5 6-1
D. Shapovalov b. J. Chardy 6-1 6-4
[14] F. Fognini b. S. Johnson 6-4 6-4
K. Khachanov b. F. Krajinovic 6-3 6-2
F. Tiafoe b. M. Cecchinato 7-6(3) 6-1
[Q] R. Harrison b. [LL] M. McDonald 6-4 6-2
[Q] E. Donskoy b. A. Rublev 7-6(7) 6-4
S. Tsitsipas b. D. Dzumhur 6-3 7-6(3)
[9] N. Djokovic b. [LL] M. Basic 6-3 7-6(3)
[WC] F. Augier-Aliassime b. L. Pouille 6-4 6-3
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