Wimbledon: Thiem si ritira, Zverev prova ad amare l’erba

A Wimbledon Thiem conferma la sua poca attitudine all'erba e un fastidio alla schiena lo costringe a ritirarsi; bene Zverev che prova ad apprezzare anche i prati. Concerme per Tiafoe e Khachanov, vincono Tomic e Gulbis.

Sono i due giovani, peraltro molto amici, su cui il tennis maschile punta di più, inutile negarlo: di bell’aspetto, molto professionali, già parecchio votati all’atletismo molto più dei loro coetanei.
Thiem è pure più grande di Sascha e difatti più solido.

Ruoli che si sono invertiti oggi, sulla superficie che Dominic meno ama, quell’erba che non gli consente di colpire con il tempo che piace a lui, che ha quei colpi ampi, troppo ampi per questi campi. Così, il finalista del Roland Garros, si prepara ad affrontare Marcos Baghdatis -che ormai si fa vedere soltanto sui prati- con queste incertezze e una preparazione ai Championships quasi nulla dopo le sfiancanti galoppate sull’amata terra e una programmazione che rimane sempre troppo fitta.

Non riesce a trovare il ritmo, merito del cipriota che sa come variare su questi campi sui quali evita anche troppa fatica, peccato che il suo fisico e le sue nuove meches bionde non potrebbero sopportare.
A complicare tutto arriverà anche un mal di schiena che la postura bassa dovuta all’erba provoca -pare- soprattutto in chi si trova indietro di due set. Saluta subito i Championships quindi la testa di serie numero 7, che qui non aveva comunque ambizioni troppo grandi.

Chi prova invece ad amare l’erba è Sascha Zverev, che parte lento ma comunque controlla Duckworth, australiano abituato ai prati; il problema di Zverev è quella poca pazienza e la mancanza di vere alternative al piano A quando le cose non vanno come dovrebbero: al secondo turno troverà già un avversario più pericoloso, quel Taylor Fritz che su superfici veloci può fare molto ma che pecca tanto di solidità e convinzione.
Come al Roland Garros, Zverev può cercare la seconda settimana per incrementare abitudine ai match tre su cinque e per iniziare la vera scalata all’Olimpo.

Le altre partite

Prime sorprese quindi con le sconfitte di Thiem e Goffin che aprono nuovi spiragli in tabellone. Per il resto, giornata tranquilla per Feliciano Lopez che in meno di un’ora e mezza ha spazzato via Federico Delbonis con una prestazione da erbivoro vero: 18 ace, 64% di prime palle servite con il 93% di realizzazione e 14 discese a rete vincenti su 20. Percentuali notevoli con cui lo spagnolo si presenta al cospetto di Juan Martin del Potro al secondo turno in un match che si annuncia spettacolare e dall’esito incerto.
Qualche problema in più per Kei Nishikori, testa di serie numero 24, che ha ceduto un set al qualificato Christian Harrison (fratello di Ryan) penalizzato da una seconda di servizio poco incisiva. Il giapponese dovrà alzare le percentuali alla battuta in vista del secondo turno che lo vedrà di fronte a Bernard Tomic, uscito vincitore dalla sfida dei lucky loser contro Hubert Hurkacs.
Facile vittoria per Damir Dzumhur, testa di serie numero 27, che ha superato il tedesco Maximilian Marterer e al secondo turno affronterà il qualificato Ernests Gulbis, vincitore di una battaglia di quasi quattro ore contro la wild card locale Jay Clarke.
Bella vittoria di Frances Tiafoe che, con una gran dose di carattere ha eliminato Fernando Verdasco. Carattere che dimostra partita dopo partita anche Karen Khachanov, vincitore contro David Ferrer.

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