Era tempo ormai che non lo si vedeva da queste parti a questo punto del torneo.
L’ultima volta era stata nel 2011, l’anno in cui perse da Djokovic in finale.
I Championships, negli ultimi sette anni, sono stati indigesti per lo spagnolo; tante sconfitte inaspettate e brucianti: Rosol, Darcis, Dustin Brown, Muller.
Quando quest’anno si è guardato alla possibile prima settimana di Rafa l’unico possibile pericolo era rappresentato da Mischa Zverev, che ha perso però male al primo turno.
Il resto, sulla carta, una passeggiata: e così è stato fin qui, malgrado Nadal abbia sbagliato diversi colpi, ha sempre servito in maniera costante e solida, troppo per degli avversari nettamente inferiori. Così anche per Jiri Vesely, vittorioso contro Fognini, che forse qualche paturnia in più avrebbe potuto causare al maiorchino, ma chissà.
Di vero c’è che Nadal accede ai quarti di finale, dove incontrerà il vincente di Del Potro – Simon, aiutato da una buona forma, dalla fiducia e dall’eccezionale caldo di Londra che ha reso il rimbalzo della palla molto alto, l’erba più soffice da permettere un movimento meno “pericoloso” da fondo.
Lo pensa anche Roger Federer, che in conferenza stampa ammette: “Se la palla rimbalza così alta è un vantaggio per due: i colpitori da fondo che possono muoversi senza particolari problemi e i grandi servitori, perché fai fatica a rispondere ad servizio che rimbalza così alto”.
Su questa superficie Rafa mette in mostra due colpi meno “arrotati” come il rovescio e la risposta, avanzando di poco la posizione sul campo. Fin qui, però, non è stato davvero testato: tuttavia potrebbe non essere un problema per il maiorchino, che ha dimostrato più volte di farsi trovare pronto nelle ultime fasi di tornei importanti come questo. I campioni come lui, quando conta, sanno alzare il livello.
Nadal lo alza fino a vincere tutto. Otto anni dopo, la doppietta Roland Garros-Wimbledon non sembra più così improbabile.
Nel secondo set Nole scende in campo più centrato e risoluto, a differenza del collega: al servizio sbaglia poco, mentre in ricezione, sfruttando le sue qualità in risposta ma anche la bassa percentuale di prime di Khachanov (inferiore al 50% per lunghi tratti), riesce ad allungare lo scambio da fondo fino a fare andare fuori giri il russo. Arrivano così 2 palle break per il serbo, che gli permettono di salire subito sul 3-0. Khachanov prova a darsi una scossa e riesce a mantenere i due servizi successivi grazie ad una prima più precisa e profonda, ma sul 5-2 Nole gioca in risposta un game praticamente perfetto, grazie al quale porta a casa anche il secondo parziale.
Il serbo affronterà ai quarti di finale Kei Nishikori, che ha già battuto 2 volte solo quest’anno, e con il quale può vantare uno score di 13 a 2. Non sarà una passeggiata, ma sicuramente il Nole visto sia oggi che contro Edmund non dovrebbe avere problemi a raggiungere la semifinale, quella semifinale che manca qui dal 2015 (anno in cui poi trionfò per la terza volta).
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