Dopo Petra Kvitova cade un’altra ex campionessa di Wimbledon. Maria Sharapova ha perso il derby russo contro Vitalia Diatchenko dopo quasi 3 ore di battaglia, con un tiratissimo 6-7(3) 7-6(5) 6-4. La qualificata numero 132 del mondo, protagonista di uno dei tanti upset di queste prime 2 giornate a Wimbledon è diventata anche la prima tennista a battere Maria Sharapova quando la partita è arrivata ai 35 game. È un dato non banale, perché in carriera Sharapova aveva vinto tutte le 12 sfide che erano arrivate a questo traguardo simbolico ma che indicava quanto il carattere, lo spirito agonistico, le avevano sempre dato modo di superare anche le situazioni più delicate.
Oggi, invece, questo aiuto non c’è proprio stato. Anzi, Sharapova si è metaforicamente scavata la fossa da sola, buttando alle ortiche la vittoria sia nel secondo set, quando è andata al servizio sul 5-3 e non ha saputo chiudere senza neppure arrivare al match point. Al tie-break Diatchenko si è rifatta dopo aver mal giocato il primo. Nel terzo set, nonostante stesse faticando molto di più dal punto di vista fisico, Vitalia ha tenuto egregiamente il campo. Ha subito due break ma ha sempre risposto alla grande raccogliendo anche i regali della sua avversaria, ma le va dato il merito di non aver mai smesso di crederci, colpendo sempre col suo tennis un po’ particolare, fatto di colpi bimani e completamente piatti che su questa superficie prendevano velocità e costringevano al tentativo di difesa la sua rivale.
Indietro 3-4 e servizio, Diatchenko è riuscita subito a salire 15-40. Ripreso lo svantaggio, ha tenuto la battuta e concretizzato la chance della vita con un doppio fallo di Sharapova sul match point. La russa “più nota” ha patito la mancanza totale di partite nelle ultime settimane, se non per un paio di esibizioni la scorsa settimana. Avrebbe forse potuto scendere in campo a Birmingham, ma ha scelto di riposare per presentarsi qui al meglio.
Un successo che per Diatchenko, dicevamo, è qualcosa di straordinario. Tre anni fa finì sotto l’occhio della critica quando allo US Open giocò al primo turno contro Serena Williams ritirandosi sullo 0-6 0-2 quando era visibilmente infortunata fin dai primi punti. Molti dissero che lo fece solo per staccare l’assegno, cospicuo per una che in carriera non è mai andata oltre il numero 71 del mondo (oggi, ad esempio, è 132). In ogni caso, non fu neppure un problema banale perché venne fuori che si era lacerata il tendine d’Achille. Rimase fuori un anno, il rientro in campo fu molto lento e solo nella seconda parte della scorsa stagione è tornata a ottenere risultati che l’hanno riportata in top-200. Adesso la chance di fare strada in uno Slam, qualcosa forse di impensabile.
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