S. W. Hsieh b. [1] S. Halep 4-6 6-3 7-5
Wimbledon, ecco Su Wei Hsieh. La giocatrice più atipica, probabilmente, dell’intero panorama femminile ha completato quell’impresa che all’Australian Open aveva solo sfiorato contro Angelique Kerber e sui prati verdi di Wimbledon, dove anni fa vinse il titolo di doppio con Shuai Peng, ha gioito per la vittoria più bella della carriera.
A cadere, e in modo abbastanza importante, è Simona Halep che ha dovuto sorbirsi l’esatto trattamento che la giocatrice di Taiwan aveva riservato, pochi mesi fa, alla tedesca: variazioni di ogni genere, palle corte, lob, discese a rete, e anche un’ottima fase difensiva. Sembra tutto molto facile, per lei, che ha capacità di colpire, appoggiarsi perfettamente alla velocità avversaria e trovare, nella soluzione più “banale”, colpi a pochissimi centimetri dalla riga di fondo. Senza alcuna rotazione, questi all’impatto col terreno schizzavano e toglievano sempre il tempo a una rumena che sembrava aver trovato la chiave per uscire da questo labirinto di soluzioni che escono completamente dall’ordinario ma alla fine ha ceduto strada.
Ha avuto anche un match point a proprio favore, sul 5-4 nel terzo set (con al servizio Hsieh) ma la sua avversaria ha estratto uno dei tanti conigli dal cilindro con un rovescio vincente nei pressi della riga. Era una partita stregata, di quelle che illudono che tutto sia facile, con un primo set chiusosi al nono game e senza grandi affanni, con tutte le difficoltà che sono subentrate dall’inizio del secondo set e una Hsieh che piano piano ha cominciato a esaltarsi. Strappando il secondo set nelle fasi finali e poi rientrando nel parziale decisivo da 2-5 cambiando nuovamente l’inerzia della sfida.
È la nona top-10 a uscire di scena, con solo Karolina Pliskova rimasta di un gruppetto che è naufragato nei primi 5 giorni. Le vere sorprese in negativo sono state forse un paio (Petra Kvitova, ma anche la stessa Halep) mentre per molte altre si è trattato di sconfitte prevedibili un po’ per il momento negativo e un po’ per la tipologia di avversaria:Elina Svitolina ancora non aveva recuperato dal Roland Garros, Caroline Wozniacki non ha mai fatto bene a Wimbledon, Garbine Muguruza è vittima di un lungo periodo sottotono fatta eccezione solo della semifinale a Parigi, Sloane Stephens non è stata mai una vera erbivora e Donna Vekic, al primo turno, è per lei un sorteggio molto negativo, Caroline Garcia ha perso contro una Belinda Bencic finalmente in ripresa e che è approdata agli ottavi. Può suonare male, ma la verità è questa.
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