Puoi dirci cosa non è andato bene oggi? Hai avuto molte occasioni.
Già, ne ho avute davvero parecchie durante la partita. Sebbene non abbia giocato il mio miglior tennis, avevo aperto delle finestre ed ero ad un paio di punti dal vincere il match. Ma a volte ti metti nella posizione di poter vincere ma non riesci a concludere e questo è stato ciò che è successo oggi.
Come ti senti fisicamente? Ti sentivi pronta per questo torneo?
Beh col senno di poi avrei voluto poter giocare a Birmingham. Ma sentivo di aver fatto un errore giocando molti tornei di seguito. La stagione su terra è stata molto pesante, molte partite, e era da lungo tempo che non ero abituata a farne così tante. Sarebbe stato fantastico giocare un evento su erba ma ho preso la decisione di non farlo per il mio corpo e per riposare piuttosto di andare là e giocare magari pochi match.
Abbiamo visto che negli ultimi due giorni ben tre top player hanno perso al primo turno. Cosa puoi dirci del livello di un’avversaria al primo turno e dell’intensità del tour femminile?
Posso solo parlare dell’avversaria che ho avuto oggi. Non aveva nulla da perdere, era o tutto o niente. Ha giocato molto aggressivo, spingeva parecchio ed io ho giocato un po’ troppo in difesa per una partita del genere. Lei era lì per vincere ed è quello che ha fatto.
Da quando sei tornata hai raggiunto i quarti in uno Slam; cosa pensi che manchi al tuo gioco per raggiungere le semifinali e la finale in un majors?
Beh non è che prima facessi semifinale e finale ad ogni Slam. Il tennis è un percorso: ho sicuramente fatto un sacco di progressi, a parte il risultato di oggi. Sono migliorata parecchio negli ultimi mesi e mi trovo in una posizione migliore rispetto allo scorso anno.
Stavi servendo per il match. Hai sentito della pressione? Eri più nervosa del solito o sentivi di non riuscire a servire come volevi?
Beh credo sia normale sentire un po’ di pressione in momenti come quello, fa parte del gioco. È umano. Non importa quante volte ti sei trovata in quella situazione, non importa in quale torneo ti trovi, la folla, vuoi comunque sempre dare il meglio di te. Ovviamente l’ho sentita ma amo quella sensazione ed è una delle ragioni per cui gioco. Semplicemente non ho giocato nel giusto modo nei momenti cruciali.
Ricordo che Navratilova ed altre giocatrici quando erano diventate più vecchie dicevano di soffrire di più la pressione rispetto a quando erano più giovani. Crescere ti porta più aspettativa perché vuoi sempre di più mentre quando sei giovane non ti interessa.
Penso ci sia un tipo diverso di pressione sempre. Quando sei giovane c’è la paura dell’ignoto, non sai cosa ti capiterà, hai parecchia inesperienza e non sai come gestire le circostanze che ti si presentano che sono nuove. Quando sei più vecchia hai esperienza e qualche volta è davvero utile. Sei già stata in quella posizione e talvolta te la cavi molto bene talaltra meno. Tutte queste partite rimangono nella tua testa ma credo che ciò che rende grande il tennis è che puoi creartene di nuove.
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